
Raimo contro le linee guida di Valditara: "Battaglia sbagliata"
Christian Raimo contro le nuove Indicazioni nazionali per la scuola del ministro Valditara: perché per il prof sono una "battaglia sbagliata"
Christian Raimo, insegnante e scrittore, è tornato a criticare l’azione governativa del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. A finire nel mirino del prof, questa volta, c’è la bozza delle nuove Indicazioni nazionali, le linee guida per l’insegnamento nelle scuole italiane. Perché Raimo ha parlato di una “battaglia sbagliata“.
La polemica di Raimo sulle Indicazioni nazionali per la scuola
Christian Raimo ha espresso le sue perplessità sulle nuove Indicazioni nazionali per la scuola all’interno di un articolo pubblicato da Internazionale.
Secondo il prof, la bozza delle nuove Indicazioni, volute dal ministro Giuseppe Valditara e redatte da una commissione di esperti da lui incaricata, sono mosse dalla “convinzione che le criticità della scuola italiana – quelle che emergono nelle statistiche internazionali sull’alfabetizzazione, le competenze di base, eccetera – siano in parte il risultato di un andamento lassista che la scuola italiana avrebbe intrapreso almeno dal Sessantotto, quando è stato messo in discussione il concetto di autorità. Il rimedio – ha aggiunto Raimo – consisterebbe nel ritorno o nel progresso verso una ‘una scuola seria'”.
L’insegnante ha poi riportato le principali critiche rivolte alla bozza da esperti, pedagogisti, docenti, educatori e associazioni che si occupano di insegnamento. “In molti lamentano come la bozza sia un testo poco curato, che indichi un ritorno al passato, e che soprattutto nella parte dell’italiano, del latino (che dovrebbe essere inserito nel curricolo della secondaria di primo grado) e della storia riveli anche degli accenti autoritari, paternalisti e di precettismo didattico“, ha scritto Raimo.
Il prof ha fatto notare anche che le polemiche non si concentrano solo sui contenuti delle nuove Indicazioni nazionali, ma anche sul metodo di consultazione utilizzato dalla commissione sia per la loro stesura che per il dibattito attualmente in corso. “Lo stesso questionario proposto dal ministero per fare dei rilievi alla bozza è stato considerato da molti uno strumento insufficiente”, ha evidenziato Raimo.
Perché prof Raimo parla di “una battaglia sbagliata”
Per Christian Raimo “la quantità di reazioni, che vanno dal critico all’indignato”, che ha ricevuto la bozza, sono “una buona notizia” perché “hanno creato un dibattito ricco e davvero plurale su molte questioni importanti per la scuola: dalla riflessione sulla valutazione a quella sulla didattica della matematica“.
Però, ha aggiunto, “non bisogna ridimensionare il fatto che questo dibattito sia polarizzato, proprio perché il testo proposto dal ministero mostra, sotto molti aspetti, più che una discontinuità un’avversità di tipo politico, storico, ideologico“.
Per Raimo il problema, come aveva anticipato all’inizio della sua riflessione, è che le nuove Indicazioni nazionali sono nate per contrastare una “tradizione scolastica” che va avanti da decenni e che si basa su “una tradizione pedagogica che è nata dalle intuizioni pioneristiche di Bruno Ciari e don Lorenzo Milani, Gianni Rodari e Mario Lodi, Margherita Zoebeli e Tullio De Mauro. E che è stata portata avanti da migliaia di professori, moltissimi maestri e maestre elementari, che hanno sperimentato nelle loro classi un’idea diversa di scuola, più legata a una concezione pedagogica antiautoritaria, laboratoriale, partecipata, in nome di un’idea di società più ugualitaria, democratica e plurale”.
Secondo il prof le nuove Indicazioni nazionali “sembrano volerla cancellare con un tratto di penna, ma da almeno mezzo secolo questa tradizione ha prodotto proposte, pratiche e metodi didattici, sostenuti da risultati innovativi per la ricerca scientifica, sia nella scuola sia nell’università“.
Per questo, ha concluso Christian Raimo, “il rischio concreto è che quella del ministero, oltre a essere una battaglia sbagliata, diventi anche un’estenuante battaglia persa“.