Il ministro Giuli e la citazione sbagliata di Hegel: cos'ha detto
Il ministro Alessandro Giuli ha illustrato le linee guida del suo dicastero ai parlamentari e ha fatto una citazione sbagliata di Hegel: cos'ha detto
Nuovo ‘trambusto’ intorno al neo ministro della Cultura Alessandro Giuli. Dopo le polemiche sorte perché non laureato, sopite dalla notizia della sua imminente conclusione degli studi universitari, Giuli è finito nel mirino di giornalisti e social per la sua “un po’ teoretica” (ha detto lui stesso) esposizione delle linee programmatiche del suo dicastero ai parlamentari. Tra le altre cose, durante il suo discorso, ha fatto una citazione sbagliata di Hegel. Il che non è passato inosservato, visto anche che il ministro si sta laureando proprio in filosofia. Ecco cos’ha detto.
Giuli cita Hegel (sbagliando)
Prima ha ringraziato i parlamentari presenti, poi si è scusato per la sua “sgraziata voce nasale”. Dopo di che ha citato l’articolo 9 della Costituzione. Fin qui tutto bene. Se non fosse che Alessandro Giuli ha iniziato a leggere la presentazione che aveva preparato per deputati e senatori, in audizione per ascoltare le linee guida del dicastero del nuovo ministro a un mese dalla sua nomina, avvertendo: “comincio a leggere una parte un po’ più teoretica”.
“La conoscenza è il proprio tempo appreso con il pensiero – ha cominciato Giuli -. Chi si appresta a immaginare un orientamento per l’azione culturale e nazionale non può che muovere dal prendere le misure di un mondo entrato nella dimensione compiuta della tecnica e delle sue accelerazioni. Il movimento delle cose è così vorticoso e improvviso, così radicale nelle sue implicazioni e applicazioni che persino il sistema dei processi cognitivi delle persone, non solo delle ultime generazioni, ha cominciato a mutare con esso”.
La frase iniziale è in realtà una citazione sbagliata, o forse volutamente parafrasata (ma il senso non è lo stesso), del filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel: “La filosofia è il proprio tempo appreso con il pensiero“.
Il discorso di Giuli ai parlamentari
Ma a non passare inosservata non è stata solo la citazione errata di Hegel, ma anche (e soprattutto) l’intera esposizione del ministro. I più hanno sottolineato come in realtà siano state proprio le linee programmatiche, oggetto dell’audizione, ad essere passate in secondo piano.
Più che un programma, quello riferito dal ministro è stato un saggio: “Di fronte a questo cambiamento di paradigma – ha proseguito il titolare della cultura -, la quarta rivoluzione epocale della storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale, il rischio che si corre è duplice e speculare”.
E ancora: “L’entusiasmo passivo, che rimuove i pericoli della ipertecnologizzazione, e per converso l’apocalittismo difensivo che rimpiange un’immagine del mondo trascorsa, impugnando un’ideologia della crisi che si percepisce come processo alla tecnica e al futuro intese come una minaccia”.
Le reazioni del web
A impazzare è stato il web. Su X è ancora in tendenza l’hashtag Giuli. Numerose le citazioni di ‘Amici miei‘, il film che è entrato nell’immaginario comune per numerose espressioni, tra cui la più celebre “supercazzola“, nella pellicola usata principalmente da Ugo Tognazzi nei panni del conte Raffaello Mascetti.
“Giuli, ministro come fosse Antani”, ha scritto un utente, postando un video in cui il conte Mascetti parla con un agente della Municipale per cercare di evitare una multa, accompagnato dall’audio dell’intervento del ministro.
Molti anche i riferimenti all’ultimo esame di Giuli, che ha passato lo scorso 30 settembre: “‘Giuli sta ancora a dà l’esame”. “Non è un caso che ci abbia messo 25 anni per laurearsi“, ha postato un altro utente.
“Perché nessuno gli ha chiesto di ripetere con parole sue? Perché non c’era Geppi Cucciari, perché?”, ha scritto un’altra utente riferendosi al simpatico siparietto tra la conduttrice e l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che Giuli ha sostituito dopo il caso Boccia, al Premio Strega 2023.
Tanti anche i rimandi alla scuola: “Quando copi un po’ a destra e un po’ a sinistra e poi case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale, 3×2 con 44 gatti”. E ancora: “Quando non hai studiato nulla e la butti in caciara all’interrogazione”.
E poi i post più critici: “Giuli e l’insostenibile sfoggio di cultura per presentare le linee guida del suo ministero. Tante parole altisonanti per dire cosa? Non è dato e sapere”. “Giuli, dalle stalle alle stelle, che non brillano. Perché non è parlare forbito, con paroloni e citazioni, avere la laurea in filosofia, che ti rende uomo di cultura. Basterebbe semplicemente usare un linguaggio comprensibile, che arrivi a tutti”.