Cambia il calendario scolastico? La risposta di Valditara
Dopo le numerose richieste, cambia il calendario scolastico o no? La risposta del ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara alle famiglie
A margine di una visita istituzionale in Emilia Romagna, Giuseppe Valditara ha parlato di calendario scolastico: cambia si o no? Dopo le numerose richieste da parte delle famiglie, ecco la risposta del ministro.
- Cosa ha detto Valditara sul calendario scolastico
- La petizione sul calendario scolastico in Emilia Romagna
- La petizione per ridurre le vacanze estive
Cosa ha detto Valditara sul calendario scolastico
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, durante la sua visita istituzionale in Emilia Romagna, ha affrontato anche il tema del calendario scolastico. Proprio dall’Emilia Romagna, infatti, a settembre è partita una petizione firmata da genitori e personale scolastico rivolta alla Regione per rivedere il tempo scuola, per quanto di sua competenza, perché si adatti meglio alle esigenze di ragazzi e famiglie.
Su questo, come riportato da ‘la Repubblica’, il ministro Valditara ha chiarito: “C’è una flessibilità regionale – ha spiegato -, ma credo che complessivamente il calendario, così come concepito oggi, difficilmente verrà modificato in futuro”.
La petizione sul calendario scolastico in Emilia Romagna
Come si legge sulla petizione ‘Ristudiamo il calendario Emilia Romagna’ lanciata sulla piattaforma Change.org, genitori e docenti hanno avanzato quattro richieste alla Regione:
- una maggiore flessibilità per quanto riguarda i giorni di inizio e fine della scuola, “in modo da evitare le date obbligatorie 15 settembre/6 giugno che negli ultimi anni hanno causato calendari senza alcun senso didattico e generato notevoli problemi di gestione alle famiglie”;
- l’introduzione di una pausa tra i due quadrimestri, “corrispondente più o meno al periodo di Carnevale, per consentire una pausa molto utile alla didattica, al recupero e all’apprendimento“;
- la progettazione del calendario sulla base delle necessità di apprendimento, “consentendo più pause che permettano di assimilare meglio i contenuti, specie per quanto riguarda la scuola primaria che ha meno problemi di scadenze finali legate a esami“;
- il coinvolgimento di una rappresentanza dei vari attori della scuola per la definizione dei calendari scolastici.
La petizione per ridurre le vacanze estive
L’appello partito dall’Emilia Romagna si rifà ad un’altra petizione, lanciata lo scorso anno (e ancora in corso) dall’organizzazione no profit WeWorld e da Sarah Malnerich e Francesca Fiore, autrici e attiviste del blog ‘Mammedimerda’. L’istanza, attualmente firmata da quasi 68mila persone, chiede alle istituzioni di ripensare il calendario scolastico per ridurre le vacanze estive a scuola.
Il periodo di interruzione didattica del sistema scolastico italiano prevede “una delle pause estive più lunghe d’Europa“, hanno spiegato i promotori dell’iniziativa. Questa interruzione, hanno proseguito da WeWorld, “non solo acuisce la perdita di competenze cognitive e relazionali di bambini, bambine e adolescenti, moltiplicando le disuguaglianze, ma impedisce la conciliazione vita-lavoro per tante famiglie costrette a destreggiarsi tra campi estivi costosissimi e mancanza di valide alternative”.
In una diretta Instagram, venerdì 8 novembre Sarah Malnerich e Francesca Fiore si sono confrontate con due italiane che vivono in Olanda, per fare un confronto tra il calendario scolastico italiano e quello olandese. Qui, ha spiegato un’ospite, “gli studenti hanno una pausa ogni sei settimane“. Nei Paesi Bassi, dove i periodi di stop dalle lezioni variano di regione in regione, “le vacanze estive durano dalle 6 settimane ai due mesi”, e ogni volta che i bambini non vanno a scuola, “tu puoi scegliere cosa fare, ci sono i doposcuola o i campi educativi“.
Inoltre, ha aggiunto, gli studenti non hanno mai compiti a casa, né durante i periodi di vacanza, né durante la classica routine scolastica.
Malnerich e Fiore hanno ribadito l’importanza di aggiornare il calendario scolastico per rispondere meglio alle esigenze delle famiglie e degli studenti di oggi. “A settembre, il ritorno a scuola è lento e difficile”, hanno spiegato, proponendo di mantenere le scuole aperte a giugno e luglio con attività formative sia per favorire la continuità didattica sia per andare incontro alle esigenze lavorative dei genitori.