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L'esploratore Cristoforo Colombo Fonte foto: Ipa

Cristoforo Colombo italiano o spagnolo? Lo svela il testamento

I libri di storia dicono che Cristoforo Colombo era italiano: era nato a Genova. Un documentario ci svela altro sulla nazionalità dell'esploratore

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Cristoforo Colombo era italiano. O forse no. Quello che abbiamo sempre studiato sui libri di scuola è stato messo in discussione da uno studio, presentato da un documentario spagnolo che svelerebbe che la nazionalità dell’esploratore, che per primo ha scoperto le Americhe nel 1492, forse era un’altra. Eppure il suo testamento dice chiaramente quello che tutti noi credevamo essere la verità: dove è nato Colombo e di quale nazionalità era davvero?

Lo studio sulla nazionalità di Cristoforo Colombo

Secondo uno studio condotto da alcuni scienziati che hanno esaminato il Dna dei resti del navigatore, Cristoforo Colombo non era italiano. Era in realtà un ebreo sefardita nato in Spagna. Il professor Miguel Lorente, docente dell’università di Granada, uno dei massimi esperti di analisi forensi, ha studiato alcuni piccoli campioni dei resti del navigatore, che si trovano sepolti nella cattedrale di Siviglia. Li ha poi paragonati ai campioni di Dna di alcuni suoi discendenti, come il figlio Hernando Colon. Il professore, spiegando il metodo di indagine, ha svelato che avevano il Dna di Colombo, parziale ma sufficiente, e “il Dna di Hernando Colon, suo figlio. E sia nel cromosoma Y, cioè maschile, di Hernando, sia nel suo mitocondrio, trasmesso dalla madre, ci sono tratti compatibili con l’origine ebraica. Dopo avere analizzato 25 diverse possibili origini, siamo dunque giunti alla conclusione che Colombo potesse essere soltanto un ebreo di origine europea”. Quindi secondo il docente il mistero sarebbe stato risolto, togliendo a Colombo la nazionalità italiana.

Per 22 anni lo scienziato ha indagato sulle origini di Colombo: per prima cosa ha stabilito che i resti che si trovano nella città spagnola sono effettivamente quelli dello scopritore delle Americhe, visto che diversi storici non erano concordi. Questo perché il navigatore è morto nel 1506, all’età di55 anni, nella città spagnola di Valladolid. Nelle sue ultime volontà, però, ha chiesto di essere sepolto nell’isola di Hispaniola, oggi condivisa dalla Repubblica Dominicana e da Haiti. Era la prima colonia europea nel Nuovo Mondo da lui scoperto. Nel 1795, però, le sue spoglie sono state trasferite a Cuba e poi nel 1898 a Siviglia. Nel 1877, però, nella cattedrale di Santo Domingo sono state trovate alcune ossa che secondo le autorità locali appartenevano a lui. Secondo il professor Lorente potrebbero essere entrambe le bare di Colombo, anche perché i resti conservati a Siviglia non sono completi.

La teoria di un documentario spagnolo

Ad annunciare questa “scoperta” è stato un documentario trasmesso nella serata di sabato 12 ottobre 2024 dalla televisione spagnola Rtve, per celebrare lo sbarco di Colombo il 12 ottobre 1492 sull’isola di San Salvador (che oggi sono le Bahamas). Regis Franco, regista del programma, presentando il suo lavoro ha spiegato che le origini ebraiche e iberiche sono più plausibili rispetto a quelle genovesi: “L’origine degli ebrei sefarditi è Sefarad. E Sefarad è il nome in ebraico che designa la penisola iberica. Al tempo di Colombo, vi vivevano 300 mila ebrei. Nella penisola italiana, invece, si stima che vivessero solo tra i dieci e i quindicimila ebrei”.

Francesco Albardaner, ex-presidente del Centro Studi Colombiani di Barcellona, durante la trasmissione ha aggiunto: Tutta la teoria secondo cui Colombo sarebbe stato genovese entra in crisi se si accetta che fosse ebreo. Genova aveva espulso gli ebrei nel dodicesimo secolo, a Genova a quel tempo non c’erano comunità ebraiche, né sinagoghe, gli ebrei potevano restare in città solo tre giorni per fare affari e poi dovevano andarsene”. Inoltre il documentario ha sostenuto che Colombo forse apparteneva a una di quelle famiglie di ebrei spagnoli che si sono convertite durante le persecuzioni.

Le parole di Colombo nel suo testamento

Il Consiglio nazionale del Notariato è intervenuto per porre fine alle polemiche che vanno avanti ormai da secoli e che sono tornate di stretta attualità. Cristoforo Colombo, infatti, il 22 febbraio del 1498 ha scritto di suo pugno un testamento in quella che oggi è Panama ed è per questo motivo che lo ha scritto in spagnolo. All’interno del documento l’uomo che ha scoperto le Americhe ha scritto: “Siendo yo nacido in Genova”, che tradotto in italiano diventa “Essendo io nato a Genova”. Dunque Colombo era italiano e non spagnolo o portoghese, come spesso si è sentito dire.

Il testamento di Cristoforo Colombo è stato esposto nel 2017 a Palazzo Ducale di Genova, insieme alle ultime volontà di altri 30 personaggi famosi, per la mostra realizzata dal Notariato dal titolo “Io qui sottoscritto. Testamenti di grandi italiani”. Nel documento, parlando dei sovrani spagnoli, il viaggiatore ha scritto: “Essendo nato in Genova, venni a servirle qui in Castiglia, e per loro scoprii al ponente della terra ferma le Indie e le isole suddette”. I riferimenti alla città italiana di Genova sono anche altri nel testo. Rivolgendosi direttamente a chi erediterà tutto, ha chiesto, infatti, “che tenga e sostenga sempre nella città di Genova una persona del nostro lignaggio, la quale abbia casa e moglie e le assegni una rendita… ed abbia piede e radici della detta città, come nativa di essa, perché potrà avere dalla detta città aiuto e favore nelle cose di bisogno, perché da essa venni e in essa sono nato io”.

Per due volte Cristoforo Colombo ha ribadito di essere nato a Genova.