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Bernini Fonte foto: ANSA

Ispezioni 'anti-gender': la protesta dei prof contro Bernini

121 docenti lanciano una petizione contro le ispezioni 'anti-gender' nelle università: la protesta dei prof contro la ministra Anna Maria Bernini

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

121 docenti hanno firmato una petizione contro le ispezioni ‘anti-gender’ nelle università di Sassari e Roma Tre. La protesta dei prof contro la ministra dell’Università Anna Maria Bernini: ecco cosa è successo.

121 docenti contro la ministra Bernini: la petizione

121 professori universitari contestano la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini per aver autorizzato due ispezioni ‘anti-gender’ negli atenei di Roma Tre e Sassari, come riportato da ‘La Repubblica’.

Con questi interventi, sostengono i professori, si mette in discussione “l’autonomia universitaria”. Pertanto, si legge sulla petizione che hanno lanciato su Change.org, “chiediamo a tutte le forze politiche di opposizione di promuovere a loro volta un’interrogazione, indirizzata ad Anna Maria Bernini, perché la ministra dell’Università e della Ricerca risponda nel merito nell’aula parlamentare”.

La petizione è stata presentata l’8 gennaio presso la sala stampa della Camera dei deputati durante la conferenza ‘La libertà accademica e l’attacco ai queer studies delle università italiane‘. In questa sede, la deputata del Movimento 5 Stelle Gilda Sportiello ha accolto la richiesta dei docenti di indirizzare un’interrogazione a Bernini sulle vicende delle due università.

“Da mesi – ha scritto Sportiello su Facebook -, da parte di questo governo e da esponenti della maggioranza, vengono messi in atto tentativi di controllo delle attività dei luoghi della formazione e della ricerca che ledono fortemente l’autonomia universitaria e didattica. Per questo, più di 100 docenti hanno lanciato e sottoscritto una petizione per denunciare la loro preoccupazione e lanciare un grido di allarme su quanto sta avvenendo. A seguito dell’interrogazione del deputato Sasso, la ministra Bernini avvierà una ispezione negli atenei di Sassari e Roma Tre, atenei che, secondo il deputato della Lega Rossano Sasso, diffonderebbero l”ideologia gender‘ e le ‘teorie queer‘ tra gli studenti”.

Ispezioni ‘anti-gender’ nelle università: cosa è successo

Tutto è iniziato il 27 novembre scorso, quando la ministra Bernini ha partecipato ad un question time alla Camera rispondendo ad un’interrogazione del deputato della Lega Rossano Sasso sulla presunta diffusione della “ideologia gender” negli atenei, tra cui l’Università di Sassari e quella di Roma Tre.

A finire nel mirino del parlamentare leghista sono il corso ‘Teorie di genere e queer‘, tenuto presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università di Sassari, e il laboratorio organizzato presso il Dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre intitolato ‘Laboratorio per bambin* trans e gender creative‘.

In quell’occasione, Bernini ha affermato che “il ministero dell’Università e della Ricerca ha avviato l’istruttoria del caso e sta monitorando insieme ai rettori – si tratta di autonomia universitaria – le situazioni segnalate per valutare eventuali ulteriori interventi in proposito che il singolo ateneo vorrà porre in essere. È evidente che, qualora dall’istruttoria emergessero profili di reato, sarà nostro dovere interessare l’autorità giudiziaria”.

Durante il suo intervento, Bernini ha citato il “necessario contraddittorio e confronto che in uno Stato democratico deve essere insieme libero e dotato di qualità scientifica” tutelato dall’articolo 33 della Costituzione. E ha proseguito: “Si chiama autonomia universitaria. Tuttavia la libertà di insegnamento deve essere bilanciata dalla protezione di altri valori, ugualmente blindati dalla Costituzione, quali la tutela della dignità della persona. La tutela della salute intesa come tutela dell’integrità psicofisica e l’equilibrato sviluppo psicofisico dei minori”.

Bernini ha aggiunto: “È nel dialogo tra questi due poli, libertà di insegnamento e tutela della persona umana, che deve collocarsi il ruolo delle istituzioni di alta formazione e naturalmente il ruolo di questo ministero in questo necessario, delicato equilibrio. Non possono in alcun modo trovare spazio percorsi ideologici di acritico indottrinamento o pressione psicologica, né tantomeno percorsi che adombrano in modo subliminale incitamenti a forme di pressione sui minori”.

La risposta del ministero dell’Università

Come riportato da ‘La Repubblica’, il ministero dell’Università e della Ricerca, a chiusura della conferenza stampa dell’8 gennaio, ha voluto sottolineare come nella sua risposta all’interrogazione di Sasso alla Camera, “la ministra non ha mai menzionato né fatto riferimento a un’ispezione presso gli atenei”. Bernini ha invece sottolineato “l’articolo 33 della Costituzione, che sancisce l’autonomia universitaria, principio fondamentale che guida e ha guidato il suo mandato”.