Salta al contenuto
come-aiutare-studiare-dislessico

Come aiutare a studiare chi è dislessico

Maria Taverna

Maria Taverna

PSICOLOGA CLINICA E DINAMICA

Psicologa clinica e dinamica, esperta nell'uso di tecniche cognitivo-comportamentali e profonda conoscitrice dei processi di comunicazione efficace. La sua esperienza pluridecennale nel campo delle disabilità le ha permesso di sviluppare una predisposizione all'individuazione e al trattamento degli stati di burnout, ansia e difficoltà nelle relazioni. Lo sviluppo ed il potenziamento delle sfere più personali dell'io individuale, attraverso il superamento di stati di blocco o difficoltà emotive, costituisce il nucleo centrale dei suoi trattamenti, che siano individuali, di coppia o di gruppo.

La dislessia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) che riguarda in particolare la lettura. Chi è dislessico può incontrare difficoltà nel decifrare le parole scritte, leggere fluentemente o comprendere in modo immediato ciò che legge. Queste difficoltà, però, non sono legate all’intelligenza o alla motivazione: uno studente dislessico ha lo stesso potenziale dei coetanei, ma ha bisogno di strategie diverse e di un supporto mirato per esprimere al meglio le proprie capacità.

Aiutare a studiare un ragazzo o un adulto dislessico significa creare un ambiente favorevole, scegliere strumenti adeguati e adottare metodi che valorizzino i suoi punti di forza. Non si tratta di “semplificare” lo studio, ma di personalizzarlo per renderlo efficace e accessibile.

Conoscere la dislessia: il primo passo per aiutare

Prima di tutto, è fondamentale comprendere cosa significa essere dislessici. La dislessia non è una malattia e non si cura: è una diversa modalità di funzionamento del cervello, che coinvolge l’elaborazione del linguaggio scritto. Può manifestarsi in modi diversi da persona a persona, ma alcune difficoltà comuni includono:

  • Lentezza nella lettura e fatica nel mantenere la concentrazione sul testo scritto.
  • Errori di decodifica: lettere invertite, saltate o confuse tra loro.
  • Difficoltà di comprensione del testo se letto ad alta voce o troppo rapidamente.
  • Senso di frustrazione o demotivazione, soprattutto dopo ripetuti insuccessi.

Conoscere queste caratteristiche aiuta a evitare giudizi errati (“non si impegna”, “è svogliato”) e a offrire un supporto più empatico, paziente e funzionale.

Creare un ambiente favorevole allo studio

Lo spazio in cui lo studente studia ha un impatto notevole sulla qualità dell’apprendimento. Per chi ha difficoltà di concentrazione e lettura, è importante studiare in un ambiente:

  • Silenzioso e privo di distrazioni visive o sonore, per evitare sovraccarichi cognitivi.
  • Ben illuminato e ordinato, con materiali facilmente accessibili.
  • Accogliente e rilassato, dove lo studente si senta a proprio agio e non sotto pressione.

Un buon ambiente di studio aiuta a ridurre lo stress, favorisce la concentrazione e rende il momento dello studio più piacevole.

Utilizzare strumenti compensativi

Gli strumenti compensativi sono tecnologie o supporti che aiutano a superare le difficoltà legate alla lettura e alla scrittura. Non sono “scorciatoie”, ma strumenti essenziali per garantire pari opportunità a chi è dislessico.

Ecco alcuni degli strumenti più utili:

  • Software di sintesi vocale: leggono ad alta voce i testi, facilitando la comprensione.
  • Mappe concettuali e mentali: aiutano a visualizzare e organizzare le informazioni in modo intuitivo.
  • Registratori vocali: permettono di riascoltare lezioni o spiegazioni più volte.
  • Libri digitali (PDF o eBook): spesso compatibili con la sintesi vocale e personalizzabili nel font e nella dimensione del testo.
  • Programmi di videoscrittura con correttore ortografico: riducono l’impatto degli errori di scrittura.

È importante che l’utilizzo di questi strumenti sia integrato nel metodo di studio e non vissuto come un “ripiego” o qualcosa di diverso dagli altri.

Adottare un metodo di studio personalizzato

Chi è dislessico può imparare a studiare in modo efficace, ma ha bisogno di strategie su misura per memorizzare, comprendere e organizzare le informazioni. Il metodo tradizionale “leggi e ripeti” spesso non funziona.

Ecco alcune tecniche utili:

  • Studiare a voce alta: leggere e spiegare con parole proprie aiuta la comprensione e la memorizzazione.
  • Dividere il lavoro in piccoli blocchi: pause frequenti aiutano a mantenere l’attenzione e a non sovraccaricare la memoria.
  • Usare il canale visivo e uditivo: guardare immagini, ascoltare registrazioni, fare schemi e mappe.
  • Ripassare con domande e giochi: il coinvolgimento attivo rende l’apprendimento più stabile e piacevole.

Un tutor specializzato o un insegnante di sostegno può aiutare a strutturare un metodo efficace e adatto al singolo studente.

Motivare senza pressioni

La motivazione è un elemento chiave nell’apprendimento. Uno studente dislessico, soprattutto se ha vissuto esperienze scolastiche negative, può sentirsi insicuro, frustrato o poco valorizzato. In questi casi, è essenziale offrire un supporto emotivo costante.

Ecco come aiutare in modo motivante:

  • Riconoscere i progressi, anche piccoli, e valorizzare l’impegno più che il risultato.
  • Evita confronti con gli altri: ogni percorso è unico e personale.
  • Offrire feedback costruttivi: non focalizzarsi sugli errori, ma sulle strategie per superarli.
  • Incoraggiare l’autonomia: aiutare non significa fare al posto dell’altro, ma fornire gli strumenti per farcela da soli.

Lavorare in sinergia con la scuola

Per supportare uno studente dislessico nel modo più efficace possibile, è importante che famiglia, scuola e professionisti collaborino. La comunicazione tra insegnanti, genitori, tutor e specialisti permette di costruire un percorso coerente e su misura.

È utile:

  • Condividere il Piano Didattico Personalizzato (PDP) e monitorarne l’applicazione.
  • Partecipare ai colloqui con i docenti per valutare i progressi e le criticità.
  • Coordinarsi per l’uso di strumenti compensativi e per la verifica degli obiettivi raggiunti.

Una rete di supporto ben organizzata fa sentire lo studente compreso, sostenuto e capace.

Aiutare a studiare chi è dislessico richiede tempo, pazienza e competenze, ma i risultati possono essere sorprendenti. Ogni studente con dislessia ha un potenziale da scoprire e valorizzare, e con il giusto metodo può raggiungere traguardi significativi.

Offrire supporto non significa solo spiegare meglio o semplificare i compiti: significa costruire un percorso insieme, dove la diversità di apprendimento non è un limite, ma una risorsa da conoscere e gestire. Con rispetto, comprensione e strumenti adeguati, lo studio può diventare un’esperienza di successo anche per chi è dislessico.