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Valditara Fonte foto: ANSA

Social, carta d'identità e divieto under 16: l'idea di Valditara

Giuseppe Valditara lancia la carta d'identità per l'accesso ai social e il divieto agli under 16: l'idea del ministro dell'Istruzione e del Merito

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha lanciato un’idea per limitare l’uso dei social da parte degli adolescenti: obbligo di presentare la carta d’identità e divieto assoluto per gli under 16. Ecco la sua proposta.

La proposta di Valditara

“Credo sia arrivato il momento di regolamentare l’accesso ai social attraverso un’identificazione chiara con l’obbligo di fornire la carta d’identità, oltre al divieto sotto i 16 anni. È il momento di rifletterci sopra, vediamo se ci sarà consenso. Io lancio questa proposta”. Lo ha detto il ministro Giuseppe Valditara in un’intervista a ‘Il Messaggero’.

Secondo il titolare dell’Istruzione, nella diffusione del bullismo “un ruolo certamente negativo lo hanno i social che nell’anonimato scatenano le pulsioni più vigliacche e ignobili delle persone. Dietro un profilo fake puoi insultare e dileggere chiunque”.

Il caso ‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’

L’intervista a ‘Il Messaggero’ parte dai recenti fatti di cronaca che hanno al centro la proiezione del film sull’omofobia ‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’, che racconta la vera storia di Andrea Spezzacatena, lo studente 15enne del liceo Cavour di Roma vittima di bullismo che nel novembre del 2012 si è tolto la vita.

Durante la visione del film nell’ambito di ‘Alice nella città 2024’, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni, alcuni studenti si sono lasciati andare a commenti omofobi e violenti.

“Quello che è successo a Roma – ha commentato Valditara – mi ha commosso e indignato anche per l’inciviltà, la vigliaccheria, lo squallore che emerge da comportamenti di questo tipo. Accadono come sempre nel buio (della sala, in questo caso), quando si accendono le luci tutti stanno zitti”. Perché “il bullo colpisce quando sa di farla franca. La sua viltà si esprime prendendosela sempre con un soggetto debole, fragile, sensibile che non può o non sa reagire. Non ha il coraggio di affrontare una persona più forte di lui”.

Il ministro ha spiegato di aver chiesto all’Ufficio scolastico regionale di individuare i responsabili per incontrarli personalmente e “guardarli negli occhi”.

Gli interventi contro il bullismo a scuola

La proposta di Valditara sull’accesso limitato ai social per gli adolescenti si inserisce in un più ampio contesto di interventi volti a contrastare il bullismo e a promuovere un uso responsabile della tecnologia.

“Nella nuova legge sulla condotta – ha spiegato – chi ha tenuto un comportamento offensivo dovrà approfondire il perché la società lo considera sbagliato e dimostrare di aver capito attraverso degli elaborati. Poi ci sono le attività di cittadinanza solidale obbligatorie, per imparare il valore della solidarietà. Con il 5 in condotta vi è la bocciatura, con il 6 si è rimandati a settembre. Quanto alla scuola deve avere l’obiettivo di sradicare questa mentalità, deve contribuire a sradicare il bullismo”.

La scuola, infatti, “ha un ruolo educativo fondamentale”, e “non deve solo trasmettere la conoscenza della grammatica, della letteratura, della matematica”, ha detto il ministro. Deve essere il luogo “dove formare cittadini maturi, responsabili“. Per questo “ritengo fondamentale l’aver messo nell’educazione civica il tema del rispetto dell’altro e della responsabilità individuale”.

In questo, “i docenti hanno un ruolo strategico“, ancora Valditara. “Negli anni si è verificato un aumento esponenziale del fenomeno del bullismo, non è un caso che anche i documenti dei vari organismi internazionali da 15 anni a questa parte abbiano evidenziato la drammaticità crescente del problema”.