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Maturità 2025, i voti dei politici all'esame (che non ti aspetti)

Dal voto massimo al 7 in condotta, ecco i risultati dei principali politici italiani alla Maturità: da Meloni a Salvini, da Valditara a Renzi

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

L’esame di Maturità 2025 è ai nastri di partenza: appuntamento dietro ai banchi di scuola mercoledì 18 giugno, con la prima prova scritta, per più di 500mila studenti.

Un traguardo importante, che segna la fine delle scuole superiori e l’inizio di una nuova fase della vita. Tutti ci sono dovuti passare, anche i nostri politici. Iscritti a percorsi di studio differenti, tutti hanno affrontato l’esame di Stato, chi con ottimi voti e chi con risultati più scarsi e con qualche problema a sorpresa sul voto in condotta o con il rischio di non essere nemmeno ammessi alla Maturità.

Chi sono i politici usciti con voti top alla Maturità

Partiamo da chi all’esame di Stato è uscito con ottimi voti (ma in alcuni casi con qualche sorpresa), secondo i dati raccolti da Skuola.net.

La prima è la premier Giorgia Meloni, che in quanto a risultati potremmo definire una vera “secchiona”: 60/60 alla Maturità linguistica (i voti erano prima espressi in sessantesimi). Ma, insospettabilmente, Meloni non brillava in condotta, con un voto pari a 7. Oggi, con le nuove regole introdotte in merito al voto in condotta, la prima donna a capo del governo nella storia d’Italia non avrebbe potuto raggiungere il massimo dei voti alla Maturità.

Ottimi risultati anche per la leader del Pd Elly Schlein, promossa con il massimo dei voti (6/6, secondo il sistema del cantone svizzero in cui ha studiato), e come lei anche Marina Calderone, ministra del Lavoro, che si è diplomata all’Istituto Tecnico Commerciale.

Anche Matteo Renzi e Giuseppe Conte hanno brillato alla Maturità, con un bel 60/60 per entrambi. Risultati top che però possono celare alcune normali difficoltà incontrate durante gli anni di studio. Renzi, infatti, ha ammesso di essere stato rimandato in Scienze al quarto anno: “Penso di essere stato l’unico al Classico”, ha commentato.

Quali politici non hanno brillato alla Maturità

Ma non tutti i politici italiani hanno avuto voti massimi all’esame di Stato. Un segno, però, di come un voto non eccellente alla Maturità non definisca le capacità di una persona.

Tra i politici che non hanno particolarmente brillato nell’appuntamento con l’esame di Stato (seppur non abbiano preso voti bassi) troviamo Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei Ministri, che è uscito con 46/60 (corrispondente all’attuale 80/100).

Come lui anche Matteo Salvini, che è uscito con lo stesso voto. Come Meloni, anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva 7 in condotta, secondo quanto raccontato da Maria Luisa Godino, sua ex compagna di scuola, che in un’intervista a Il Giornale aveva dichiarato: “Il voto in condotta, un piccolo neo, era dovuto al fatto che non le mandava a dire e spesso aveva qualcosa da ribattere anche agli insegnanti. Che se lo legavano al dito”.

Una curiosità particolare riguarda invece il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: anche se si è diplomato nel 1979 con 56/60 al liceo Classico, lui stesso ha dichiarato di aver rischiato di non essere ammesso alla Maturità. Il motivo? Aveva smesso di studiare Matematica a febbraio di quell’anno. Ma era riuscito, con molto impegno e studio nell’ultimo periodo della quinta superiore, a recuperare le lacune e a diplomarsi. In seguito, si è laureato in Giurisprudenza all’Università Statale di Milano.

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