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Valditara Fonte foto: ANSA

L'IA arriva a scuola in Italia: l'annuncio di Valditara

L'Intelligenza artificiale (IA) arriva a scuola in Italia: l'annuncio del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara al Teha Forum di Cernobbio

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

In Italia a scuola arriva l’Intelligenza artificiale. La sperimentazione dell’IA “parte in 15 classi in alcune regioni”: questo l’annuncio del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara al Teha Forum di Cernobbio (Como).

L’Intelligenza artificiale sbarca nelle scuole italiane

Si torna a scuola. Dopo gli studenti della provincia autonoma di Bolzano, rientrati in classe il 5 settembre, oggi la prima campanella è suonata a Trento, e da mercoledì 11 fino a lunedì 16 settembre per tutti gli alunni d’Italia inizierà ufficialmente il nuovo anno scolastico.

Ad accogliere ragazze e ragazzi quest’anno ci saranno numerose novità, a partire dall’Intelligenza artificiale, che sbarca in 15 classi di 4 regioni “per la personalizzazione della didattica“. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara al Teha Forum di Cernobbio.

Siamo uno dei primi Paesi ad avere avviato quest’anno scolastico una sperimentazione nell’utilizzo dell’Intelligenza artificiale per la personalizzazione della didattica”, ha detto il responsabile della scuola. La sperimentazione “parte in 15 classi, in alcune regioni: Calabria, Lazio, Toscana, Lombardia”.

Il ministro ha aggiunto che “se il modello funzionerà, pensiamo di estenderlo ulteriormente”, anche perché la personalizzazione della didattica “è uno dei must della mia azione di governo in materia di istruzione”, ha precisato. E l’IA può essere lo strumento adatto per farlo: “credo che l’Intelligenza artificiale, adeguatamente guidata dal docente, possa svolgere un ruolo significativo“.

L’IA per personalizzare la didattica

Giuseppe Valditara già lo scorso luglio, durante il convegno ‘La scuola artificiale’ a Palazzo San Macuto a Roma, aveva parlato di questo “progetto pilota” per “sperimentare assistenti basati sull’Intelligenza artificiale“, definendolo “un passaggio significativo nell’ottica di personalizzazione della didattica”.

In quel contesto, il ministro aveva spiegato che l’obiettivo della sperimentazione è “valutare l’efficacia di questi assistenti nel migliorare le performance degli studenti” e “identificare le migliori pratiche per integrare l’Intelligenza artificiale nella didattica quotidiana”. Tutto questo garantendo un utilizzo dell’IA “etico e rispettoso della privacy degli studenti e dei docenti” e assicurando che l’Intelligenza artificiale “sia utilizzata come strumento di supporto mantenendo però il docente sempre al centro“.

Quello che si attende, aveva specificato Valditara, è “un miglioramento dei risultati degli studenti, una riduzione del carico di lavoro amministrativo per i docenti permettendo loro quindi di concentrarsi maggiormente sull’insegnamento e sul rapporto anche personale con i singoli studenti, e una maggiore inclusione per quei bisogni educativi speciali“.

Valditara aveva infine evidenziato che occorre “innanzitutto evitare che l’Intelligenza artificiale venga usata come strumento di deresponsabilizzazione. Sappiamo che molto frequentemente gli studenti fanno i compiti a casa utilizzando l’Intelligenza artificiale. Tutto questo deve essere evitato”.

Le altre novità per la scuola

Tornando al forum di Cernobbio, Valditara ha posto l’attenzione sulle varie novità che entrano a regime con l’anno scolastico 2024-2025. Come il modello del 4+2 per l’istruzione tecnica e professionale, “un passaggio fondamentale” che “dovrà trasformarsi da sperimentazione a un modello applicato ordinariamente”. La riforma del 4+2 “è improntata alla concretezza”, ha evidenziato il ministro, ricordando che l’Italia ha un “mismatch eccezionale rispetto ad altri Paesi fra domanda e offerta di competenze”.

Valditara ha anche parlato dei PCTO (percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento), l’ex alternanza scuola-lavoro, che “continuo a chiamarla così perché Pcto mi risulta un po’ urticante come termine”, ha affermato. Anche al G7 della Scuola si è posto l’accento sulla “necessità di collegare sempre di più la scuola al mondo dell’impresa” e “di potenziare l’istruzione tecnico professionale”. Su questo “ho trovato uno straordinario consenso da parte di tutti i ministri presenti”, ha evidenziato. “Tutti si stupiscono che invece in Italia ci sia qualcuno che guarda a questa riforma con ostilità – ha proseguito -, quasi nostalgico di Gramsci, dei percorsi unitari, di quei percorsi differenziati, e che ci sia ancora qualcuno che parli di sfruttamento, di una scuola subordinata alle esigenze dell’impresa. È evidente che non è così”.

Infine, le nuove linee per l’insegnamento dell’Educazione civica. “Per la prima volta, e credo che questa sia anche una piccola rivoluzione culturale, ho voluto che si parlasse di Costituzione a 360 gradi – ha dichiarato il ministro -, quindi che si parlasse anche del valore dell’iniziativa economica privata, del valore della proprietà privata, dell’importanza del lavoro”. Perché “ritengo che valorizzare l’impegno, valorizzare la cultura del lavoro, l’importanza del lavoro come un principio a cui i ragazzi debbano ispirarsi sia assolutamente fondamentale”, ha concluso Valditara.