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Bimbi maschi più bravi in matematica delle femmine: lo studio iStock

Perché i bimbi maschi sono più bravi delle femmine in matematica

Un nuovo studio conferma che i bambini maschi sono più bravi delle femmine in matematica, ma le cause non sono di origine genetica: ecco perché

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

I bambini maschi sono più bravi delle femmine in matematica già dal primo anno di elementari, e il divario cresce ulteriormente con il passare degli anni. A confermarlo uno studio condotto su 2,5 milioni di bambini in Francia, che evidenzia come le cause non siano di origine biologica, sfatando ancora una volta lo stereotipo per cui gli uomini sarebbero “più portati” geneticamente per la matematica rispetto alle donne.

I numeri dello studio sulle competenze matematiche tra bambini

In Francia è stato condotto un importante studio pubblicato sulla rivista Nature, volto a valutare lo sviluppo delle competenze di bambini e bambine in matematica nel corso degli anni. I dati emersi dall’indagine, condotta su 2,5 milioni di bambini francesi analizzati per 5 anni, hanno portato a interessanti conclusioni che portano a conoscere meglio le cause del divario di genere all’interno delle discipline STEM.

Ecco cosa è emerso dallo studio condotto da Elizabeth Spelke, psicologa cognitiva e importante esperta di apprendimento precoce: prima dell’inizio della scuola elementare non sono state rilevate differenze nelle competenze matematiche di bambini maschi e femmine. Ma già solo 4 mesi dopo l’inizio delle lezioni in prima elementare, è iniziato un divario tra i due generi nell’approccio ai numeri e al ragionamento matematico. Un “piccolo ma significativo divario matematico a favore dei ragazzi”, inizialmente, ma che è continuato a crescere nel tempo: all’inizio della seconda elementare l’effetto si è quadruplicato, mentre in quarta elementare e poi in prima media è risultato ancora più grande.

Inoltre, un dato che conferma come prima dell’inizio dello studio della matematica a scuola non esistano differenze tra maschi e femmine, è legato a un cambiamento apportato dal ministero dell’Istruzione francese: nel 2019, a causa dei dati piuttosto negativi nelle competenze matematiche dei bambini, è stato introdotto un modulo di insegnamento matematico prescolare durante l’asilo. Ciò che è emerso è importante: i bambini che avevano partecipato all’iniziativa prescolare, al primo giorno di elementari presentavano già un minimo divario tra bambini maschi e bambine femmine, come spiegato da Spelke, consulente del Consiglio scientifico del ministero dell’Istruzione francese.

Perché i bimbi maschi sono più bravi delle femmine in matematica

Lo studio condotto in Francia conferma quindi ancora una volta ciò che altri studi hanno già sostenuto: non esiste alcuna differenza genetica tra la mente maschile e quella femminile nei confronti delle materie STEM, sfatando quindi lo stereotipo secondo il quale gli uomini sarebbero “più portati” delle donne per la matematica.

Perché allora si verifica questo gap di genere nelle competenze matematiche? Secondo Spelke non dipenderebbe da un bias sociale (ovvero un pregiudizio sociale): “Se ci fosse davvero un pregiudizio sociale pervasivo e i genitori ne fossero suscettibili, ci aspetteremmo che i ragazzi fossero più orientati verso i compiti spaziali e numerici quando arrivavano a scuola per la prima volta”, ha spiegato la psicologa.

Le cause, invece, potrebbero essere ricollegabili proprio all’ambiente scolastico. Lo studio, infatti, indica la scuola come il fattore determinante, con stereotipi di genere che verrebbero trasmessi anche solo involontariamente da adulti e insegnanti, che ad esempio vedrebbero i successi dei bambini legati a una “predisposizione naturale”, e quelli delle bambine come frutto di studio e forte impegno. Una distinzione che, seppur involontaria, genera insicurezze e ansia da prestazione scolastica.

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