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Valditara Fonte foto: ANSA

Informatica alle elementari, l'annuncio del ministro Valditara

Prime nozioni di Informatica già dalle scuole elementari: questo l'annuncio del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara al summit Next Gen AI

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Lo studio dell’Informatica partirà dalle scuole elementari. Questo l’annuncio di Giuseppe Valditara che è arrivato dal palco dell’evento Next Gen AI, il primo summit della scuola sull’Intelligenza artificiale (IA) che si è tenuto a Milano. Ecco cosa ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito.

Valditara: “Elementi base di informatica già alla primaria”

“Nelle nuove Indicazioni nazionali ci saranno già a partire dalla scuola primaria elementi base, molto semplici, di Informatica”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara dal palco dell’evento Next Gen AI, il primo summit della scuola sull’IA che si è concluso il 3 febbraio a Milano.

La dichiarazione del ministro è arrivata dopo poco più di due settimane dall’annuncio delle Nuove indicazioni nazionali per le scuole (ex programmi scolastici), che hanno generato non poche polemiche. Dall’insegnamento del latino alle medie allo studio della Bibbia alle elementari, il progetto per la scuola del futuro tratteggiato da Valditara è stato bollato da più parti come “un ritorno al passato“.

Ieri, però, da Milano è arrivata “una novità particolarmente importante”, come definita dal responsabile dell’Istruzione, che mira a formare le nuove generazioni in tema di tecnologia partendo dalle scuole elementari.

Valditara ha anche sottolineato quali sono gli obiettivi di questa proposta. “Per esempio – ha detto -, vogliamo che il bambino sin dall’inizio sappia che cosa è, banalmente, un algoritmo. Insomma, che inizi ad avvicinarsi anche a quel linguaggio che potrebbe sembrare per iniziati”.

Intelligenza artificiale e tecnologia a scuola: cosa ha detto Valditara

Del resto, ha proseguito Valditara durante il suo intervento al summit Next Gen AI, “siamo tra i primi Paesi che hanno iniziato l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale a scopo didattico. Quattro regioni, e mi fa particolarmente piacere che la prima regione che ha aderito a questa sperimentazione sia la Calabria, sia una scuola di Palmi, della Locride. Questo vuol dire una straordinaria voglia di futuro e di anticipare le tendenze. Poi ci sono altre scuole in Lombardia, nel Lazio e in Toscana e contiamo, il prossimo anno, di moltiplicare queste scuole e queste regioni”.

Il ministro ha spiegato che la sperimentazione sull’Intelligenza artificiale nelle scuole italiane è costituita da due livelli. Il primo è “l’utilizzo degli assistenti virtuali nel correggere gli esercizi e nell’indicare le lacune in modo che il docente possa personalizzare la didattica“. Il secondo livello è “l’Intelligenza artificiale generativa, cioè l’IA capace di creare contenuti didattici partendo dalle necessità di ogni singolo studente. Ci può essere per esempio chi non sa sommare le frazioni. Magari nella stessa classe ci può essere chi non sa risolvere equazioni di secondo livello. Allora ecco che è necessario personalizzare. E l’Intelligenza artificiale può creare esercizi ad hoc, può seguire passo dopo passo e dare suggerimenti allo studente e, ovviamente, al docente”.

Durante il suo discorso, il ministro Valditara ha anche fatto riferimento ad alcuni investimenti destinati alla digitalizzazione delle scuole italiane, che hanno “dato risultati particolarmente straordinari” che hanno reso l’Italia “finalmente alla pari o forse anche più avanti rispetto ad altri Paesi”. Tra questi ha citato i “600 milioni di euro del PNRR per l’orientamento e la riduzione dei divari di genere, perché dobbiamo far sì che anche le ragazze abbiano le stesse opportunità di scegliere un percorso che le renderà protagoniste nella vita”. E ancora i “450 milioni per la formazione dei docenti” ed i “2,1 miliardi per le aule digitalizzate“.