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Scuola aperta a luglio, cambia il calendario scolastico? L'idea

Arriva l'idea di tenere la scuola primaria aperta anche nel mese di luglio per andare incontro alle famiglie: cambia il calendario scolastico?

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il calendario scolastico così come strutturato, con apertura delle scuole a settembre e chiusura a giugno, è da sempre al centro del dibattito pubblico. L’Italia, infatti, è uno dei Paesi con le vacanze estive più lunghe d’Europa (tre mesi circa). Secondo molti, questa lunga interruzione delle attività didattiche può acuire le disuguaglianze sociali, influenzare negativamente le competenze cognitive e relazionali di bambini e ragazzi, e complicare la conciliazione vita-lavoro per tantissimi genitori. Ed è proprio per andare incontro alle famiglie che è nata l’idea di tenere la scuola primaria aperta anche nel mese di luglio avanzata dal presidente trentino Maurizio Fugatti.

La proposta di tenere la scuola aperta anche a luglio

La petizione “Ristudiamo il calendario! Un nuovo tempo scuola non è più rimandabile”, lanciata a settembre 2023 (e tuttora attiva) su Change.org dall’organizzazione WeWorld e dal duo Sarah Malnerich e Francesca Fiore, autrici e attiviste del blog Mammedimerda, ha raccolto quasi 75mila firme. Nel documento si chiede di ridurre la durata delle vacanze estive, proponendo di lasciare aperte le scuole per tutto giugno e nel mese di luglio.

E adesso è arrivata una proposta in questo senso, anche se non riguarda tutta l’Italia. Non c’è ancora nessuna decisione definitiva, ma in Trentino, dopo le scuole dell’infanzia, si sta valutando di tenere le elementari aperte anche a luglio.

Durante la relazione dell’assestamento di bilancio, il governatore Maurizio Fugatti ha detto, come riportato da Il Dolomiti, di voler replicare “il successo dell’apertura della scuola dell’infanzia a luglio”.

“In virtù di questi risultati – ha proseguito il presidente trentino – occorre guardare avanti e pensare alle famiglie con figli in età scolare, valutando pertanto l’opportunità di estendere anche alla scuola primaria un percorso analogo”.

Fugatti ha precisato che “non si intende cambiare il calendario scolastico, ma è fondamentale proporre un progetto di conciliazione che vada oltre a quanto, comunque d’importante, già esiste oggi”.

La reazione dei sindacati

I sindacati hanno aspramente criticato la proposta avanzata dal governatore Fugatti. Per Cisl Scuola, “la scuola sta correndo un grande pericolo, trasformarsi definitivamente in un servizio conciliativo, allontanandosi dal suo ruolo educativo, triste effetto della mancanza di politiche strutturali a sostegno della genitorialità”.

L’altra criticità del progetto, hanno continuato da Cisl, sta nell’esistenza di “un contratto di lavoro che detta con precisione i tempi della didattica” che interessa non solo il personale docente, ma anche quello Ata e delle segreterie che “nel periodo estivo svolgono attività a chiusura dell’anno scolastico e propedeutiche all’inizio di quello successivo, incluse le manutenzioni e la pulizia degli ambienti”.

Molto critico anche il segretario della Flc Cgil trentina Raffaele Meo: ”L’istruzione non è conciliazione. Il presidente della provincia e tutta la maggioranza comincino a chiamare le cose col loro nome e a mettere in campo idee e nuove soluzioni di welfare”, che, secondo il sindacalista, sono fondamentali per andare incontro alle famiglie.

Meo ha continuato: “Non si possono scaricare sulla scuola pubblica – ambito sul quale peraltro rileviamo investimenti e stanziamenti di risorse ridicoli, zero idee, zero ambizione, zero visione – i problemi di un’intera società in cambiamento e il peso delle proprie scelte politiche”.

Se questa proposta andrà avanti, “la scuola non potrà far altro che rispondere con una mobilitazione senza precedenti per riaffermare la propria natura e la propria idea di cambiamento”, ha concluso il segretario della Flc Cgil.

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