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Anna Maria Bernini Fonte foto: ANSA

Tensioni università, Bernini chiama capo della Polizia: è bufera

Dopo le tensioni negli atenei italiani, la ministra dell'Università Anna Maria Bernini ha contattato il capo della Polizia: protestano le opposizioni

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Dopo le numerose tensioni che si sono verificate negli atenei italiani, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha chiamato il capo della Polizia Vittorio Pisani. Ecco cosa è successo.

Perché la ministra Bernini ha chiamato il capo della Polizia

La ministra Anna Maria Bernini ha contattato telefonicamente il capo della Polizia, Vittorio Pisani, per un confronto sulla situazione all’interno delle università italiane. Lo ha riportato l’agenzia ‘Ansa’.

L’incontro servirà sia per fare “una ricognizione sul livello di allarme” raggiunto dalle università di tutta Italia, sia per una “valutazione sui modi più opportuni per intervenire allo scopo di coniugare libertà e sicurezza” all’interno delle stesse.

Né lassismo, né militarizzazione” dovrebbe essere, da quanto si apprende dall’agenzia di stampa, l’approccio che adotterà il governo Meloni davanti al crescendo di episodi di violenza nelle università. L’ultimo, in ordine di tempo, quello che si è verificato martedì 26 marzo a La Sapienza di Roma, dove si sono registrati momenti di tensione tra studenti e Polizia dopo l’occupazione del Rettorato da parte di alcuni universitari. L’azione di protesta, a sostegno di Gaza, è partita per chiedere lo stop alle collaborazioni tra l’università romana e gli atenei israeliani.

Tensioni nelle università: il caso La Sapienza a Roma

La giornata del 26 marzo, oltre all’occupazione del Rettorato de La Sapienza, ha visto la protesta di alcuni studenti pro Palestina a Genova, che hanno duramente contestato il rettore dell’università ligure Federico Delfino.

Bernini ha definito queste proteste “azioni squalificanti che vanno ben oltre la libera manifestazione del pensiero o la protesta pacifica”. “Le Università – ha detto la ministra – non sono zone franche dove si possono mettere in atto intimidazioni o compiere reati. La violenza che alcuni collettivi stanno imponendo all’intera comunità accademica è intollerabile e vede come principali vittime proprio gli studenti. Condanno fermamente quanto sta accadendo e ringrazio le forze dell’ordine per il loro sostegno”, ha concluso.

Le reazioni al gesto della ministra dell’Università Bernini

La decisione di Bernini di coinvolgere il capo della Polizia per riportare l’ordine nelle università italiane non ha trovato il benestare delle opposizioni. La deputata Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra ha definito l’iniziativa della ministra “fuori dal mondo. Aumentare il livello di tensione da parte delle Istituzioni è un grave errore e un segnale profondamente sbagliato”, ha spiegato.

Dello stesso parere il responsabile Sicurezza del Partito democratico, l’ex viceministro dell’Interno Matteo Mauri: “è inaccettabile che la ministra Bernini abbia contattato direttamente il capo della Polizia per chiedere di intervenire all’interno degli Atenei”, ha detto, come riportato da ‘Open’.

“È inaccettabile per due motivi – ha continuato Mauri -. Il primo è che il capo della Polizia risponde al ministro dell’Interno e non al ministro che alza il telefono per primo. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il ministro Piantedosi, che è stato evidentemente scavalcato”. Il secondo motivo “è che è molto pericoloso che la prima risposta che viene in mente al Governo verso chi contesta sia l’intervento della Polizia. La ministra dell’Università probabilmente confonde il suo ruolo ed i suoi compiti che certo non prevedono la militarizzazione degli atenei”, ha concluso il dem Matteo Mauri.