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Social media vietati Fonte foto: iStock

Social media vietati agli under 16 in Australia: è il primo Paese

È ufficiale, in Australia i social media saranno vietati per gli under 16: è il primo Paese ad aver approvato un provvedimento così restrittivo

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Dopo mesi di dibattito, ora è ufficiale: in Australia social media vietati agli under 16. Ieri infatti, il Senato di Canberra ha approvato la legge per limitare l’uso delle piattaforme social a bambini e adolescenti. L’Australia è il primo Paese al mondo ad aver adottato un provvedimento così restrittivo, ma sono molti gli Stati che stanno seguendo con interesse lo sviluppo di questa iniziativa.

In Australia arriva il divieto dei social per gli under 16

In Australia il divieto dei social per i minori di 16 anni è realtà. Dopo un lungo dibattito, il Parlamento ha deciso di dare il via libera al provvedimento.

Come riportato da ‘Ansa’, l’Australia è il primo Paese al mondo a bloccare totalmente l’accesso ai social ai giovanissimi. La norma prevede multe fino a 50 milioni di dollari australiani (circa 30 milioni di euro) per le piattaforme social che non rispettano il divieto. Nessuna sanzione invece per i ragazzi in caso di trasgressione.

Il divieto entrerà in vigore non prima di 12 mesi. In questo periodo, il ministero delle Comunicazioni australiano indicherà quali social saranno colpiti dalla nuova norma. È verosimile che si tratti di TikTok e Instagram, maggiormente seguiti dai più giovani, ma anche di Facebook e X (l’ex-Twitter). Non dovrebbero invece essere compresi nel divieto i portali di messaggistica come WhatsApp, i siti di video come YouTube ed i videogiochi online.

Per quanto riguarda gli utenti under 16, la norma non prevede nessuna eccezione al bando, né per chi è già iscritto alle piattaforme né per chi fosse autorizzato dai genitori anche prima del compimento dei 16 anni.

Il governo avvierà una fase di sperimentazione sui metodi da usare per verificare l’età degli utenti attraverso esami biometrici e prove di identificazione. Spetterà comunque alle piattaforme adottare le misure necessarie a bloccare l’accesso agli under 16.

Divieto social ai minori di 16 anni: le reazioni

Per il primo ministro australiano Anthony Albanese Albanese questa norma si è resa necessaria perché “siamo di fronte ad un problema globale e noi vogliamo che i giovani vivano essenzialmente la loro infanzia“. L’obiettivo è dunque quello di difendere bambini e adolescenti dai “potenziali danni” dei social. “Vogliamo che i genitori siano tranquilli – ha spiegato -. È dimostrato che i social possono causare danni agli adolescenti e devono essere protetti”.

Un recente sondaggio di YouGov ha rivelato che il 77% degli australiani è favorevole al provvedimento. Ma c’è anche chi ha espresso qualche perplessità sul suo funzionamento e sull’eventuale impatto sulla privacy. Per esempio, alcuni ricercatori hanno suggerito che le restrizioni potrebbero essere facilmente aggirate tramite strumenti come una Vpn, che possono nascondere la posizione di un utente.

Critiche anche da Meta: “Rispettiamo le leggi stabilite dal Parlamento australiano, ma siamo preoccupati per il processo che ha portato ad un’approvazione così veloce della legge senza considerare adeguatamente le evidenze, ovvero ciò che il settore già ha messo in atto per garantire esperienze adeguate alle diverse età, nonché le opinioni dei più giovani“.

Social vietati: cosa succede in Italia e nel mondo

Con questa norma, l’Australia diventa il primo Paese al mondo a vietare completamente l’accesso ai social ai più giovani. Tuttavia, la questione è già in discussione in molte altre nazioni. Negli USA, ad esempio, molti Stati hanno introdotto diverse restrizioni per l’uso dei social media da parte dei minori.

In Spagna il governo ha presentato un progetto di legge simile, e anche la Francia è al lavoro su una norma che blocchi completamente l’accesso ai social ai più piccoli.

La Cina, invece, è intervenuta già nel 2021, richiedendo l’identificazione tramite documento di identità per accedere ai social network. Inoltre, i minori di 14 anni non possono trascorrere più di 40 minuti al giorno su Douyin, la versione cinese di TikTok.

In Italia, dopo il divieto ufficiale dell’uso degli smartphone a scuola fino alle medie, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha lanciato la proposta in un’intervista a ‘Il Messaggero’: “Credo sia arrivato il momento di regolamentare l’accesso ai social attraverso un’identificazione chiara con l’obbligo di fornire la carta d’identità, oltre al divieto sotto i 16 anni. È il momento di rifletterci sopra, vediamo se ci sarà consenso”.

Nel frattempo, anche numerosi esperti e vip hanno sottoscritto una petizione in questo senso: “Chiediamo al governo italiano di impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16. Aiutiamo le nuove generazioni”.