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Università Fonte foto: ANSA

Università telematiche, arriva la stretta: tutte le novità

Arriva la stretta per le università telematiche: tutte le novità messe in cantiere dal ministero dell'Università per regolamentare gli atenei online

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e la sua titolare, Anna Maria Bernini, stanno lavorando ad una stretta sulle telematiche: una serie di requisiti che gli atenei online dovranno rispettare per poter operare. Ecco le novità.

I requisiti per le università telematiche

Il Decreto Bernini sulle università telematiche sarebbe in dirittura d’arrivo. Come riportato da ‘La Repubblica’, il provvedimento recante i requisiti che gli atenei telematici dovranno avere per ottenere l’autorizzazione a continuare la propria attività sarà firmato a breve.

Nell’ultimo decennio si è assistito ad un vero e proprio boom di questo tipo di università, che al momento sono 11 in tutta Italia. I corsi di studio da 70 nel 2011 sono diventati 250 quest’anno. Gli iscritti sono passati da 44.977 a 186.536 tra il 2011 e il 2021: 141.599 studenti in più in dieci anni, il 293,9 per cento.

Ma di quali requisiti si parla? In primo luogo del numero di studenti per insegnante, che nelle università digitali è molto elevato. Qui la media dei docenti è di uno ogni 384 studenti, mentre in quelle tradizionali il rapporto è pari a uno su 28. Con l’approvazione del decreto Bernini, nell’online si scenderebbe ad un docente per 192 studenti.

Un’altra novità riguarda le attività formative da svolgere in presenza. Il decreto ipotizza almeno il 20% di lezioni da svolgere di persona, così come l’esame per ogni materia salvo casi eccezionali. Inoltre, secondo il provvedimento in cantiere, almeno il 40% delle lezioni online dovrà essere sincrono, dunque in diretta, e non più affidato solo agli streaming.

Infine, con il nuovo decreto l’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) diventerà il sorvegliante dell’attuazione del provvedimento.

Cosa ha detto la ministra Bernini

Durante un question time alla Camera, il 18 settembre scorso la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini è intervenuta sulla questione degli atenei telematici. Come riferito all’aula, e riportato su X, la titolare del MUR ha specificato che “non sono interessata a fondi, potentati o alleanze. Quello che mi sta a cuore – ha proseguito la ministra – sono percorsi di formazione e offerta formativa di qualità, temi centrali e non negoziabili, che devono essere garantiti in egual misura sia nelle università tradizionali sia in quelle telematiche“.

Bernini ha incontrato i rappresentanti delle telematiche, la Conferenza dei rettori, l’Anvur e il Consiglio universitario nazionale, e anche a loro “ho confermato con forza che il nostro obbiettivo è quello di mantenere standard elevati della didattica“.

“Assicurare che tutti gli studenti abbiano le stesse opportunità, indipendentemente dalla modalità di erogazione dei corsi: questo è l’obiettivo del ministero dell’Università e della Ricerca”, ha concluso Anna Maria Bernini.

La proposta di legge di Alleanza Verdi e Sinistra

Alleanza Verdi e Sinistra ha depositato una proposta di legge sulle università telematiche che prevede che entro 12 mesi gli atenei online debbano trasformarsi in enti senza scopo di lucro e che i criteri di accreditamento delle università pubbliche e di quelle private siano parificati.

Non siamo contrari agli atenei da remoto, ma siamo convinti che servano criteri e limiti mentre il governo taglia finanziamenti al pubblico e fa strada al privato con fini di lucro”, ha spiegato la deputata di Avs Elisabetta Piccolotti, come riportato da ‘Ansa’.