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Valditara Fonte foto: ANSA

Valditara spiega le Indicazioni Nazionali 2025 per la scuola

In un'intervista, il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha spiegato le novità delle Indicazioni Nazionali 2025 per la scuola

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Dopo la pubblicazione della bozza delle Indicazioni Nazionali 2025 per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha spiegato le nuove linee guida in un’intervista, motivando le novità che si è deciso di introdurre per ridisegnare il sistema educativo italiano. Ecco cosa ha detto.

Pubblicate le Indicazioni nazionali per la scuola

Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato la bozza delle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione (scuola primaria e scuola secondaria di primo grado), che erano state annunciate dal ministro Giuseppe Valditara due mesi fa.

La commissione incaricata della stesura del nuovo testo, che aggiorna le linee guida del 2012, ha terminato il suo lavoro. E ora, hanno spiegato dal dicastero, sulla bozza di documento si aprirà un dibattito pubblico per avviare l’iter formale di adozione delle nuove Indicazioni Nazionali. Sarà la stessa commissione a incontrare associazioni professionali e disciplinari, associazioni dei genitori e degli studenti e organizzazioni sindacali della scuola. Dal 2026/2027, poi, debutterà la nuova scuola firmata Valditara.

Ma quali sono le principali novità? A spiegarle è stato lo stesso ministro dell’Istruzione in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Eccole di seguito.

Latino alle medie, Valditara: “Back to the future”

Tra le novità più discusse della riforma dei programmi scolastici c’è il ritorno del latino alle medie a partire dalla classe seconda. L’insegnamento, anche se non sarà obbligatorio ma facoltativo, punta a “comunicare e rafforzare la consapevolezza della relazione storica che lega la lingua italiana a quella latina e a rendere evidente come il latino costituisca un’eredità condivisa e un elemento di continuità tra le diverse culture europee”, si legge nel documento.

Il ministro Valditara ha definito questa scelta come un “back to the future“, sottolineando che studiare il latino è importante per quattro motivi: “È una palestra di logica e abitua al ragionamento; come diceva Gramsci, abitua a studiare; aiuta a capire la grammatica e sintassi italiana e ad esprimersi meglio; è la testimonianza di una civiltà che ha condizionato la civiltà occidentale, la nostra”.

Allo studio del latino in classe sarà dedicata “un’ora alla settimana, che le scuole decideranno come inserire nell’orario”, ha specificato il ministro. Anche se opzionale, “farà parte del curriculum e quindi metteremo a disposizione le risorse umane necessarie”. Inoltre Valditara ha detto che “sarà certamente valutato“, dunque gli alunni riceveranno un voto nella materia.

Cosa cambia per i programmi di storia

Le nuove Indicazioni prevedono anche un aggiornamento dei programmi di storia. Basta geostoria: la materia torna scissa dalla geografia. Lo sguardo è tutto all’Occidente “perché è fondamentale capire chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare. Dedicheremo due interi anni delle elementari a studiare i greci e i romani e l’impatto del Cristianesimo sul mondo classico”, ha puntualizzato Valditara.

Gli egizi, i fenici ed i sumeri “si studieranno come civiltà del Mediterraneo in terza elementare – ha assicurato -, dove si contrae la parte dedicata ai dinosauri e alla preistoria“. E poi “sarà raccomandata un’attenzione alla parte più recente della storia: dalla Seconda guerra mondiale alla fine del secolo scorso“. Come si legge sul documento, il programma di terza media dovrà abbracciare un arco temporale che va dalla prima guerra mondiale fino “all’esperienza politica dell’Italia repubblicana dalla Costituzione alle inchieste di Mani pulite“.

“Bibbia una grande testimonianza culturale”

Alle elementari si inserisce lo studio della Bibbia, accanto all’Iliade, all’Odissea e all’Eneide, per scoprire le radici della cultura occidentale. “La Bibbia, come l’Iliade e l’Odissea, è una grande testimonianza culturale, ha affermato Valditara, ed è “a fondamento di molta parte della nostra arte, della nostra letteratura e della nostra musica”.

Per questo, in classe, “l’insegnante leggerà e commenterà con i bambini alcuni passi” del testo sacro.

Valditara spiega perché si punterà su corsivo e poesie a memoria

Nelle Indicazioni Nazionali si evidenzia l’importanza di riscoprire il corsivo e la memorizzazione delle poesie come strumenti fondamentali per lo sviluppo delle capacità linguistiche e cognitive degli studenti.

“Mi sono capitati – ha raccontato il ministro – candidati all’esame di avvocato che scrivevano in stampatello perché non conoscevano il corsivo. Una realtà purtroppo molto diffusa fra i giovani”. Lo stampatello “è la calligrafia di chi urla”, ha affermato, mentre il corsivo è la scrittura “di chi riflette”.

Sulla memorizzazione dei versi, Valditara ha proseguito: “Le poesie servono per la memoria, che nell’epoca di internet e delle tecnologie digitali noi trascuriamo sempre di più”.

E alle scuole superiori?

Come detto, le nuove Indicazioni Nazionali 2025 sono destinate alle scuole fino alle medie. E alle superiori? Al Corriere della Sera, Giuseppa Valditara ha annunciato che uno degli obiettivi dei prossimi provvedimenti sarà quello di dare più valore al liceo classico “che va valorizzato, nella sua modernità”.

Inoltre ha spiegato che i Pcto, ovvero l’ex alternanza scuola-lavoro, “saranno sempre più valorizzati nei nuovi percorsi del 4+2” e “cambieremo nome: si parlerà di formazione scuola-lavoro“. Sul 4+2, la riforma sperimentale dell’istruzione tecnico-professionale, ha aggiunto che per l’anno scolastico 2025-2026 “le iscrizioni sono cresciute di due volte e mezzo. Abbiamo oltre 6.400 richieste, 10mila iscritti al primo biennio”.

Anche per il liceo del Made in Italy “le domande sono cresciute – ha continuato il ministro – del 15%. Dovremo finalizzarlo perché possa fornire le basi culturali per formare futuri manager”.