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Liceo del Made in Italy con un solo iscritto: il caso a Crema

Un iscritto al Liceo del Made in Italy dell'istituto Munari di Crema: la vicenda è diventata un caso politico nazionale scatenando una polemica

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Solo un iscritto al Liceo Made in Italy di Crema (Cremona). Questo è il fatto. Intorno al fatto, però, nei giorni scorsi si è venuto a creare un vero e proprio caso politico che, dalla stampa locale, è arrivato su tutti i principali quotidiani nazionali. Ecco come è andata.

Liceo del Made in Italy a Crema: la lettera del preside ai genitori

Martedì 13 febbraio, il preside dell’Istituto Munari, Pierluigi Tadi, ha mandato una lettera ai genitori degli studenti iscritti alle classi prime del prossimo anno scolastico annunciando “un’importante modifica riguardante l’iscrizione“, come riportato dal quotidiano locale ‘La Provincia Cremona’.

“Al nostro istituto – queste le parole del preside riferite dal giornale cremonese – è stato concesso di avviare per il prossimo anno scolastico due classi di Liceo del Made in Italy in sostituzione dell’opzione economico sociale. Tuttavia, visto il rilevante numero di richieste di iscrizione per per l’indirizzo economico-sociale e al fine di accontentare il maggior numero di famiglie, abbiamo deciso di mantenere per il prossimo anno entrambe le opzioni. Abbiamo provveduto a suddividere gli alunni nelle due classi sulla base delle richieste volontarie o, come estrema ratio, tramite sorteggio”.

Liceo del Made in Italy con un iscritto: il caso politico

Il malcontento dei genitori e degli alunni coinvolti è così diventato un caso politico.

“Al Munari partirà la classe del Made in Italy pur con un solo iscritto. La figuraccia del liceo utile solo per la propaganda verrà quindi mascherata dal dirigente sulle spalle degli studenti”, ha scritto sui social il segretario provinciale di Sinistra italiana Paolo Losco.

A fargli eco, il consigliere della Regione Lombardia del Partito democratico Matteo Piloni. “Il Liceo del Made in Italy – si legge su un post Facebook – ha registrato solo 375 iscrizioni in tutta Italia. Il Munari ha registrato un solo iscritto. Di fronte a questi numeri dovrebbe sembrare evidente a tutti il flop di una proposta senza sostanza: nessun programma, nessuna linea guida, nessun indirizzo di formazione per gli insegnanti. A tutti tranne che a uno: il dirigente del Munari, il prof. Pierluigi Tadi, che ci regala sempre delle emozioni, ha deciso di far partire comunque la classe del Made in Italy”.

“Ancora una volta – ha concluso Piloni -, al Munari la volontà degli studenti e delle loro famiglie viene ignorata dal dirigente scolastico. Molte famiglie, e con loro alcuni insegnanti, stanno già criticando questa volontà e anche questa volta non saranno lasciati soli nel farlo”.

Sulla questione, è intervenuta anche la senatrice del Pd Simona Malpezzi, che ha annunciato un’interrogazione parlamentare.

Liceo del Made in Italy a Crema: il dietrofront

Dopo la polemica politica che si è creata intorno alla vicenda, è tornato a parlare il preside dell’istituto cremasco.

Pierluigi Tadi ha spiegato che, dopo aver ricevuto una sola adesione al Liceo del Made in Italy “ho scritto ai genitori degli iscritti al corso economico informando che il corso sarebbe andato a morire e, se avessero voluto, avrebbero potuto far passare i loro i figli al Made in Italy anche se le iscrizioni erano chiuse”, riporta l’Ansa.

“I genitori non hanno accettato la proposta, e così tutti restano nell’indirizzo economico e per il Made in Italy se ne parla il prossimo anno”, ha concluso il dirigente scolastico.

Dunque, all’Istituto Monari, l’unica scuola superiore della provincia di Cremona ad attivare l’opzione Made in Italy, il nuovo corso, almeno per quest’anno, non partirà.