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Divari di apprendimento nella scuola italiana Fonte foto: iStock

Divari di apprendimento a scuola: al Sud studenti indietro 2 anni

Secondo un'indagine, a scuola il divario di apprendimento, in italiano e matematica, è forte a livello territoriale, con il Sud "indietro" di due anni

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

I divari nell’apprendimento tra Nord e Sud sono molto marcati quando si parla di determinate materie. Un’indagine ha svelato quali sono i gap scolastici nel nostro Paese, cercando anche di spiegare quali potrebbero essere le cause e le spiegazioni a un fenomeno che è più accentuato in alcune zone d’Italia. Nelle scuole del Meridione si parla di una differenza di quasi due anni per quello che riguarda l’apprendimento della matematica.

Il divario di apprendimento tra Nord e Sud

Fondazione Agnelli e Fondazione Rocca hanno condotto un’indagine, “Divari scolastici in Italia”, che ha svelato le “differenze” tra uno studente liceale del Sud Italia e uno del Nord Est: il gap in alcune materie è allarmante. Il report è stato presentato alla Camera dei Deputati davanti alle istituzioni e a rappresentanti del mondo della scuola.

I divari di apprendimento degli studenti sono un fenomeno preoccupante della scuola italiana, che va a penalizzare l’equità del sistema d’istruzione nazionale. Questi divari sono già presenti nella scuola primaria, anche se non sono così accentuati. Vanno poi ad aumentare nella scuola media, raggiungendo livelli allarmanti alle superiori, dove la scuola non è la stessa per tutti, ma ha diversi indirizzi tra licei, tecnici e professionali.

Le differenze di apprendimento in matematica e italiano

I dati hanno svelato che nelle regioni del Sud Italia è presente la maggior percentuale di studenti al di sotto del livello 3, il livello che l’Invalsi stabilisce come soglia minima di competenze raggiunte in italiano e matematica, in ogni grado scolastico. Più del 60% degli studenti campani, calabresi e siciliani non ha le giuste competenze in italiano, mentre in matematica è la Sardegna a non arrivare alla soglia minima.

Tra gli studenti del Sud Italia e quelli del Nord Est, continua il report, c’è un divario di apprendimento in matematica superiore ai due anni di scuola. I gap, però, non sono solo di tipo territoriale, con il Sud più indietro rispetto ad altre zone del bel Paese, ma anche tra le differenti scuole e all’interno degli stessi istituti.

Le cause del divario di apprendimento

L’indagine ha individuato una relazione tra le condizioni di contesto socioeconomico e culturale delle regioni e i relativi risultati di apprendimento. Ma sono anche altri i fattori che entrano in gioco: l’origine, la formazione sociale e culturale e persino il genere: “Prendendo come standard un ragazzo maschio italiano, le ragazze fanno più fatica in matematica ma spiccano in italiano; gli stranieri di prima e seconda generazione soffrono di più in entrambe le materie”, questo si legge nel rapporto.

Anche gli indirizzi di studio hanno un impatto non indifferente. A parità di altri fattori, infatti, chi frequenta un liceo classico o un liceo linguistico ha uno svantaggio in matematica rispetto a chi, invece, ha scelto un liceo scientifico, che si può misurare in 14 punti Invalsi in matematica in meno.

Andrea Gavosto, presidente della Fondazione Agnelli, a tal proposito ha detto, come riportato da La Repubblica: “Un impatto eccessivo per limitare il quale sarebbe bene rafforzare nella scuola media l’orientamento alla scelta di studio successiva. In prospettiva, serve forse ripensare la struttura didattica della scuola superiore, per dare a tutti un più robusto e comune livello di competenze di base, indipendentemente dall’indirizzo scelto”.

Potrebbero anche esserci fattori che fino a oggi non sono stati presi in osservazione e osservati e che potrebbero dare un’ulteriore spiegazione alle differenze non solo territoriali, ma anche tra scuole e all’interno delle stesse scuole.

Prendendo in esame cinque scuole (tre professionali, un tecnico e un liceo di Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Puglia) con risultati superiori rispetto a quelli registrati nella media in ambito territoriale, il report ha scoperto che alcune strategie a combattere il divario potrebbero essere individuate in nuovi modelli organizzativi, in una gestione dinamica delle risorse e collegiale della didattica e dei curriculi, in attività extracurricolari organizzate con realtà del territorio.

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