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Studenti esclusi da gite perché "non meritevoli": esplode il caso
Studenti esclusi dalle gite scolastiche o da altre attività didattiche perché ritenuti "non meritevoli": esplode il caso e ne parla anche prof Galiano
Niente gite perché ritenuti “non meritevoli“. Esplode il caso intorno ai numerosi episodi di studentesse e studenti esclusi dai viaggi di istruzione o altre attività extrascolastiche perché hanno voti bassi o sono indisciplinati. Ecco cosa sta accadendo.
Gite negate agli studenti “non meritevoli”
La classe va in gita in Sicilia. Al viaggio di istruzione di una terza media di una scuola di Cagliari partecipano tutti tranne due studenti, che il consiglio di classe ha deciso di non portare per motivi “disciplinari”.
Come riportato da l’Unione Sarda, che si è occupata della vicenda, le famiglie dei ragazzini non ammessi alla gita hanno parlato di “esclusione”. Un’esclusione che pesa ancor di più nel contesto scolastico, visto che “il dovere della scuola sarebbe anche quello di includere“, hanno affermato.
Per l’istituto, invece, “non si tratta di una punizione, né tantomeno di un’esclusione. Il regolamento della scuola stabilisce che il viaggio di istruzione, in quanto esperienza didattica e formativa, impone anche che gli studenti abbiano raggiunto una certa maturità e autonomia che permettono di affrontare in sicurezza, per tutti gli alunni e i docenti, il viaggio stesso”.
Secondo i genitori la “colpa” dei due ragazzi, uno dei quali ha una diagnosi di discalculia (un disturbo specifico dell’apprendimento), è quella di aver ricevuto cinque o sei note in condotta.
Ma non si tratta dell’unico caso. La Stampa ha riportato altre due vicende simili, la prima avvenuta a Piacenza l’altra a Torino.
In una scuola piacentina, un insegnante di matematica ha deciso di organizzare una gita al Cern di Ginevra riservata agli studenti con i voti più alti nella sua materia: erano solo sei. “La scelta di escludere i ragazzi interessati con voti bassi va contro i criteri di inclusione che il ministero e la stessa scuola dovrebbero promuovere”, ha commentato una mamma, portando l’attenzione su quanto successo.
A maggio dello scorso anno, invece, a Torino non tutti gli alunni hanno potuto prendere parte ad una attività presso una radio per la realizzazione di un podcast. Potevano partecipare solo 45 studenti per tre scuole e, per selezionarli, si è deciso di ammettere solo chi aveva la media dell’8.
Studenti con voti bassi esclusi dall’incontro con prof Galiano
Ad alimentare il dibattito è stato anche l’insegnante e scrittore Enrico Galiano, che sul suo profilo Facebook ha raccontato: “Qualche giorno fa mi scrive una mamma di un ragazzino. Lui frequenta una scuola in cui a breve devo andare a fare un incontro. Che è successo? Be’, che quella scuola ha avuto la brillante idea – senza dirmi niente, fra l’altro – di offrire questo incontro solo a chi aveva una certa media scolastica (dal 9 in su)“.
Come si legge nella circolare della scuola, allegata al post, gli alunni che “potranno partecipare all’evento” con l’insegnante e scrittore, “che verterà su temi relativi alla crescita personale”, “saranno selezionati in base alla media riportata nello scrutinio del primo quadrimestre delle classi seconde e terze”.
“Immaginatevi la mia reazione (se un pochino mi conoscete). No, non l’ho presa bene“, ha commentato Galiano. Che ha proseguito: “Per la mia esperienza, sono proprio i ragazzi che hanno più difficoltà ad avere più bisogno di queste opportunità. Se li tagliamo fuori, specie quando sono così giovani, non facciamo altro che demotivarli ancora di più e a farli sentire esclusi. E, una volta per tutte: basta con questa bufala dei ‘più meritevoli’. Specie se il merito è stabilito attraverso la media scolastica”.
Il professore ha concluso: “La scuola non è un posto dove si vanno a selezionare i migliori: è quello dove si va a tirare fuori il meglio da ciascuno. E si fa aprendo loro le porte, non chiudendole“.