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Indicazioni nazionali scuola Fonte foto: iStock

Indicazioni nazionali scuola, il caso matematica: "Vanno riviste"

Prosegue il dibattito sulle nuove Indicazioni nazionali per la scuola e scoppia il caso matematica: perché "vanno riviste" secondo gli esperti

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Continua il dibattito attorno alle nuove Indicazioni nazionali per la scuola dopo la pubblicazione della bozza del documento da parte del ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM). Molte delle critiche si sono focalizzate sulle novità introdotte nell’insegnamento della storia, ma anche i matematici hanno lanciato un appello al ministro Giuseppe Valditara per chiedere una revisione. Il caso matematica: perché le indicazioni “vanno riviste” secondo gli esperti.

Per i matematici le nuove Indicazioni nazionali “vanno riviste”

I matematici Pietro Di Martino, professore di Didattica della Matematica all’Università di Pisa, e Roberto Natalini, direttore dell’Istituto per le applicazioni del calcolo del Cnr, hanno espresso le loro perplessità sulle nuove Indicazioni nazionali per il primo ciclo d’istruzione in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera.

A loro avviso, la bozza del progetto presenta diverse “criticità” per quanto riguarda l’insegnamento della matematica. Il primo punto toccato da Di Martino e Natalini attiene all’inserimento dell’informatica nelle Indicazioni per la matematica. Per loro si tratta di “un’operazione discutibile” visto che la matematica non è solo “un semplice strumento per altre scienze”. La materia, hanno proseguito, “ha un significato formativo e un’epistemologia proprie, differenti dalle altre scienze e, in particolare, dall’informatica”.

Per questo, secondo i matematici è “fondamentale” che “si lavori per condividerne il forte e specifico senso formativo e la sua autonomia culturale”, soprattutto durante il primo ciclo d’istruzione, dove gli studenti si avvicinano per la prima volta alla matematica,

Di Martino e Natalini hanno evidenziato anche che presentare l’informatica come un “sottoinsieme” della matematica “appare svilente per il valore culturale dell’informatica stessa”.

“Possono passare messaggi pericolosi dal punto di vista didattico”

Un altro punto critico sollevato dai matematici riguarda la visione della matematica che secondo loro emerge dalle nuove Indicazioni: “È sottolineato il carattere immutabile delle verità matematiche e addirittura si parla di pensiero matematico innato“. Di Martino e Natalini hanno evidenziato che questi concetti, oltre ad alimentare “profonde perplessità dal punto di vista della loro fondatezza epistemologica, senza un’adeguata discussione possono passare messaggi pericolosi dal punto di vista didattico”.

La matematica, hanno spiegato, “è un prodotto culturale e, come tale, il pensiero matematico può essere sviluppato solo attraverso un percorso formativo intenzionalmente strutturato“. Per gli esperti “sostenere l’esistenza di capacità matematiche innate” o che i concetti astratti possano essere “acquisiti in modo spontaneo” alla scuola dell’infanzia “veicola un’idea di matematica stereotipata”. Questa visione, hanno aggiunto, “può influenzare in maniera pesante il processo di insegnamento-apprendimento”.

L’obiettivo principale della Matematica a scuola (per gli esperti)

Secondo Pietro Di Martino e Roberto Natalini, l’obiettivo principale del percorso formativo nel primo ciclo di istruzione dovrebbe essere “la condivisione del senso di ciò che si fa in matematica“. Al contrario, sempre a loro avviso, la bozza delle nuove Indicazioni appare “molto focalizzata sulla correttezza dei prodotti” piuttosto che sui “processi significativi di pensiero”.

L’appello dei matematici al ministro Valditara

Da qui il loro appello al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e alla commissione che ha redatto la bozza: “La nostra opinione è che la versione pubblicata abbia profonde complessità e che, per questo, debba essere ripensata, per eliminare le parti tra loro scollegate, talvolta contraddittorie, gli stili diversi e non coesi, tanti refusi”.

Per questo, “crediamo sia importante che la commissione ascolti con attenzione le molte voci che provengono dal mondo della ricerca e della scuola“, hanno concluso Di Martino e Natalini.