Mattarella alla Sapienza risponde agli studenti su Gaza: polemica
All'università La Sapienza il presidente della Repubblica Mattarella risponde alla lettera degli studenti su Gaza: la polemica dei collettivi
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha risposto alla lettera degli studenti universitari che stanno protestando per la guerra in Medio Oriente durante la sua visita all’Università di Roma La Sapienza. Ecco le sue parole su Gaza.
- La risposta di Mattarella agli studenti su Gaza
- La difesa dei diritti umani secondo Mattarella
- La polemica dei collettivi contro Mattarella
La risposta di Mattarella agli studenti su Gaza
“Una lettera che è stata pubblicata da alcune agenzie di stampa e su alcuni quotidiani mi ha sollecitato a non rinchiudermi in quella che è stata definita ‘la torre d’avorio del rettorato’. E venendo, ho visto un cartello che sostanzialmente mi chiedeva cosa penso su quanto avviene a Gaza. Non voglio lasciare questa domanda senza risposta“. Sono queste le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella pronunciate nell’aula magna de La Sapienza di Roma durante le celebrazioni dell’11esima Giornata del laureato. In questa occasione, il presidente della Repubblica ha voluto rispondere agli studenti che da settimane occupano le università per protestare contro le violenze sulla popolazione palestinese.
“La questione della pace in Medio Oriente, del diritto della sicurezza di Israele e dei diritti del popolo palestinese, tra questi quello di avere uno Stato in cui riconoscersi, è qualcosa che la comunità internazionale avverte con grande preoccupazione, e non da oggi – ha detto Mattarella -. E non soltanto da quando l’assassinio di tante persone inermi a opera di Hamas ha innescato una spirale di spaventosa violenza“.
Quello che pensa su quanto sta accadendo a Gaza, il presidente lo ha detto “pubblicamente”, non” in circostanze fortuite o informali”, ma in “occasioni pienamente significative”, come nell’intervento fatto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, o con la lettera che “ho inviato al presidente della Repubblica di Israele, anche reiterando la richiesta di un immediato cessate il fuoco”.
La difesa dei diritti umani secondo Mattarella
“Per la nostra Repubblica – ha proseguito Mattarella – tutte le violazioni dei diritti umani vanno denunciate e contrastate. Tutte, ovunque e sempre – ha precisato -. Perché la rivendicazione della libertà, la condanna della sopraffazione ed il rifiuto della brutale violenza non cambiano valore a seconda dei territori, dei confini tra gli Stati e delle relazioni internazionali tra parti politiche o movimenti”.
Per questo, la difesa dei diritti vale per “Gaza ed il popolo palestinese”, in cui si sono registrate “migliaia di vittime”, in cui ci sono “molti orfani” e “un gran numero di persone senza casa”. Ma vale anche “per i ragazzi e le ragazze uccise e stuprate mentre ascoltavano musica in un rave il 7 ottobre dell’anno passato in Israele e per i bambini sgozzati”. Vale altresì per “il rapper condannato all’impiccagione perché ha diffuso una canzone sgradita al regime del suo Paese, l’Iran. Vale per Mahsa Amini e per le tante ragazze che dopo di lei sono state incarcerate, torturate e sovente uccise per il rifiuto di indossare il velo o perché non lo indossavano bene”. Infine, ha continuato il presidente, “vale per le ragazze a cui è proibito frequentare l’università e addirittura la scuola come avviene in Afghanistan“.
Come sottolineato da Mattarella, “questa consapevolezza viene avvertita fortemente nelle università e in chi le frequenta”. E ciò avviene perché gli atenei sono “la sede del libero dibattito, della libertà di critica e talvolta di dissenso del potere”.
“Il potere, quello peggiore, desidera che le università del proprio Paese siano isolate, senza rapporti né collaborazioni con gli atenei degli altri Paesi”. Per questo, ha concluso Sergio Mattarella “ribadisco l’auspicio del dialogo, nell’ambito del mondo accademico e nel reciproco rispetto”.
La polemica dei collettivi contro Mattarella
Le parole del presidente Sergio Mattarella non sono bastate al coordinamento dei collettivi de La Sapienza, secondo cui il capo dello Stato “si è sottratto al confronto”, come riportato da ‘La Repubblica’. “O ci si impegna a fermare l’escalation bellica di Israele con sanzioni, boicottaggi, pressioni internazionali, o si è complici – hanno continuato gli studenti -. Presidente, non basta chiedere il cessate il fuoco per avere la coscienza pulita“.