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Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara Fonte foto: ANSA

Perché studiare il latino alle medie: la risposta di Valditara

Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha risposto agli studenti in merito al perché è utile tornare a studiare il latino alle medie

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Giuseppe Valditara ha chiarito perché si dovrebbe studiare il latino alle medie rispondendo alle domande di alcuni studenti, definite dallo stesso ministro dell’Istruzione “poeticamente scorrette”. Il capo del MIM è stato protagonista di un incontro con i ragazzi che frequentano gli istituti comprensivi di Ancona. In tale occasione, i giovani hanno posto diversi quesiti a Valditara, tra cui quello relativo ai motivi per cui ritiene utile lo studio del latino alle medie.

Valditara spiega agli studenti perché studiare latino alle medie

L’incontro di Valditara con gli studenti si è svolto nell’aula magna del liceo scientifico Galilei di Ancona, dove erano presenti anche altri istituti del capoluogo marchigiano. Nel corso del dibattito una giovane dell’IC Ancona Nord e una studentessa dell’IC Grazie Tavernelle hanno domandato a Valditara perché pensa che sia una buona idea reintrodurre lo studio del latino nella scuola secondaria di primo grado.

“Il latino – ha spiegato Valditara, come riportato da Ansa – è fondamentale per comprendere meglio la nostra lingua”. Il ministro ha poi citato Leibniz “che diceva di non aver mai visto nulla di più logico del dibattito dei giuristi romani”. Ha richiamato anche “un grande italiano studioso dei fenomeni sociali come Antonio Gramsci, secondo il quale il latino insegna a studiare. Una lingua universale che ha avvicinato popoli di lingue e culture diversissime”.

Quando tornerà il latino alle medie

È un tema caldo e largamente dibattuto, quello del ritorno del latino alle scuole medie. Ma quando avverrà effettivamente il cambiamento? A rispondere è stato il ministro dell’Istruzione Valditara al programma di Radio 1 “Giù la Maschera”, annunciando che il latino entrerà nei piani di studio a partire dall’anno scolastico 2026/2027. Scongiurato lo studio della materia per gli studenti del prossimo anno, quindi, poiché “ci vorrà tempo per scrivere i nuovi testi”, ha spiegato il ministro, che ha aggiunto: “Siamo convinti che ci sarà una forte adesione”.

A cosa serve studiare latino: le spiegazioni da Burioni a Maggi

A schierarsi a favore della reintroduzione (opzionale) del latino nel curriculum delle medie sono anche importanti studiosi, scienziati e docenti italiani. Tra loro anche Roberto Burioni e Andrea Baggi.

Il virologo e immunologo Burioni, recentemente, ha spiegato sui suoi canali social perché il latino e il greco, e in generale gli studi umanistici, sono stati fondamentali nella sua vita. Sebbene abbia scelto di studiare Medicina, alle superiori aveva frequentato il Liceo Classico, i cui insegnamenti, ha raccontato, gli sono tornati utili “da grande”. “Fino a 52 anni ho fatto esclusivamente il medico, ricercatore e professore universitario – ha spiegato -. Poi si è aperta una nuova e inaspettata fase della mia vita fatta anche di libri, articoli, TV. Ho la convinzione che senza il liceo classico questa seconda fase non ci sarebbe stata”.

Anche prof Andrea Maggi, docente molto seguito sui social che ha raggiunto la popolarità grazie al docu-reality di Rai 2 Il Collegio, ha espresso il suo pensiero in merito all’utilità dello studio del Latino alle medie. Sebbene sia una lingua non più parlata, secondo Maggi è ancora molto importante perché “la letteratura latina è uno dei più grandiosi patrimoni letterari dell’Umanità – ha detto parlando ai suoi follower -. Autori come Virgilio, Seneca, Cicerone o Lucrezio sono imprescindibili, quindi dobbiamo saperli leggere e interpretare, quindi per farlo dobbiamo conoscere il latino”, ha proseguito.

Inoltre, ha sottolineato come in realtà nella vita quotidiana usiamo ancora il latino, come nelle molte espressioni latine che usiamo nell’italiano corrente. Un esempio? “Qui pro quo (qualcosa al posto di qualcos’altro), quando commettiamo un errore inavvertitamente abbiamo avuto ‘un lapsus’”, ha spiegato il docente.