
Perché in Italia c'è un "decadimento di conoscenze" per Valditara
Giuseppe Valditara in Senato al Question Time ha parlato delle Indicazioni Nazionali per la scuola e anche del decadimento delle conoscenze in Italia
Durante la giornata di giovedì 20 marzo 2025 si è tenuto un Question Time al Senato. Era presente anche Giuseppe Valditara: il ministro dell’Istruzione e del Merito ha risposto a tante domande proposte in aula da senatori e senatrici. Questa è stata l’occasione non solo per illustrare le nuove Indicazioni Nazionali per la scuola, ma anche per presentare i dati dell’ultimo rapporto Censis, che dimostrano un decadimento delle conoscenze in Italia. Valditara è intervenuto anche a tal proposito, per spiegare i motivi per cui, secondo lui, stiamo assistendo a questo declino culturale.
Cosa provoca il decadimento delle conoscenze per Valditara
Rispondendo alla senatrice Lavinia Mennuni (FdI) durante il Question Time al Senato, Giuseppe Valditara ha anche illustrato in aula gli ultimi dati del rapporto Censis: “Il 35% degli adulti italiani non riesce a comprendere se non testi molto brevi e molto semplici. Solo il 5% raggiunge livelli adeguati di comprensione della scrittura”.
La situazione non è migliore tra i giovani: “Tra gli studenti delle superiori, ben il 43,5% non raggiunge competenze minime in italiano e il 47,5% in matematica. Un italiano su cinque non sa chi fosse Giuseppe Mazzini. Il 41% degli studenti confondono le poesie di Leopardi con quelle di D’Annunzio. Molti studenti non sanno neppure situare la Palestina e qualcuno persino non conosce dove si trova il Po. È abbastanza diffuso l’utilizzo del maiuscolo perché purtroppo molti studenti non conoscono il corsivo”.
Secondo Valditara, alla luce di queste rivelazioni, “è arrivato il momento di intervenire sulle indicazioni nazionali“, vale a dire i programmi scolastici. “Negli ultimi decenni si sono affermate tendenze pedagogiche e culturali che sono, a nostro avviso, all’origine del decadimento di alcune conoscenze”.
Il ministro ha poi aggiunto: “Si è sentito parlare di spontaneismo espressivo, vi è stata una sottovalutazione dell’importanza della grammatica e della sintassi, l’eliminazione del latino, considerato troppo difficile o addirittura lingua morta, sparita la memorizzazione delle poesie, spazio marginale ai riassunti, poca attenzione alla calligrafia, soprattutto la marginalizzazione della storia dell’Occidente”.
Le Indicazioni Nazionali spiegate da Valditara
Per superare questa fase di decadimento delle conoscenze, il ministro Valditara ha parlato più nello specifico delle nuove Indicazioni Nazionali che il suo ministero ha pensato di introdurre nella scuola italiana, a partire dal latino che ritornerà come materia facoltativa dal secondo anno delle scuole medie. “La grammatica latina è alla base della grammatica della lingua italiana, quindi, conoscere quella significa conoscere meglio anche la nostra grammatica”.
Giuseppe Valditara ha poi aggiunto che è anche importante “conoscere gli elementi fondamentali di una civiltà. L’Occidente, la storia dell’Occidente, per capire da dove veniamo, chi siamo e dove vogliamo andare, valorizzando principi importanti come la democrazia, la libertà, l’umanità, la buona fede, l’equità, che sono grandi principi valoriali dell’Occidente”.
Ma sono anche altre le novità che interesseranno la scuola di ogni ordine e grado, dalla primaria alle superiori: “La storia della musica, la storia dell’arte, anche qui per comprendere meglio la nostra cultura. Alcuni elementi della Bibbia, non come fenomeno religioso, non come spinta verso una diminuzione della laicità dello Stato, ma invece proprio come testimonianza culturale straordinaria che è a fondamento della nostra arte, della nostra cultura, della nostra civiltà. L’epica, che esprime un patrimonio di valori, di immagini, di sensibilità straordinarie, ma anche elementi di informatica nelle scuole elementari, una nuova didattica per le materie Stem, partendo dalla realtà e dal laboratorio per arrivare alla teoria”.
Valditara ha concluso il suo intervento sottolineando “che anche così noi diamo un futuro ai nostri giovani”.