Grammatica a scuola, allarme lanciato dall'Accademia della Crusca
Gli italiani fanno fatica a comprendere i testi che leggono: per l'Accademia della Crusca è colpa della scarsa conoscenza della grammatica
Il 58esimo rapporto annuale del Censis ha svelato un quadro preoccupante per quello che riguarda la situazione sociale del nostro Paese. Per quello che riguarda la formazione e l’istruzione sono molti i punti deboli che emergono dall’indagine. In particolare i riflettori sono puntati sulla scarsa capacità di comprendere i testi che si leggono. Secondo l’Accademia della Crusca questo “problema” potrebbe essere dovuto al fatto che non si studia e non si impara più la grammatica italiana come una volta. Qual è il collegamento tra la comprensione di un testo e la grammatica di una lingua?
La scarsa conoscenza della grammatica italiana
Gli italiani hanno gravi difficoltà a comprendere i testi, un aspetto che fa parte del cosiddetto analfabetismo funzionale. Mirko Tavoni, professore di Linguistica italiana e Filologia dantesca all’Università di Pisa, in un intervento sul sito dell’Accademia della Crusca, ha analizzato i dati del Censis, soffermandosi sulla conoscenza degli italiani della grammatica.
La domanda che il linguista si pone è la seguente: lui si chiede se “la grammatica che si fa – o forse non si fa – nella scuola secondaria abbia o non abbia conseguenze sulla migliore o peggiore comprensione dei testi: abilità, quest’ultima (Reading literacy), senza alcun dubbio di capitale importanza nei sistemi educativi di tutto il mondo”.
Il linguista si chiede anche come vengono “spese le due o tre ore di scuola dedicate alla lingua, sulle sei complessive riservate all’Italiano, ogni settimana, da due milioni e mezzo di adolescenti nel pieno del loro sviluppo intellettuale, e replicate per tre anni (alle medie) più due (al biennio) della loro vita”. La mole di tempo è molta e la domanda se questo tempo e le energie spese vengono messi a frutto bene o male. Perché questo può fare la differenza per il futuro degli studenti.
Conoscere la grammatica per comprendere i testi che si leggono
Le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, che il Miur ha reso note nel 2012, non pongono troppo l’accento sulla grammatica, “né in generale né in particolare per servire a comprendere i testi”. A essere protagoniste sono le quattro abilità chiave: saper ascoltare, saper parlare, saper leggere, saper scrivere.
Il linguista, nel suo intervento, ha segnalato che 50 anni fa è iniziata la svalutazione della grammatica. I risultati di tale scelta sono sotto gli occhi di tutti, visto il rapporto del Censis e anche gli esiti delle prove Invalsi. Secondo Tavoni, però, la conoscenza della grammatica italiana ha una forte influenza nella comprensione dei testi.
“La grammatica scolastica, per quanto migliorata nella capacità di descrivere finemente la norma e l’uso, è rimasta immutata – a parte limitate iniezioni di grammatica valenziale – nell’impostazione teorica sottostante, cioè nella obsoleta routine di analisi grammaticale, analisi logica, analisi del periodo, e annesse inerti tassonomie. Appunto il tipo di grammatica che non serve granché a capire i testi”, ha poi aggiunto Mirko Tavoni.
Secondo lui, sarebbe il caso di mettere a disposizione uno strumento didattico utile ad affrontare le tematiche fondamentali “che andrebbero fatte a scuola, come la linguistica moderna ci ha insegnato da almeno trent’anni, e che costituirebbero anche l’introduzione ottimale alla comprensione dei testi”. Ad esempio, analizzare la frase in sintagmi, distinguere il livello sintattico dal livello semantico e da quello informativo, riconoscere la struttura argomentale non solo dei verbi. Per passare “dalla grammatica implicita alla grammatica esplicita, cosa che le Indicazioni nazionali raccomandano agli insegnanti di fare senza dare loro la minima indicazione su come farlo”.
Rapporto annuale del Censis e analfabetismo funzionale in Italia
Il 58° Rapporto Censis ha messo in evidenza un cambiamento generazionale. I giovani sono più attenti all’ambiente, ma frequentano un sistema scolastico che è sempre più fragile. I risultati peggiori si hanno in italiano e in matematica e sono molte le lacune per quello che riguarda la conoscenza della storia e della letteratura.
Secondo quanto è emerso, quasi la metà degli studenti delle scuole superiori (43,5% in italiano, 47,5% in matematica) non raggiunge gli obiettivi di apprendimento previsti. Anche alle scuole medie le percentuali sono allarmanti: quasi il 40% in italiano e il 44% in matematica. Molti italiani non conoscono le date fondamentali della storia italiana, come l’Unità d’Italia, o i personaggi più importanti del Risorgimento, come Giuseppe Mazzini. Scarsa anche la conoscenza di grandi eventi storici internazionali o di grandi capolavori della letteratura.