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bambini elementari Fonte foto: 123rf

Scuola primaria: significato, origini e come funziona

Scopriamo quali sono le origini del nome 'scuola primaria' e come funziona in Italia.

Danila Franzone

Danila Franzone

ESPERTA DI EDUCAZIONE

Amante della scrittura a tutto tondo, lavoro da anni come web content editor e writer con un’attenzione particolare alla scuola, alla crescita personale e ai bambini con bisogni speciali. Nel tempo libero amo leggere libri di ogni genere e scrivere per progetti legati alla cucina e al benessere in tutte le sue forme.

La scuola primaria, nota anche come scuola elementare, rappresenta il primo vero approccio allo studio per i più piccoli. Strutturata in cinque classi, accompagna gli studenti dai 6 ai 10 anni circa di età.

Scopriamo, quindi, quali sono le origini del suo nome e come funziona nel mondo e, ovviamente, in Italia.

Scuola primaria: origini del nome

Il termine scuola primaria deriva dal francese ‘ècole primaire’ che si è poi diffuso nei paesi anglosassoni, diventando proprio il nome con cui oggi sono definiti i primi cinque anni di studio in tutto il mondo. Il suo secondo nome ‘scuola elementare’ si riferisce invece al fatto che nei primi cinque anni di studio, si apprendono solo le nozioni elementari e basiche di materie come la lingua, la scienza, l’arte, etc…

Si tratta, in altre parole, del primo livello di istruzione con il quale i bambini entrano in contatto e che getta le fondamenta per l’apprendimento successivo, ovvero quello che arriverà, in seguito, con le medie e le superiori.

Come funziona la scuola in Italia

La scuola primaria fa parte del primo livello di istruzione obbligatorio in quasi tutto il mondo e, per questo, è a titolo gratuito. Ovviamente è possibile studiare anche in scuole a pagamento e, quindi, private e paritarie. Suddivisa in cinque anni, segue quella che è nota come scuola dell’infanzia o materna e, come già accennato, rappresenta il primo livello di studi.

Sebbene a livello scolastico si possa dire che in qualche modo la scuola primaria sia sempre esistita come luogo di apprendimento, in Italia ha iniziato ad affermarsi intorno al 1800, definendosi sempre di più nel 1859 e, soprattutto con la legge Casati con cui lo Stato italiano prese definitivamente in carico l’educazione del popolo. Nel 1911 si è poi arrivati alla prima scuola elementare del tutto statale e aperta proprio a tutti. Infine, con la riforma Gentile si è passati ai famosi 5 anni di frequenza e a un modello scolastico più o meno simile a quello attuale ma con un maestro unico per ogni classe. Cosa cambiata dal 1990, anno in cui fu introdotto il gruppo di docenti, solitamente tre per classe. Un altro cambiamento importante è stato l’esame di quinta elementare, abolito con il Governo Berlusconi III e con l’inserimento della scuola elementare nel primo ciclo di istruzione obbligatoria, che comprende sia la scuola primaria che la scuola secondaria di primo grado e che termina con l’esame di terza media, indispensabile per poter accedere alle scuole superiori.

Inoltre dal 2000, con la riforma Moratti, c’è stato un cambiamento anche nei programmi ministeriali che sono stati strutturati in modo da creare un continuum con la scuola secondaria di primo e di secondo grado. La scuola primaria, quindi, nel corso del tempo ha subito davvero diverse modifiche e molte di queste sono tutt’ora in continuo fermento. Basti pensare al sistema dei voti e dei giudizi. Resta però, di fatto, che la scuola primaria rappresenta il primo vero approccio allo studio e che, per questo, consiste anche in una tappa fondamentale nella crescita dei bambini e nel loro rapporto con lo studio e con la scuola stessa.