Educazione civica a scuola: polemica per linee guida di Valditara
Le nuove linee guida per l'insegnamento dell'Educazione civica a scuola del ministro Valditara fanno discutere: cosa prevedono e la polemica
A partire dall’anno scolastico 2024/2025 entreranno in vigore le nuove linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica a scuola: lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Ed è scoppiata la polemica. Ecco cosa è successo.
- Valditara e le nuove linee guida per l'Educazione civica
- Le nuove linee guida per l'insegnamento di Educazione civica
- La polemica
Valditara e le nuove linee guida per l’Educazione civica
“Coerentemente con il nostro dettato costituzionale, le nuove linee guida promuovono l’educazione al rispetto della persona umana e dei suoi diritti fondamentali valorizzando principi quali la responsabilità individuale e la solidarietà, la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale, dando valore al lavoro e all’iniziativa privata come strumento di crescita economica per creare benessere e vincere le sacche di povertà, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita”.
Con queste parole, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato il documento che prevede le nuove linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica a scuola a livello nazionale a partire dal prossimo anno scolastico. Il documento che le contiene è stato inviato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) per “un parere non vincolante”.
Le nuove linee guida, ha aggiunto il responsabile della scuola, “vogliono essere uno strumento di supporto e di guida per tutti i docenti ed educatori chiamati ad affrontare, nel quotidiano lavoro di classe, le sfide e le emergenze di una società in costante evoluzione e di cui gli studenti saranno protagonisti. La scuola si conferma pilastro del futuro del nostro Paese”, ha concluso Giuseppe Valditara.
Le nuove linee guida per l’insegnamento di Educazione civica
Tra i punti principali delle nuove linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica a scuola, come si legge sul sito del ministero dell’Istruzione e del Merito, ci sono:
- la promozione della “formazione alla coscienza di una comune identità italiana”, e, di conseguenza, del “sentimento di appartenenza alla comunità nazionale definita Patria”;
- la “cultura dei doveri” che “rende necessario insegnare il rispetto per le regole che sono alla base di una società ordinata”;
- l'”educazione al contrasto di tutte le mafie e di tutte le forme di criminalità e illegalità”;
- la “promozione della salute e di corretti stili di vita, a cominciare dall’alimentazione, dall’attività sportiva e dal benessere psicofisico della persona”. In questo contesto, “particolare attenzione è rivolta al contrasto delle dipendenze derivanti da droghe, fumo, alcool, doping, uso patologico del web, gaming e gioco d’azzardo”;
- l’educazione stradale, “per abituare i giovani al rispetto delle regole del codice della strada”;
- la promozione della cultura d’impresa che, “oltre a essere espressione di un sentimento di autodeterminazione, è sempre più richiesta per affrontare le sfide e le trasformazioni sociali attuali”. Allo stesso tempo, si valorizzano “per la prima volta” l’iniziativa economica privata e la proprietà privata che, “come ben definisce la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, è un elemento essenziale della libertà individuale”;
- l’”importanza della crescita economica, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini”;
- l’educazione al rispetto per tutti i beni pubblici.
Nel documento, si fa riferimento anche agli studenti stranieri: “Attorno al rafforzamento del senso di appartenenza a una comunità nazionale, che ha nei valori costituzionali il suo riferimento, si intende anche favorire l’integrazione degli studenti stranieri”. E alle donne: “si rafforza e si promuove la cultura del rispetto verso la donna”.
Infine, oltre a promuovere l’educazione all’uso “etico” del digitale e all’uso “responsabile” dei dispositivi elettronici, nelle linee guida per l’Educazione civica a firma Valditara “si conferma il divieto di utilizzo, anche a fini didattici, dello smartphone dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria di primo grado”.
La polemica
“Trovo queste linee guida povere e assolutamente inadeguate a formare la capacità critica di un cittadino“, ha commentato Marco De Nicolò, docente di Storia contemporanea dell’Università di Cassino, in un’intervista a ‘la Repubblica’.
Secondo il professore, le nuove linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica sono rappresentative del “processo di rinazionalizzazione” messo in atto dal Governo Meloni, di un “percorso di rivalutazione della storia italiana” che “dimentica che la nostra costituzione è innanzitutto antifascista”.
Per De Nicolò, l’Educazione civica “dovrebbe servire innanzitutto a formare la capacità critica dei cittadini”. In Italia, “chi viene dalle periferie, chi non frequenta i licei (ma spesso anche chi li frequenta), chi cresce in zone lontane dai centri urbani, molto spesso non ha alcuna conoscenza della struttura della società e delle istituzioni. Sono cittadini mancati, che si recano alle urne magari senza sapere neanche chi o cosa vanno a votare”.
“Sa quanti ragazzi arrivano all’università senza sapere la differenza tra i poteri di un sindaco e di un presidente del consiglio – ha proseguito l’insegnante -. Se non c’è almeno un’infarinatura, direi che l’educazione ai buoni sentimenti, ovviamente condivisibile, non è sufficiente”. Per esempio, nel “passaggio in cui si parla del contrasto alle mafie e alla criminalità“, se “i bambini e i ragazzi non sanno a chi è deputato questo contrasto, resta solo una vaga dichiarazione di intenti”. “Magari – ha aggiunto De Nicolò – potremmo cominciare ad insegnare da piccoli il valore sociale di pagare le tasse e non evadere il fisco“.
Nelle linee guida di Valditara “c’è poca attenzione al sistema di protezione sociale. Non trovo alcun riferimento al welfare, alla sanità, alla cura dei ceti disagiati”, ha continuato il docente universitario. E “non c’è alcun cenno ai diritti“, ed “è questo che dovremmo insegnare ai nostri ragazzi per farli diventare bravi cittadini”.
Infine, Marco De Nicolò ha sottolineato come in queste linee non c’è “alcun riferimento all’assegnazione dell’insegnamento a un docente”.