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Valditara e le classi separate per gli alunni stranieri: polemica

Il ministro Giuseppe Valditara ha proposto classi separate per gli studenti stranieri per italiano e matematica: è polemica nel mondo della scuola

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha rilasciato un’intervista a ‘Libero Quotidiano’ sulla questione degli alunni stranieri nelle scuole italiane. Il piano di Valditara prevede classi separate per gli studenti stranieri immigrati di prima generazione per le materie di italiano e matematica. Proposta, questa, che ha creato numerose polemiche nel mondo della scuola.

Il piano di Valditara per gli alunni stranieri

“In italiano gli immigrati di prima generazione registrano una differenza di rendimento in negativo del 21,9%. In matematica del 13,4%. Su queste materie dobbiamo intervenire”, ha detto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara a ‘Libero Quotidiano’ parlando del suo ultimo libro, ‘La scuola dei talenti’, nel quale si interroga intorno alla questione dell’istruzione degli immigrati.

Secondo il ministro servono “classi di accompagnamento la mattina e di potenziamento il pomeriggio se il deficit linguistico ed eventualmente anche matematico degli alunni stranieri lo necessita”.

L’idea, ha spiegato Valditara, è quella di rifarsi a modelli già esistenti per trovare “soluzioni efficaci”. “Nei paesi dell’Unione Europea – ha proseguito il ministro – esistono tre modelli: in alcune nazioni gli stranieri vengono inseriti direttamente nelle classi ordinarie, in altre gli studenti provenienti dall’estero seguono per un certo periodo un’offerta scolastica distinta. In molti Paesi infine viene utilizzato un approccio combinato tale per cui gli alunni seguono alcune lezioni nella classe ordinaria e altre nell’ambito di un’offerta separata”.

L’Italia è nel primo gruppo, assieme a Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Germania e Francia hanno un sistema misto-flessibile, cioè si frequenta solo una parte delle lezioni nelle classi ordinarie. Poi ci sono i “Paesi più rigidi”, ha aggiunto Valditara.

Secondo il ministro dell’Istruzione “ogni scuola dovrebbe verificare all’atto di iscrizione le competenze dei ragazzi immigrati. Dopodiché dovremmo lasciare alle scuole la scelta fra tre percorsi”.

“La prima possibilità ovviamente è quella dell’inserimento tout court nelle classi esistenti, se il tasso di apprendimento della lingua italiana è buono”, ha detto il ministro. In presenza di “deficit molto rilevanti”, Valditara ha proposto due soluzioni alternative. “Il ragazzo straniero viene inserito come tutti in una determinata classe, tuttavia le lezioni di italiano ed eventualmente anche quelle di matematica le frequenta in una classe di accompagnamento con docenti specializzati e una didattica potenziata. L’altra ipotesi potrebbe prevedere di seguire al pomeriggio attività obbligatorie di potenziamento linguistico extracurricolare”.

“Ovviamente – ha precisato il ministro dell’Istruzione – prima di introdurre queste soluzioni occorre avviare un confronto ampio, tenendo sempre presente che per noi l’autonomia scolastica è un punto fermo”.

Classi separate per gli alunni stranieri: la polemica

Il piano di Valditara ha creato numerose polemiche all’interno del mondo della scuola e della politica.

“La proposta del ministro è estremamente razzista”, ha affermato, per esempio, Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Uds (Unione degli studenti), in alcune dichiarazioni riportate da ‘RaiNews’.

“Nella scuola che vogliamo – ha aggiunto Alice Beccari dell’esecutivo nazionale dell’Uds – gli studenti che hanno più difficoltà con la lingua italiana, che siano straniere o meno, devono riuscire ad essere integrati all’interno della classe e l’attività didattica deve essere programmata in modo che la classe tutta lavori insieme per un miglioramento collettivo delle competenze linguistiche”.

La risposta del ministro Valditara alle polemiche

In risposta alle varie polemiche scatenate dalla sua intervista, il ministro Giuseppe Valditara ha tenuto a precisare: “Spiace vedere le mie parole così gravemente e strumentalmente fraintese. Il mio progetto, al contrario di quanto viene sostenuto, va esattamente nella direzione di una piena integrazione che salvaguardi tempi e qualità di apprendimento di tutti gli studenti, senza nessuna ghettizzazione”.