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Il professore Andrea Maggi Ipa

La provocazione di Prof Maggi sulla Maturità: "Aboliamola"

Anche il prof Andrea Maggi è intervenuto sul caso dello studente che si è rifiutato di dare l'orale alla Maturità: giusto abolire questo esame?

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Anche Andrea Maggi ha voluto commentare quanto accaduto in una scuola superiore italiana, dove uno studente, dopo aver fatto regolarmente le due prove scritte della Maturità 2025, ha deciso di non fare il colloquio orale. Si è presentato davanti alla commissione, ma non ha affrontato l’ultima prova prevista per l’esame di Stato. Per il professore de “Il Collegio” non si è trattato di una mossa molto intelligente e “matura”. Il docente arriva anche a lanciare una provocazione: a questo punto aboliamo la Maturità.

Andrea Maggi e lo studente che ha rifiutato il colloquio alla Maturità

In un’intervista a Il Mattino di Padova, il professor Andrea Maggi è intervenuto per parlare del caso di Gianmaria Favaretto. Il ragazzo di 19 anni si è diplomato con 65 su 100 al liceo scientifico Fermi di Padova. Ha preso comunque il diploma di Maturità, nonostante si sia rifiutato di affrontare l’ultima prova, l’orale. Di fronte alla commissione ha fatto scena muta. Per lui si trattava di una forma di protesta per un sistema di valutazione che si basa solo su voti e competizione.

In merito a questo caso, il professore di lettere ha detto che secondo lui “la maturità, così com’è concepita oggi, è un sistema indulgente. Se guardiamo ai fatti, ha promosso uno studente che si è rifiutato di sostenere l’orale”. Il docente, spesso ospite in tv di trasmissioni come “Splendida Cornice” di Geppi Cucciari, ha spiegato meglio: “Da un lato c’è la stata contestazione del giovane, dall’altra, fino ad ora, nessuna conseguenza. Tutto ciò ha aperto un dibattito”.

Per il professore la protesta dello studente “può starci nella misura in cui è sacrosanto che un numero non giudichi o determini una persona nella società. Ma non direi che sia questo il caso dell’Italia. Tuttavia, a fronte della sua promozione, credo che dovremmo ritararci sul valore della maturità e, più in generale, degli esami di fine ciclo“. E poi ha aggiunto: “Tanto vale abolirla, la maturità, se la promozione all’esame può prescindere dalla prova orale”.

Cosa pensa Andrea Maggi della Maturità

In merito agli esami di fine ciclo come la Maturità, prof Maggi ha detto che “se questi esistono è perché il presupposto sia che abbia ancora senso farli. E se così stanno le cose, non solo vanno fatti sostenere ma è anche giusto dare valore a chi li affronta con serietà e rispetto, fino alla fine”. Altrimenti “non trovo dimostri maturità uno studente che manca una delle prove”.

Il docente ha spiegato che nel nostro Paese non c’è “un contesto ultra competitivo come può essere quello cinese. In un sistema come il nostro, che presumo essere ancora democratico, il voto non ti classifica né ti impedisce di intraprendere alcuna strada in assoluto, e così va vissuto”. Ne è convinto anche di fronte a test di ammissione a corsi universitari che tengono in considerazione il punteggio di Maturità: “In tal caso credo valga la pena cercare di fare il meglio possibile”.

Abolire o cambiare la Maturità? Il pensiero di prof Maggi

La Maturità, alla luce di questa riflessione, andrebbe abolita? “Cambiare o eliminare l’esame significherebbe riformare e stravolgere l’istruzione scuola. Ci andrei cauto”. Il professore, prossimo al ritorno come docente de “Il Collegio”, si è spiegato meglio: “È un approccio miope quello che fatica a contestualizzare il modello criticato, e a metterlo in relazione con gli altri. Mi spiego: spesso si evidenziano i difetti del sistema scolastico italiano, che sicuramente è perfettibile, ma che nel complesso non è peggiore di altri che dal di fuori tendiamo a idealizzare”.

Tra i modelli che gli vengono in mente c’è quello finlandese: “In Finlandia, ad esempio, la verifica delle competenze avviene in modo differente. Il primo ciclo di insegnamento prevede solo tre materie e una verifica delle competenze percepita dallo Stivale come più soft, e per certi versi esemplare. Eppure è lo stesso modello che manda gli studenti con disabilità in scuole diverse dai normodotati. Di contro, quello italiano è tra i più inclusivi d’Europa”.

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