
Come funzionano le tasse scolastiche e il contributo volontario
Cosa sono e come funzionano le tasse scolastiche e il contributo volontario? E, soprattutto, in cosa sono differenti? Tutto quello che c'è da sapere
Il sistema scolastico italiano garantisce l’istruzione pubblica e gratuita fino al termine del percorso obbligatorio, ma prevede, per gli ultimi due anni delle scuole superiori, il versamento di alcune somme, ovvero le tasse scolastiche. Queste si distinguono dal cosiddetto contributo volontario, che talvolta viene richiesto alle famiglie direttamente dalle scuole. Ma come funzionano e in cosa si differenziano?
- Quando sono previste le tasse scolastiche e come funzionano
- Cos'è il contributo volontario
- La differenza tra tasse scolastiche e contributo volontario
Quando sono previste le tasse scolastiche e come funzionano
Le tasse scolastiche sono pagamenti obbligatori che devono essere sostenuti dagli studenti che frequentano il quarto e il quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori). Si tratta di importi fissi, stabiliti a livello nazionale e destinati interamente all’Erario, ovvero alle casse dello Stato.
Come si legge sul sito del ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), ci sono quattro tipologie di tasse scolastiche:
- tassa di iscrizione di 6,04 euro, da pagare una volta sola;
- tassa di frequenza di 15,13 euro, da sostenere ogni anno;
- tassa di esame di 12,09 euro, che si paga al momento della presentazione della domanda per la Maturità;
- tassa di diploma di 15,13 euro, che si versa al momento della consegna del titolo di studio.
È prevista la possibilità di esonero dal pagamento delle tasse scolastiche per:
- merito. Sono esonerati gli studenti che conseguono una votazione non inferiore alla media di otto decimi negli scrutini finali;
- motivi economici. È previsto l’esonero totale per gli studenti del quarto e quinto anno appartenenti a nuclei familiari con ISEE pari o inferiore a 20mila euro;
- appartenenza a speciali categorie di beneficiari. Rientrano in questa categoria gli orfani di guerra, i figli di mutilati o invalidi di guerra/servizio/lavoro, ciechi civili, o coloro che sono essi stessi mutilati o invalidi per le stesse cause;
- comportamento. L’esonero è consentito anche in presenza di un voto di comportamento non inferiore a otto decimi.
Cos’è il contributo volontario
Accanto alle tasse scolastiche obbligatorie, le scuole possono richiedere alle famiglie contributi scolastici volontari, che sono deliberati dai consigli di istituto. Come specificato dal MIM, gli istituti non possono esigere contributi obbligatori per lo svolgimento delle attività curriculari ad eccezione dei rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie, come ad esempio l’assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, il libretto delle assenze e le gite scolastiche.
Le scuole possono chiedere eventuali contributi solo a titolo volontario per il miglioramento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per raggiungere livelli qualitativi più elevati.
È importante sottolineare che le scuole non possono richiedere il pagamento obbligatorio di contributi scolastici come condizione per l’iscrizione o la frequenza, poiché si tratta di una donazione libera. Possono solo invitare le famiglie a contribuire, ma nessuno è obbligato a farlo.
La differenza tra tasse scolastiche e contributo volontario
Come mostrato sopra, le tasse scolastiche e il contributo volontario sono due cose ben diverse, anche se entrambe riguardano il sostegno alle scuole pubbliche. La principale differenza sta nel fatto che le tasse sono obbligatorie, mentre il contributo è facoltativo.
Le tasse scolastiche sono:
- obbligatorie per legge, con specifiche eccezioni di esonero (merito, reddito, categorie speciali, comportamento);
- dovute solo per il quarto e quinto anno della scuola secondaria di secondo grado;
- destinate all’Erario (Stato), non direttamente alla scuola;
- hanno importi fissi stabiliti per legge.
Il contributo volontario invece è:
- facoltativo e si configura come un’erogazione liberale. La scuola non può richiederlo come condizione per l’iscrizione o per lo svolgimento delle attività curriculari di base;
- può essere richiesto per tutti gli anni di corso, non solo per il biennio finale delle superiori;
- è destinato direttamente al bilancio della scuola per migliorare l’offerta formativa, implementare le strutture e coprire spese accessorie;
- l’importo è deliberato dai consigli di istituto e può variare da scuola a scuola.
In sintesi, mentre le tasse scolastiche sono un adempimento burocratico obbligatorio per l’accesso e il completamento degli ultimi anni di scuola superiore, il contributo volontario rappresenta un sostegno economico facoltativo che le famiglie possono scegliere di offrire per arricchire l’esperienza educativa degli studenti e supportare le esigenze della propria istituzione scolastica.
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