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Liceo Made in Italy Fonte foto: iStock

Liceo del Made in Italy, dietrofront del Governo: la decisione

Sul tanto discusso Liceo del Made in Italy è arrivato il dietrofront del Governo Meloni: la decisione che cambia tutto e il commento del sindacato

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Dietrofront sulla decisione di far confluire l’indirizzo economico-sociale del Liceo delle Scienze umane nel Liceo del Made in Italy, il nuovo percorso scolastico voluto dal Governo Meloni. Ecco cosa è successo.

Dietrofront sul Liceo del Made in Italy

L’11 dicembre la Camera ha approvato l’atto 2119, che dispone la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 160/2024. Il provvedimento, che ora è passato al Senato per il via libera definitivo, presenta una modifica al testo del decreto-legge che è stata introdotta durante l’esame in commissione in merito al Liceo del Made in Italy.

Come riportato da ‘Open’, prima della discussione in Aula, infatti, le commissioni VII (cultura, scienza e istruzione) e XI (lavoro pubblico e privato) della Camera hanno detto sì a due emendamenti presentati da alcuni deputati delle forze di Governo (Lega e Fratelli d’Italia) che hanno soppresso una parte del comma 4 dell’articolo 18 del decreto-legge che reca le ‘Disposizioni urgenti per l’avvio del percorso liceale del made in Italy’.

Nel dettaglio, è stato eliminato il seguente periodo: “l’opzione economico-sociale presente all’interno del percorso del liceo delle scienze umane confluisce nei percorsi liceali del made in Italy, ferma restando, per le classi successive alla prima, la prosecuzione, ad esaurimento, dell’opzione economico-sociale”.

Tradotto: nel testo originale si stabiliva che per ogni classe prima del Liceo del Made in Italy (LMI) avrebbe dovuto chiudere un numero corrispondente di percorsi economico-sociali del Liceo delle Scienze umane (LES).

Una scelta, questa, che aveva scatenato numerose polemiche. Adesso però il Governo fa marcia indietro con gli emendamenti proposti dalla maggioranza che hanno, di fatto, eliminato questa possibilità.

La polemica del sindacato

Certamente un segnale importante è arrivato al Governo direttamente dal mondo della scuola, visto il flop delle iscrizioni al Liceo del Made in Italy per l’anno scolastico 2024/25″, ha commentato la Flc Cgil.

Al Liceo del Made in Italy, infatti, si sono iscritti 375 studenti in tutta Italia, pari allo 0,08% delle iscrizioni totali alle scuole superiori. A febbraio ha fatto molto discutere il caso di Crema (Cremona), dove solo un alunno aveva fatto domanda per il nuovo percorso scolastico.

“La Flc Cgil – hanno proseguito dal sindacato – sin dall’inizio aveva espresso un deciso parere contrario alla soppressione del LES, così come analogo parere era stato espresso anche in sede di Conferenza Unificata”, che aveva chiesto che il liceo Made in Italy fosse introdotto come opzione integrativa e non come sostituto dell’indirizzo economico-sociale.

“Successivamente la mobilitazione è proseguita con l’invio di una lettera a firma della segretaria generale della Flc Cgil, Gianna Fracassi, indirizzata ai 419 licei economico-sociali con l’invito rivolto ai collegi docenti a testimoniare la propria contrarietà con delibere e ordini del giorno. E, successivamente, l’invio di una memoria scritta in audizione dalla VII Commissione della Camera dei deputati in cui si ribadivano tutte le motivazioni della contrarietà”.

Il sindacato “auspica che, rispetto alla massiccia opera di revisione messa in campo in particolare nella scuola secondaria di secondo grado, il ministero dell’Istruzione si disponga all’ascolto del mondo della scuola, che ha immediatamente espresso diffidenza nei confronti di una riforma estemporanea, che rischiava di cancellare l’importante esperienza dei LES, già presente e consolidata nel panorama ordinamentale del sistema di istruzione“, hanno concluso dalla Flc Cgil.