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David Parenzo Fonte foto: IPA

Perché gli studenti hanno protestato contro David Parenzo a La7

Alcuni studenti pro Palestina hanno contestato David Parenzo davanti alla sede di Roma di La7: perché hanno protestato contro il giornalista

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Venerdì 26 aprile un gruppo di studenti ha protestato contro il giornalista David Parenzo davanti alle porte del centro di produzione La7 a Roma. Ecco perché.

Perché gli studenti hanno contestato David Parenzo

“Parenzo facci salire”, hanno chiesto alcuni studenti delle organizzazioni Cambiare rotta e Osa – poco più di una decina, riporta ‘Ansa’ – con le mani alzate davanti alla sede di La 7 in via Umberto Novaro a Roma. “Vergogna!”, hanno affermato i giovani contro il giornalista dell’emittente televisiva David Parenzo.

Ma perché lo hanno contestato? La manifestazione rientra nelle numerose proteste che sono scoppiate intorno alle università italiane per la questione israelo-palestinese. A questo va aggiunto che a Roma, durante le celebrazioni del 25 aprile a porta San Paolo, si sono verificati momenti di tensione tra la Brigata ebraica, insieme alla quale David Parenzo ha sfilato nel giorno della Liberazione, ed i movimenti pro Palestina.

Davanti a La 7, gli studenti hanno chiesto a Parenzo di “fare dietrofront, di condannare quello che è successo e di prendere le distanze”. Al termine del presidio davanti alla sede della tv, il gruppo ha anche lasciato un barattolo di mais simile a quelli lanciati il 25 aprile dai manifestanti della Brigata ebraica verso i filo palestinesi, come si legge su ‘Ansa’.

Cosa ha detto David Parenzo a L’aria che tira su La7

“Come sapete un giornalista deve dare le notizie, e non è mail bello essere la notizia“, ha esordito così David Parenzo il 26 aprile in diretta su La7 durante la trasmissione che lui stesso conduce ‘L’aria che tira’ per raccontare quanto era accaduto poco prima sotto la sede dell’emittente televisiva.

“In questo studio, chi mi ascolta lo sa, c’è spazio per tutte le idee e tutte le opinioni – ha detto -. Per indole personale non sono solo per il confronto, ma anche per dare voce a chiunque. Stamattina alle 11, davanti a La7, è stata convocata una manifestazione da parte di un gruppo di studenti che, mi dicono, sono quelli che mi avevano contestato anche all’Università La Sapienza. Non so esattamente il motivo per cui sono venuti qui”.

“Io ieri mattina alle 8 – ha continuato Parenzo riferendosi alle celebrazioni della festa della Liberazione che si erano tenute il giorno prima a Roma – ho partecipato, come faccio ogni anno essendo un antifascista, alle manifestazioni del 25 aprile. E sono andato, come ho fatto spesso, con la Brigata ebraica, che nulla ha a che vedere con lo Stato di Israele. È una brigata che, come racconta la storia, ha partecipato assieme agli anglo-americani alla liberazione dell’Italia. Sono andato lì con il rabbino capo di Roma, con il presidente della Comunità ebraica Victor Fadlun e con altre autorità”.

“Ci sono state delle manifestazioni, dei cortei e delle proteste, alle quali io non ho partecipato – ha specificato il giornalista -. Il mio intento, come quello degli altri che erano lì, era solo quello di ricordare un gruppo di persone che hanno contribuito alla Liberazione dell’Italia”.

“Ogni manifestazione, ogni contestazione è legittima basta che non ci sia la violenza – ha affermato Parenzo -. Io rinnovo l’invito a tutti a confrontarsi nei luoghi deputati. Anche le piazze devono essere un luogo di confronto in cui non deve esserci la militarizzazione. Deve essere concesso a tutti di mostrare pacificamente la propria opinione”, ha concluso il giornalista.