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Farina di insetti nelle mense scolastiche Fonte foto: iStock

Farina di insetti nelle mense scolastiche: è polemica. Il punto

Farina di insetti nelle mense scolastiche: la Lega di Salvini ha presentato una risoluzione in Parlamento per vietarla. Cosa sta succedendo in Italia

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

STOP a cibi a base di farine di insetti nelle mense scolastiche: un atto di salute e buonsenso. Altro che grilli o altre schifezze, diamo da mangiare a ragazze e ragazzi i sani prodotti italiani coltivati dai nostri agricoltori e allevatori”.

Lo ha scritto il ministro Matteo Salvini sui suoi profili social a seguito della deposizione, da parte della Lega, di una risoluzione per vietare i prodotti a base di farina di grilli e insetti nelle mense scolastiche.

Ma cosa sta succedendo?

Farina di insetti nelle mense scolastiche: la polemica della Lega

Sui social network sono circolate numerose fake news su questo tema. Su TikTok, così come su Facebook e Instagram, sono comparsi diversi video che invitano a fare attenzione a determinati prodotti che conterrebbero farine di insetti. Nel mirino, il logo della certificazione sostenibile Rainforest Alliance, che rappresenta una rana, scambiato per il simbolo da apporre nelle etichette dei cibi realizzati con farina di insetti.

Fake news, dunque, che hanno fatto il giro del Bel Paese, mettendo in allarme molti genitori, tanto che alcuni hanno iniziato a scrivere mail sia alle scuole che ai Comuni per avere informazioni riguardo ai cibi dati ai propri figli nelle mense scolastiche.

Così venerdì 9 febbraio, il deputato leghista Rossano Sasso, presentando alla Camera la risoluzione del Carroccio sul divieto della farina di insetti nelle mense scolastiche, ha dichiarato: “La scuola esercita la sua funzione educativa anche attraverso la ristorazione scolastica, che rappresenta il luogo privilegiato per l’educazione alimentare“.

“Che se le mangino a Bruxelles certe schifezze. La Lega non tollera che sulla tavola, a pranzo, bambini di 6 anni possano trovare insetti e grilli”, ha concluso il deputato Sasso.

Farina di insetti: a che punto siamo in Italia

Al di là dei social e degli spunti che danno alla politica per cogliere argomenti “caldi” da discutere a livello istituzionale e non, la risoluzione della Lega è arrivata come risposta ai regolamenti dell’Unione europea che autorizzano la vendita di alimenti a base di insetti anche in territorio italiano.

Regolamenti già attuati in Italia con i decreti pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre scorso che regolano la commercializzazione di prodotti derivanti da quattro varietà di insetti. Ovvero, le larve del verme della farina minore (Alphitobius diaperinus), le larve gialle della farina (Tenebrio molitor), le locuste migratorie ed i grilli domestici (Acheta domesticus). Tutti in forma congelata, essiccata o in polvere.

Questo significa che in Italia si possono produrre, vendere e acquistare cibi fatti con le farine di questi insetti stando alle regole definite da questi decreti.

Si tratta di “regole rigidissime per i produttori – ha spiegato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida su Facebook – volte ad informare minuziosamente i nostri cittadini che consumano, in modo tale che chiunque voglia possa evitare facilmente di acquistare questi prodotti, o viceversa”.

Cosa che in Italia già accade, da molti anni, per tutti gli altri prodotti venduti nei supermercati. Tutti gli ingredienti usati nell’industria alimentare devono essere ben indicati nelle etichette. E i cibi a base di insetti non saranno da meno.

Oltre all’etichettatura, i decreti attuativi adottati dal Governo normano anche la vendita dei cibi fatti con farine di insetti.

“I prodotti in questione – ha continuato il ministro dell’Agricoltura – devono essere posti in vendita in comparti separati, segnalati attraverso apposita cartellonistica”. “Quando si parla di cibo siamo persone, prima che consumatori – ha concluso Lollobrigida su Facebook -. Per questo, saremo sempre in prima linea per garantire a tutti piena informazione e trasparenza”.