Crepet stronca i programmi scolastici di Valditara: l'affondo
Paolo Crepet stronca i nuovi programmi scolastici promossi dal ministro Giuseppe Valditara: l'affondo dello psichiatra sullo studio della Bibbia
Paolo Crepet stronca i nuovi programmi scolastici annunciati dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. La critica del noto psichiatra riguarda soprattutto lo studio della Bibbia, novità che sta facendo molto discutere. L’affondo dell’esperto.
- Nuovi programmi scolastici: l'affondo di Crepet
- La cultura italiana secondo Crepet
- Imparare a memoria contro gli effetti negativi dei social
Nuovi programmi scolastici: l’affondo di Crepet
Continua il dibattito sulle nuove indicazioni nazionali per le scuole, che hanno sostituito i precedenti programmi scolastici. Tra le principali novità menzionate dal ministro Giuseppe Valditara troviamo la reintroduzione del latino (opzionale) a partire dalla seconda media e l’abolizione della geostoria alle superiori. Ma anche lo studio della Bibbia alle elementari.
Come ha spiegato il ministro a Cinque minuti su Rai 1, “la Bibbia è un grande patrimonio culturale. Conoscerne alcuni estratti credo che sia molto importante e formativo: come si fa a conoscere e a capire l’arte e la letteratura italiana senza anche conoscere questi aspetti?”. Per questo alle elementari sarà prevista “la lettura di alcuni brani della Bibbia”, ma anche “dell’Iliade, dell’Odissea e dell’Eneide”.
Molti di coloro che sono contrari alla revisione promossa da Valditara hanno parlato di un ritorno al passato e di un progetto conservatore. Tra i critici spunta anche il noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet. Ai microfoni di 5 Notizie, su Radio Cusano Campus, ha polemizzato contro una delle proposte avanzate, ovvero la lettura della Bibbia alla scuola primaria, che la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti ha definito “un testo della nostra tradizione, anche per aver ispirato numerose opere di letteratura, musica, pittura e influenzando il patrimonio culturale di molte civiltà”.
“La tradizione è il rispetto per tutti – ha esordito Crepet -. La Bibbia è una cosa che interessa una parte del mondo”. Inserirla nei programmi scolastici “è come dire mettiamo il Corano. E perché dovremmo?. Non capisco”.
Lo psichiatra ha continuato: “La Bibbia è un testo universale. Lo si legga, ma perché imporre? Il problema è l’imposizione – ha affermato -. Anche io leggo la Bibbia, ma nessuno me lo ha imposto, è una mia libera scelta”.
La cultura italiana secondo Crepet
“Il ministro Valditara ha detto che bisogna stimolare la lettura della Bibbia per rafforzare le conoscenze delle radici della cultura italiana? La cultura italiana ha una natura composita – ha spiegato Paolo Crepet -. Per fortuna siamo stati attraversati da mezzo mondo. Abbiamo delle parole inglesi, parole che vengono dal francese. Abbiamo la besciamella, che non abbiamo inventato noi. Neanche i pomodori abbiamo inventato noi: se non c’era Colombo non li avremmo avuti”.
E ancora: “Questa ricerca ossessiva dell’identità a me sembra una malattia. Io credo che l’identità sia legata a quello che fai, alle persone con cui vivi, ai tuoi Dei, plurale. Non si può pensare di indurla“.
Imparare a memoria contro gli effetti negativi dei social
Crepet ha parlato anche del ritorno alle elementari delle poesie a memoria: “L’esercizio della memoria non è una sciocchezza, è assolutamente fondamentale” soprattutto perché “con i social la memoria se ne è andata. Che poi uno si impari una canzone di Frank Sinatra piuttosto che Carducci, a me non cambia nulla”.
Tra le altre “cose che limiterebbero i danni dei social”, lo psichiatra ha citato anche l’esercizio del riassunto e la scrittura a mano in corsivo. “Forse si può fare meglio ancora – è andato avanti -: si prende l’esempio dell’Australia, dove è stato abolito per legge l’uso degli smartphone sotto i 16 anni“. Ma, ha concluso, “voglio vedere chi ha il coraggio di farlo”.