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Giuseppe Valditara ANSA

Valditara scrive un libro: cos'è la rivoluzione del buon senso

Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha scritto un nuovo libro: di cosa parla e perché torna centrale la parola "Patria"

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha scritto un nuovo libro. Si intitola “La Rivoluzione del Buon Senso. Per un Paese Normale” e porta con sé diversi messaggi sull’attualità in cui viviamo, tra eccessi e derive e obiettivi futuri su cui dovremmo puntare per una “società più equilibrata”. Nell’annuncio della presentazione del libro si parla di principi fondamentali che dovrebbero guidare l’Italia verso il futuro, arginando le esagerazioni per un ritorno al “buon senso“. Scopriamo di cosa tratta il nuovo libro di Valditara e perché parla di “rivoluzione”.

Di cosa parla il libro scritto da Valditara

Il ministro Valditara, che oltre ad essere ministro dell’Istruzione è ordinario di Diritto privato romano all’Università degli Studi di Torino ed ex direttore del Dipartimento Alta Formazione e Ricerca del Miur, ha scritto un nuovo libro che analizza la società in cui viviamo oggi e suggerisce i principi su cui fondare l’Italia del futuro. Con il suo libro “La Rivoluzione del Buon Senso. Per un Paese Normale” (ed. Guerini e Associati), infatti, propone ai lettori una profonda riflessione sull’attualità.

Al centro del discorso pone alcuni concetti fondamentali: “Libertà, centralità della persona, cultura del rispetto, responsabilità individuale, valore dell’autorità, doveri e non solo diritti, merito, lavoro, sicurezza, memoria storica, identità nazionale e orgoglio per la nostra civiltà“.

Molti di questi principi sono quelli che hanno contribuito a formare le nuove Indicazioni Nazionali per la scuola (introdotte a partire dall’anno scolastico 2025-2026). Esse puntano, ad esempio, a mettere al centro la figura di docente come “Magister” sottolineandone l’autorevolezza, e a sottolineare l’importanza dei valori costituzionali e della storia nazionale. L’obiettivo dichiarato dal ministro Valditara è quello di tornare a una scuola “capace di coniugare la storia e la cultura del nostro passato con l’innovazione” (ma non sono mancate le critiche a tale visione, soprattutto da parte di esperti e docenti).

Attraverso il rafforzamento di questi principi, che vanno contro “gli eccessi del wokismo (ideologia nata come espressione di consapevolezza verso le ingiustizie sociali, ma anche fortemente criticata dai detrattori, ndr) e le derive del massimalismo“, il capo del MIM vuole spronare un “ritorno al buon senso come fondamento di una società equilibrata”. Sarebbe proprio il “buon senso” ad essere capace di mettere in atto una “rivoluzione” e ad accompagnare il nostro Paese verso il futuro.

Perché Valditara vuole valorizzare la parola “Patria”

Valditara, con il suo nuovo saggio, invita a puntare ad un futuro in cui venga restituito alla parola “Patria” un significato più autentico. Ovvero? “Ciò che siamo stati, ciò che siamo e ciò che vogliamo diventare”. Da qui parte la riflessione su quali ruoli ricoprono la cultura, la scuola e i valori fondanti di un Paese come l’Italia. La prospettiva del ministro è “radicata nella tradizione, ma capace di affrontare le complessità del mondo contemporaneo”. Il suo libro, infatti, propone una visione chiara e coerente per affrontare le sfide del presente, ma con un occhio di riguardo al passato e alla tradizione culturale.

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