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Bambina fa i compiti delle vacanze Fonte foto: iStock

Compiti delle vacanze di Natale ridotti: l'idea di una Provincia

In Italia c'è una Provincia che ha deciso di lanciare una proposta per la scuola: ridurre i compiti delle vacanze di Natale dati agli studenti

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Compiti delle vacanze sì, compiti delle vacanze no. Su questo tema famiglie e anche insegnanti si dividono. Quando è tempo di chiudere le scuole, in estate e anche in occasione delle feste di fine anno, aumenta il dibattito sul fatto se sia giusto o meno riempire di esercizi e pagine da studiare studenti di ogni età. Proprio in merito ai compiti delle vacanze di Natale, una provincia italiana ha lanciato una proposta, quella di ridurre un po’ la mole di lavoro data agli alunni in quei giorni che dovrebbero essere di festa, di riposo, di condivisione con gli affetti cari. Non è mancata la pronta risposta dei presidi.

Compiti delle vacanze di Natale, la proposta per ridurli

A spiegare la proposta avanzata dalla Provincia Autonoma di Bolzano, in un’intervista al quotidiano ‘Il Corriere del Trentino’, è stato l’assessore provinciale alla scuola italiana Marco Galateo.

Tramite una lettera, inviata a docenti e dirigenti scolastici degli istituti presenti nella provincia del Nord Italia, l’assessore ha chiesto di poter ridurre il carico di compiti che vengono assegnati agli studenti in occasione della pausa per le feste di fine anno, che dura di solito una quindicina di giorni e che fa dalla Vigilia di Natale (24 dicembre) fino al giorno in cui si celebra l’Epifania (6 gennaio). Si tratta di un ponte spesso interessante per le famiglie che vogliono andare via qualche giorno, ma anche di giornate di riposo per stare anche un po’ in famiglia.

La riflessione “è frutto delle riflessioni emerse durante il sondaggio di quest’estate sulla settimana di pausa appena conclusa (la settimana sharm, in cui gli studenti sono stati a casa dal 27 ottobre al 3 novembre, ndr). Docenti e dirigenti avevano portato diversi studi autorevoli che dimostrano come una settimana di riposo sia funzionale allo sviluppo e all’apprendimento dei ragazzi. Allora, che le vacanze siano una pausa vera. Ora che ci avviciniamo a quelle natalizie ho voluto veicolare questo messaggio. I docenti hanno autonomia scolastica e la facoltà di individuare regole caso per caso”.

L’assessore nella sua lettera parla di “un approccio moderato nella quantità di compiti“, senza quantificare o senza annullare del tutto tali esercizi. La richiesta è quella di garantire “equilibrio tra apprendimento e riposo”.

A febbraio 2024 aveva sollevato polemiche, invece, la decisione dell’assessore alla scuola del Trentino, Francesca Gerosa, che aveva inviato una circolare per eliminare i compiti delle vacanze di Carnevale. In questo caso, invece, si invita solo a moderare la mole di compiti assegnati.

Riduzione dei compiti delle vacanze di Natale, la risposta dei presidi

La risposta dei presidi non è tardata ad arrivare, sempre dalle pagine del ‘Corriere del Trentino’, e sembra essere favorevole e accogliente verso questa proposta avanzata.

Marco Fontana, presidente dell’associazione nazionale presidi dell’Alto Adige e dirigente dell’istituto Battisti, ha così ribattuto all’assessore Marco Galateo: “Prendiamo questa lettera per quello che è, cioè un invito alla riflessione e a un equilibrio nella gestione delle vacanze, non un’imposizione. Ne parleremo in collegio docenti con calma. Da tanti anni come dirigenti scolastici ci diamo da fare per soppesare il carico di lavoro, sappiamo che una famiglia media non ha molto tempo da dedicarsi durante l’anno. Di solito, le segnalazioni di lamentele sui compiti arrivano dalla scuola primaria, dove anche bimbi nati lo stesso anno hanno spesso gradi di maturazione molto diversi tra loro, quindi c’è chi impiega dieci minuti per un compito e chi ci mette due ore. Per un insegnante non è facile calibrare il carico”.