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Chi è prof Claudia Fumagalli, che insegna geografia con il film "Troy" Fonte foto: Facebook Claudia Fumagalli/ANSA

Chi è Claudia Fumagalli, la prof di TikTok che insegna con i film

La prof di TikTok Claudia Fumagalli spiega come riesce a insegnare italiano, storia e geografia con film come "Troy" e "Wonder": il metodo originale

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Niente lezione frontale classica per la prof che sta spopolando con su TikTok, dove ha superato i 102mila follower in poco tempo. Claudia Fumagalli, 52 anni, è insegnante di italiano, storia e geografia all’istituto Don Piero Pointinger di La Valletta Brianza (Lecco), che comprende primarie, medie e scuola dell’infanzia per i comuni di La Valletta, Santa Maria Hoè e Castello Brianza.

La docente ha un metodo originale per spiegare i vari concetti ai propri studenti: utilizza dialoghi e scene dei film celebri, come Troy, Wonder, Non ci resta che piangere, Billy Elliott o Il bambino con il pigiama a righe, e ai ragazzi piace.

Come insegna la prof di TikTok Claudia Fumagalli

Professoressa, scrittrice e tiktoker, Claudia Fumagalli non ama spiegare frontalmente la grammatica o la geografia ai propri studenti, ma prepara lezioni che diventano ore di vero e proprio intrattenimento per i giovani alunni. Lo ha raccontato in una recente intervista al Corriere della Sera: “Il cinema l’ho sempre usato perché quando dici agli alunni che guarderanno un film, prima ancora di sapere qual è, esultano di gioia. Quindi, con il film li catturi e poi li porti dove vuoi, nel mio caso, ad affrontare la grammatica, a scrivere un testo. I miei alunni scrivono moltissimo, la scrittura è una competenza fondamentale che si sta perdendo”, ha spiegato.

Far guardare un film agli studenti significa “prevedere molti punti di stop”, ha sottolineato, perché “coi ragazzi di oggi non puoi più vedere un film dall’inizio alla fine senza fermarlo. Ora hanno una capacità attentiva più limitata e povertà di lessico“.

Alcuni esempi pratici? Partendo dai dialoghi di film come Wonder e Il bambino con il pigiama a righe, insegna a fare un tema e spiega le parti invariabili di un discorso: fermando la pellicola in determinati punti, chiede agli alunni di scrivere una descrizione di un attore, senza fermarsi ad aggettivi banali. Con la pellicola Non ci resta che piangere, invece, tratta il Medioevo, il discorso diretto-indiretto e le parole primitive e derivate. Facendo guardare Troy, il colossal con Brad Pitt e Orlando Bloom che ripercorre le tappe salienti dell’Iliade, riesce a spiegare una parte del programma di geografia. Come? “Si parte dalla scene delle navi dirette a Troia per imparare a individuare i punti cardinali – ha spiegato Fumagalli -. Faccio usare la cartina geografica fisica e politica, i ragazzi fanno i calcoli per trovare la distanza percorsa dalla flotta achea, costruiscono istogrammi, preparano la mappa di Troia e così via. Si divertono e si esercitano”.

“Ogni film – ha raccontato la prof di TikTok – porta competenze e arricchisce il lessico. Sono convinta che il grande problema delle prove Invalsi sia il lessico: parecchi ragazzi non capiscono le domande, se avessero un dizionario a disposizione andrebbero meglio”.

La cosa più difficile da insegnare ai ragazzi secondo prof Fumagalli

Claudia Fumagalli, nei suoi anni di insegnamento dentro e fuori la scuola, ha notato che il lessico dei bambini di oggi si è impoverito, “perché nel mondo in cui viviamo oggi è tutto breve: i cartoni animati durano pochi minuti e prevedono dialoghi banali. Le canzoni dei rapper e dei trapper usano parole facili e ricorrenti. E i ragazzi anche su YouTube guardano più spesso gli ‘shorts’, gli ‘highlights’ (i riassunti) piuttosto che le puntate intere di qualsiasi cosa gli interessi”.

Per un docente, secondo la prof tiktoker, la cosa più difficile da insegnare agli alunni è la produzione scritta: “Fanno una grande fatica ad affrontare i temi, ma con questa metodologia innovativa piace, perché li spinge a ragionare sempre”.

Ha tenuto inoltre a sottolineare un altro concetto importante: “Quello che dobbiamo insegnare ai ragazzi è il metodo di studio più che gli argomenti. Una delle lamentele che ricevo dai genitori sui social è che tanti professori spiegano e spiegano continuamente, ma non insegnano a studiare”. Un tema largamente dibattuto nell’ultimo periodo, anche alla luce delle polemiche sorte con le Nuove Indicazioni Nazionali, che richiederanno un maggior studio mnemonico di poesie e testi.

Secondo Fumagalli avrebbero ragione i genitori: “Che senso ha dare da studiare 20 pagine di storia? Te ne do 4 o 5 ma ti insegno a preparare una mappa o un riassunto, a capire quali sono i concetti da ricordare”.

Compiti per le vacanze, ansia e assunzioni a scuola: cosa pensa Claudia Fumagalli

Spazio anche ad altri temi caldi nel mondo della scuola e degli adolescenti, partendo dai compiti delle vacanze, che prof Fumagalli assegna, ma solo in estate e non a Natale. Si passa poi alla questione dei voti, per i quali ogni tanto si torna a proporre di abolirli: “Servono eccome – ha asserito la prof -, perché valutano la ‘prestazione’, non la persona. La scuola senza voti non ha senso, così come una partita di calcio senza punteggio non piacerebbe a nessuno: prima o poi i giovani dovranno cimentarsi con i voti nella loro vita. Ma le valutazioni vanno sempre accompagnate con la motivazione”.

Recentemente, su TikTok, alcuni docenti mostrano di applicare un bollino sopra ai voti, da grattare come gratta e vinci. Un metodo utilizzato per togliere negli studenti l’ansia del voto. Ma per Fumagalli “questa è proprio una cosa senza senso” e ha spiegato il suo punto di vista: “È vero, dopo il Covid sono comparse molte fragilità che non avevo mai visto in classe, come gli attacchi di panico e l’aumento di alunni seguiti allo psicologo. Però non dobbiamo esagerare, trasferire su di loro una paura degli adulti, fargli imparare che una nota si può prendere, un 5 si può prendere. E un po’ di ansia ci sta, non succede nulla”.

Infine, il pensiero sulla nomina dei professori di ruolo a dicembre, che ritiene “una cosa assurda”: “Ogni ministro in carica promette che a settembre ci saranno tutti i docenti in cattedra e poi non succede mai”.