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Chi è Alessandro Giuli, nuovo ministro della Cultura: gli studi

Alessandro Giuli è il nuovo ministro della Cultura dopo le dimissioni di Gennaro Sangiuliano: chi è, dai suoi studi alla carriera professionale

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Alessandro Giuli è il nuovo ministro della Cultura. Dopo le dimissioni di Gennaro Sangiuliano, Giuli ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Chi è e i suoi studi.

Chi è il nuovo ministro della Cultura

L’Italia ha un nuovo ministro della Cultura. In seguito al caso Boccia, nella giornata di ieri Gennaro Sangiuliano ha rassegnato le sue dimissioni. Poco dopo, ha giurato nelle mani del capo di Stato Sergio Mattarella il nuovo titolare del dicastero. Si chiama Alessandro Giuli, ha 49 anni, è romano, sposato con 2 figli.

Da novembre 2022 presidente della Fondazione Maxxi, che gestisce il Museo nazionale delle arti del XX secolo, Giuli è un giornalista e scrittore. Da giovane ha militato in Meridiano Zero, movimento di destra nato nel 1991 da alcuni gruppi che avevano lasciato il Fronte della gioventù, organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano.

Che scuola ha fatto Alessandro Giuli

Ha conseguito la maturità classica nel 1994 con 60/60 al liceo Tasso di Roma, dopo di che si è iscritto alla facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma senza però laurearsi. Come si legge sul suo curriculum vitae, “ha sostenuto l’intero ciclo di esami (30/30) senza discutere la tesi di laurea”.

Nella sezione del cv dedicata alla formazione, Giuli riporta di aver collaborato con la cattedra di Scienze politiche dell’ateneo romano e con la ‘Rivista internazionale di Filosofia del diritto’, oltre ad aver organizzato convegni nazionali e internazionali di Filosofia, Scienze politiche e Letteratura.

La carriera del nuovo ministro

Alessandro Giuli ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1996 a ‘L’Umanità’, quotidiano del Partito socialdemocratico italiano (Psdi) come editorialista e collaboratore culturale. Nel 2003, durante gli anni dell’università, mai conclusa, ha iniziato a lavorare alla ‘Vespina’, un’agenzia di stampa fondata e diretta dal giornalista Giorgio Dell’Arti.

Da lì nel 2004 è passato a ‘Il Foglio’ di Giuliano Ferrara come redattore politico, per poi diventare vicedirettore e, in seguito, condirettore tra il 2015 ed il 2016. Lasciato ‘Il Foglio’, è andato a dirigere ‘Tempi’, rivista di orientamento cattolico e conservatore.

Negli anni il neo ministro della Cultura ha collaborato con diversi giornali, tra cui ‘Libero’ e ‘Il Tempo’, e programmi televisivi. Fra 2019 e 2020 è stato ospite fisso della trasmissione ‘Patriae’, condotto da Annalisa Bruchi su Rai 2. Nel 2020 ha condotto con Francesca Fagnani ‘Seconda linea’ su Rai 2, chiuso dopo solo 2 puntate.

Giuli è autore di alcuni libri fra cui: “Il passo delle oche. L’identità irrisolta dei postfascisti” (2007); “Venne la magna madre. I riti, il culto e l’azione di Cibele romana” (2012); “Gramsci è vivo. Sillabario per un’egemonia contemporanea” (2024).

Il 23 novembre 2022 l’ormai ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano lo ha nominato presidente della Fondazione Maxxi. Il 6 settembre è stato nominato ministro della Cultura. La prima prova da ministro sarà il G7 della Cultura a Napoli dal 19 al 21 settembre.

Le sue posizioni politiche

Per quanto riguarda le sue posizioni politiche, riportiamo un breve stralcio di un’intervista rilasciata a ‘7’, il settimanale de ‘Il Corriere della Sera’.

“La destra europea è molto variegata – ha detto Giuli -: si va da posizioni reazionarie quasi da controriforma alla visione ampiamente libertaria del Nord Europa. Sottolineo però che essere pro-life non significa in alcun modo attentare al diritto delle donne di decidere del proprio corpo. Ciò detto – ha concluso sul tema -, mi piacerebbe un blocco più disponibile a parlare di Dei-Patrie-Famiglie e a difendere i propri valori, piuttosto che sembrare incline a vietarne altri”.