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Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara Fonte foto: ANSA

Quando tornerà il latino alle medie: l'annuncio di Valditara

Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha annunciato da quale anno scolastico il latino tornerà ad essere studiato alle medie

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è tornato a parlare delle nuove indicazioni nazionali, rispondendo alle critiche, chiarendo in particolare l’importanza del latino e quando questa materia tornerà ad essere studiata (facoltativamente) alle medie.

Da che anno torna il latino alle medie: le parole di Valditara

Quando tornerà il latino alle medie? A rispondere è stato il ministro dell’Istruzione Valditara nel suo intervento al programma di Radio 1 “Giù la Maschera”, annunciando che il latino entrerà nei piani di studio a partire dall’anno scolastico 2026/2027. Il cambiamento non avverrà, quindi, nel prossimo anno, ma in quello successivo, poiché “ci vorrà tempo per scrivere i nuovi testi”, ha spiegato il ministro, che ha aggiunto: “Siamo convinti che ci sarà una forte adesione”.

“Il latino è un arricchimento, una palestra di logica che insegna il ragionamento, ed è alla base della grammatica italiana”, ha ribadito Valditara nell’intervista, riprendendo i temi legati alle nuove indicazioni nazionali che vedono, tra gli interventi, il ritorno del latino tra le materie da studiare alle scuole medie, il capo del MIM ha voluto chiarire l’importanza del latino a scuola: “Conoscere le basi del latino significa anche sapersi esprimere meglio. Il latino è il momento di recupero di serietà”.

“Serve appunto per imparare a esprimerci sempre più correttamente – ha aggiunto Valditara -, in un’epoca in cui, purtroppo, sia l’utilizzo della grammatica, sia la capacità di relazionarsi con gli altri in modo corretto (anche dal punto di vista linguistico) è sempre più in crisi”. A tal proposito, il ministro ha fatto riferimento agli studi del Censis, che hanno testimoniato una forte difficoltà degli italiani nel comprendere quello che viene letto e nell’esprimere correttamente ciò che si è appreso.

Non solo latino, le altre materie che vedranno dei cambiamenti

“Non puntiamo solo sul latino, ma anche sul potenziamento della grammatica e dell’italiano, sin dalla scuola elementare – ha annunciato Valditara nell’intervento radiofonico -. È importante tornare alle poesie a memoria, perché la memoria va esercitata, soprattutto in un’epoca in cui con il cellulare, il computer, il tablet non esercitiamo più la memoria perché siamo aiutati da tutti questi assistenti virtuali”.

Inoltre, la nuova Commissione interverrà anche sulle modalità di insegnamento dell’inglese, della storia e della geografia. A proposito di quest’ultima materia, il capo del MIM ha ribadito: “Abbiamo voluto ridare dignità alla geografia che era praticamente scomparsa. Sono preoccupanti alcune indagini che parlano di ragazzi che non sanno dove sia il fiume Po o la Palestina”.

La risposta alle critiche sulle nuove indicazioni nazionali

Spazio anche per la risposta del ministro Valditara alle critiche scaturite dall’annuncio delle nuove indicazioni nazionali per la scuola, che vedrebbero questi interventi come un ritorno al passato e a “un’ideologia neonazionalista”, come dichiarato da Christian Raimo.

“Noi abbiamo voluto evitare che la riscoperta dell’antichità e delle radici venisse vissuto in una chiave ideologica”, ha chiarito il ministro.

Ha tenuto anche a spiegare quali sono stati i passi compiuti dal ministero dell’Istruzione e qual è la visione futura: “Abbiamo scritto nel 2023 le nuove linee guida Stem e abbiamo avviato la sperimentazione sull’intelligenza artificiale. Abbiamo potenziato molto lo studio dell’inglese, ad esempio nella riforma del 4+2 o Agenda Sud e Nord, in particolare in quelle scuole dove c’è maggiore dispersione scolastica, e quindi dove ci sono risultati peggiori. Gli esiti sono soddisfacenti, lo ha dimostrato Invalsi con un miglioramento delle performance in inglese dei nostri studenti”.

Il ministro Valditara è tornato anche sul tema dell’IA e della digitalizzazione: “In un epoca in cui la società è sempre più digitalizzata, dobbiamo ricordarci che è sempre l’uomo al centro. Non possiamo spersonalizzare il nostro futuro, sennò diventiamo delle macchine”.

“Stiamo investendo risorse importanti nella digitalizzazione delle aule, nell’IA per la personalizzazione della didattica, e nelle materie Stem anche per recuperare il gap di genere – ha aggiunto -. Ritengo però importante valorizzare gli studi umanistici, proprio perché il futuro deve essere governato dall’uomo”.