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Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini Ipa

Confindustria attacca le università telematiche: la polemica

Confindustria si è scagliata contro le università telematiche italiane, che hanno risposto con una replica in cui gli atenei online si difendono

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Il Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, si è scagliato contro le università telematiche, chiedendo alla ministra dell’Università e la Ricerca, Anna Maria Bernini, di intervenire in modo deciso. Le critiche mosse sono diverse e sono rivolte a tutti gli atenei online che formano oggi tantissimi studenti universitari italiani. L’associazione che riunisce tali realtà è intervenuta rispondendo alla polemica innescata da Orsini e difendendo il proprio operato.

Confindustria contro le università telematiche

Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, è intervenuto in occasione dell’evento “Industria e Università, insieme per l’innovazione”. Questa è stata l’occasione per lanciare la sua invettiva contro il mondo delle università telematiche.

Aprendo il suo discorso, infatti, Orsini ha detto, come riportato da La Repubblica: “Farò una grande lotta affinché vengano limitate e regolate“. Il presidente di Confindustria ha poi aggiunto: “Laddove c’è un rapporto di un docente a 385 studenti formati da un video, non si tiene in considerazione l’aspetto umano”, a differenza delle “nostre università dove il rapporto è di 1 a 35, al massimo 1 a 40”.

Secondo il numero 1 della Confederazione generale dell’industria italiana, i due sistemi formativi sono molto differenti e lo sono anche i risultati: “Credo che tutti quelli che interloquiscono con un ragazzo uscito dall’università debbano capire da dove esce. Lavoriamo insieme su questa cosa, in maniera seria, perché lo dobbiamo a tutti i ragazzi, che devono sapere che c’è una differenza e deve essere rimarcata”. Per il presidente non si tratta “di una questione soggettiva, come sapete la Confindustria detiene un ateneo, la Luiss”, università privata con sede a Roma. La questione è un’altra e Confindustria vuole aprire un dibattito sul tema.

Emanuele Orsini si è anche rivolto direttamente alla ministra dell’Università e della Ricerca: “auguro che la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, metta occhio in modo rapido su questa ingiustizia”.

La risposta delle università telematiche a Confindustria

Poche ore dopo l’intervento di Orsini, è arrivata anche la risposta di United, associazione che appresenta le università telematiche, ad eccezione di Unicusano: “Apprendiamo con sorpresa e sgomento le dichiarazioni del presidente Orsini nei confronti delle università telematiche, che oggi, in un Paese penultimo in Europa per numero di laureati, intercettano le esigenze di oltre 250.000 studenti, ossia il 13 per cento del totale degli studenti universitari italiani”.

L’associazione ha detto che “non si può ignorare che oltre il 70 per cento dei nostri studenti è composto da lavoratori che non avrebbero alcuna possibilità di accedere all’università tradizionale. Tra l’altro, dispiace che queste frasi provengano dal presidente dell’associazione italiana degli imprenditori – proprietaria dell’Università Luiss Guido Carli – che tante volte ha sottolineato la centralità della formazione continua nell’odierno mercato del lavoro”.

United ha anche sottolineato che “parlare di ‘assenza di rapporto umano’, senza conoscere le dinamiche e i modelli didattici della formazione online, significa sminuire il percorso di migliaia di giovani che ogni giorno scelgono un’istruzione flessibile, di qualità e compatibile con la propria vita professionale e personale. Le università telematiche offrono tutoraggio personalizzato, interazioni in tempo reale, ambienti collaborativi e canali di confronto continui con docenti e colleghi”.

L’associazione ha aggiunto che anche con le lezioni e gli esami a distanza “i rapporti umani non scompaiono, ma si adattano alle esigenze del presente, rendendo l’accesso all’istruzione più inclusivo e sostenibile, dando un contributo alla ineludibile necessità di una maggiore digitalizzazione del Paese”.

Il decreto del ministro Bernini sul tema delle università online

La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, sta già lavorando a questo tema. Il 6 dicembre del 2024 ha firmato un decreto che entrerà in vigore il primo agosto 2025, che in realtà non ha fatto felici i due mondi universitari, quello tradizionale e quello online.

Il testo comprende indicazioni per aumentare il numero dei docenti presenti negli undici atenei online operanti nel nostro Paese, per avere un insegnante ogni 192 studenti. Questo decreto ipotizza anche una percentuale di attività formative da erogare in presenza e la regola di dare l’esame di persona, salvo situazioni particolari che richiedano un’alternativa a distanza. Inoltre, il 40% delle lezioni online dovrà essere sincrono.

La ministra, che ha da poco dato il via a nuove regole per l’accesso a Medicina, ha comunque affermato che il tema resta aperto per poter trovare la soluzione migliore per ogni realtà.

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