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Crepet Fonte foto: Maria Cristina Napolitano / LiveMedia / IPA

Paolo Crepet attacca sui compiti a casa: "Fallimento totale"

"Un fallimento totale": il duro attacco dello psichiatra Paolo Crepet contro i compiti a casa e la sua proposta per il sistema scolastico italiano

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Paolo Crepet attacca il sistema scolastico italiano, definendo i compiti a casa “il sintomo di un fallimento totale della scuola”. Ecco cosa ha detto il noto psichiatra.

Crepet contro i compiti a casa

I compiti a casa sono “il sintomo di un fallimento totale della scuola. Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha criticato il sistema scolastico italiano in un’intervista a ‘Il Corriere Trentino’, polemizzando in particolare contro la prassi dei compiti da svolgere fuori dal contesto scolastico, che ha definito “una sorta di delega alla famiglia per colmare le lacune che la scuola non riesce a colmare da sola“.

Già nei giorni scorsi, l’assessore alla Scuola italiana della Provincia autonoma di Bolzano, Marco Galateo, con una lettera ha invitato docenti e presidi a ridurre il carico di compiti in occasione delle vacanze natalizie. Proposta (solo questa) che ha trovato l’approvazione di Crepet, secondo cui “non ha senso dare lunghe vacanze per poi rovinarle con i compiti“, che “non hanno niente di formativo“.

Adolescenti, social e famiglia

Ma lo psichiatra non concorda con l’idea che agli studenti serva “un equilibrio tra apprendimento e riposo”, come detto dall’assessore Galateo. “Riposo da cosa? – ha chiesto Crepet – C’è qualcuno che pensa che i nostri ragazzi siano stressati? I ragazzi non hanno alcun bisogno di ‘staccare’ per 15 giorni“.

Anche perché, ha proseguito Crepet, il tempo “risparmiato” dalla scuola verrebbe impiegato sui social, che hanno “anestetizzato la curiosità e il senso critico” nei giovani.

Inoltre, il sociologo ha anche criticato l’idea che per gli studenti avere meno compiti durante le vacanze significhi avere più tempo da passare in famiglia. Pensare che eliminando i compiti si possa “rafforzare la condivisione familiare è ingenuo – ha detto -. Se noi non diamo i compiti, allora gli adolescenti stanno con papà, mamma, nonni e zii? Una roba dell’altro mondo”. La famiglia, ha aggiunto Crepet, “non esiste più”. Durante le feste natalizie la casa “è un accampamento di gente in cui ognuno è ritirato nella propria tenda”.

L’idea di Paolo Crepet per cambiare la scuola

Per lo psichiatra, l’eliminazione dei compiti a casa dovrebbe essere accompagnata da “un cambiamento strutturale” del sistema scolastico, che dovrebbe promuovere un “modello di scuola a tempo pieno con brevi periodi di vacanza distribuiti lungo l’anno scolastico“, come previsto in alcuni Paesi del Nord Europa, per esempio Olanda e Norvegia. Secondo Crepet “meglio sarebbe avere vacanze meno lunghe e giornate scolastiche dilatate fino a metà pomeriggio, più efficaci per rimettere al passo chi è indietro e offrire alternative, dallo sport al teatro, per chi non ha problemi”.

Cosa proporrebbe Crepet agli studenti

Lo psichiatra ha concluso il suo intervento affermando che se fosse un insegnante “mi baserei sui ragazzi che ho davanti e darei delle linee guida”, consigliando “film tosti“, come le pellicole del regista statunitense Stanley Kubrick, tra tutte ‘Arancia Meccanica‘, che ha definito “un assoluto capolavoro”. Ma anche ‘Lolita‘, “un archetipo nato dalla fantasia maschile”, per “proporre una discussione” in classe e capire le reazioni degli studenti.

Sui libri da consigliare ai giovani quando sono fuori dal contesto scolastico, Crepet consiglierebbe Italo Calvino “o, più hard, Moravia“, ha concluso.