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L'attore italiano Giuseppe Battiston Fonte foto: Ansa

Che scuola ha fatto Giuseppe Battiston, a lezione con Albanese

Giuseppe Battiston è un attore italiano che veste i panni dell'ispettore Stucky: che scuola ha fatto e i corsi seguiti con Antonio Albanese

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Giuseppe Battiston è un famoso attore italiano, protagonista di una serie in onda su Rai 2 in cui veste i panni dell’ispettore Stucky, personaggio nato dalla penna di Fulvio Ervas. Nel corso della sua carriera, però, ha interpretato tanti diversi ruoli, che lo hanno fatto conoscere dal grande pubblico che lo ama e lo segue in ogni sua interpretazione. Che scuola ha fatto Giuseppe Battiston e com’è diventato l’apprezzato interprete che tutti oggi conosciamo? Forse non tutti sanno che è andato anche in classe con un altro famoso attore italiano, Antonio Albanese.

Che scuola ha frequentato Giuseppe Battiston

Giuseppe Battiston è nato a Udine il 22 luglio del 1968. Attore teatrale e cinematografico, dopo la licenza media ha frequentato il Liceo Classico, ma, come ha sottolineato lui in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, “non è necessario raccontarlo. Non sono cose così interessanti”.

Di quel periodo, però, ricorda in particolare “il professor Aldo Scarpis, storico docente del liceo Parini, è un mio carissimo amico. Prima di insegnare a Milano aveva insegnato a Udine: condividevo già allora con lui la passione per il teatro. Quella per il greco no, quella era solo sua”.

Battiston a scuola di teatro con Antonio Albanese

Giuseppe Battiston ha lasciato da giovane, poco più che maggiorenne, la sua Udine per frequentare i corsi della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, dove si è diplomato. Qui ha trovato un compagno di classe davvero eccezionale, diventato poi uno degli attori più famosi del panorama cinematografico italiano: Antonio Albanese.

Non solo: qui ha iniziato a collaborare con il regista Silvio Soldini, partecipando a diversi film come “Un’anima divisa in due” e “Le acrobate”. Il grande successo lo ha ottenuto, però, con il “Pane e tulipani”, per il quale ha anche vinto il David di Donatello e il Ciak d’oro come miglior attore non protagonista. In seguito lo abbiamo visto anche in altri produzioni cinematografiche del regista, come “Agata e la tempesta”.

Battiston ha preso parte anche al cast di “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini, “Chiedimi se sono felice” con Aldo, Giovanni e Giacomo, “La tigre e la neve” di Roberto Benigni. Nel 2016 lo abbiamo visto nel cast di “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese e in seguito anche al “Pinocchio” di Robert Zemeckis. Ha debuttato come regista nel 2023 in “Io vivo altrove!”, commedia che si ispira al romanzo Bouvard e Pécuchet di Gustave Flaubert. Ricco anche il suo curriculum a teatro.

I racconti di Battiston sulla scuola Paolo Grassi: gli aneddoti e la polemica

Ricordando i tempi della scuola di teatro nell’intervista al ‘Corriere della Sera’, Giuseppe Battiston ha fatto una battuta sulla coppia formata da lui e Antonio Albanese: “Che annata. Avevano finito i belli. Noi eravamo più interessanti che belli”. Ricordando il suo compagno, ecco com’erano entrambi a quei tempi: “Eravamo tutti molto fisici. Antonio era esplosivo già a scuola. Andavamo a vederlo allo Zelig in viale Monza, quando lo Zelig era un localino piccolo piccolo, ed era uno spasso”.

È passato tanto tempo da quando andava a scuola di teatro alla Paolo Grassi, ma ha tanti ricordi di quel periodo: “Eravamo un gruppo eterogeneo, ricordo l’entusiasmo generalizzato. Stavamo alla Paolo Grassi di Milano: era un’occasione, guai a sprecarla. Abbiamo toccato con mano la varietà delle correnti nel teatro italiano, europeo e mondiale. A scuola arrivavano i maestri, da Thierry Salmon a Yoshi Oida a Heiner Müller: non c’è un grande dell’epoca che non sia passato da lì”. Anche Soldini, con cui poi ha iniziato a collaborare, andava sempre a vedere gli spettacoli degli studenti.

Oggi, però, le cose sono cambiate secondo lui. “Non voglio essere malinconico, però allora era davvero possibile vivere certe esperienze. C’era un altro spirito: eravamo più ingenui, forse, ma più aperti. E poi la solita cosa”. Incalzato dall’intervistatore, l’attore ha spiegato, con una vena di polemica, cos’è la solita cosa che avrebbe rovinato quel bel clima vissuto da lui ai tempi del corso di teatro: “Le scuole non hanno soldi, organizzare stage così è difficile. Ai quei tempi c’erano più investimenti sulla cultura“.