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Luciana Littizzetto sul Nove

La letterina di Luciana Littizzetto al ministro Giuli

Cosa ha detto Luciana Littizzetto nella letterina al ministro della Cultura Giuli letta nell'ultima puntata di Che Tempo Che Fa? Il suo discorso

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

In occasione della puntata di Che Tempo Che Fa, andata in onda sul Nove domenica 13 ottobre 2024 e condotta come sempre dal giornalista Fabio Fabio, Luciana Littizzetto ha fatto nuovamente il suo siparietto comico. Questa volta il destinatario della sua letterina è stato il ministro della cultura Alessandro Giuli, “reo” di aver tenuto un discorso in occasione dell’audizione alle Commissioni Cultura della Camera e del Senato che non è stato compreso dalla maggioranza delle persone che lo hanno ascoltato.

Le parole di Luciana Littizzetto a Che Tempo Che Fa

Luciana Littizzetto nel suo intervento a Che Tempo Che Fa ha preso di mira Alessandro Giuli, il ministro della Cultura. Armata di un flauto, che ha richiamato il gesto del neoministro nei suoi programmi in tv, e totalmente stonata, ha tenuto un contro-discorso per rispondere al suo intervento, utilizzando parole incomprensibili. “O Giuli diletto, contenitor procace di parole altisonanti, che nel tuo primo apparir già hai rotto le sferette a tanti e tanti“: ecco come ha esordito la comica nel programma di Fabio Fazio.

“Le frasi tue ci spiegan quanto la palingenesi della minchioneria protobarocca possa insufflare il vaffan*ulismo più frustro e antropomorfo…ma lascia dire a noi, umili poracci e servi della gleba. Che in un paese dove cultura langue… il tuo pensiero folle rischia purtroppo e assai di far cader le balle”. Poi la spalla destra di Fazio ha continuato dicendo: “Oh, Divino Minister, al punto in cui noi siamo, sarebbe d’uopo allor non solo la parola ma il sostegno vero e vigoroso all’arte e allo spettaculo, che nota ha il final in culo, ed è lì che ci finiam se va così nel prossimo futuro. Pecunia chiediam caro ministro, pecunia che non olet, danaro buono per chi fa film, libri e teatro, e arti variae. Non facciam come gli antichi, che mangiavano la buccia e buttavano via i fichi! E tutti noi artisti e saltimbanchi, con fedele speme e attesa del fiorire di nobil tue iniziative, in coro ti diciamo, in questo ottobre tra i castagni, ministro… parla come magni”.

Infine, il congedo della sua letterina: “Ad maiora e kalispera,, buon lavoro a te e a tutta la infosfera. Lucianina”.

La risposta in satira al discorso di Alessandro Giuli

Il neo ministro della Cultura Alessandro Giuli, nominato il 6 settembre per sostituire il dimissionario Gennaro Sangiuliano, in occasione dell’audizione alle commissioni Cultura di Camera e Senato, nella Sala del Mappamondo alla Camera, ha tenuto un discorso per esternare le linee programmatiche del suo ministero. Discorso che è stato fortemente criticato perché ritenuto incomprensibile e criptico.

Il ministro Giuli ha usato molti rimandi filosofici e letterari, non di immediata e facile comprensione per la maggior parte degli ascoltatori. Ha iniziato, ad esempio, con una parafrasi di Hegel e lui stesso, andando avanti con il suo testo, ha ammesso che stava per iniziare “una parte un po’ più teoretica”. Il suo intervento è diventato un meme e oggetto di scherno non solo sui social, ma anche per le opposizioni che lo hanno attaccato duramente. Fino alla letterina di Luciana Littizzetto che gli ha risposto a tono, con un discorso altrettanto criptico.