
Medicina, Bernini svela quali sono le materie del semestre aperto
La ministra dell'Università Anna Maria Bernini ha rivelato quali saranno le materie del semestre aperto del nuovo corso di laurea in Medicina
La Riforma di Medicina ha generato reazioni contrastanti tra chi ritiene le novità positive e utili e chi teme possa portare a un peggioramento della situazione. Al centro dell’attenzione è il semestre aperto a tutti, che rinvia di sei mesi la selezione degli studenti aspiranti medici ed elimina il controverso test d’ingresso per iscriversi al corso di laurea, che finora i ragazzi hanno dovuto superare per poter cominciare questo tipo di percorso universitario. Durante il question time, la ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha rivelato quali saranno le materie da studiare.
Quali sono le materie del semestre aperto a tutti di Medicina
Nei primi sei mesi del corso di laurea in Medicina, gli studenti dovranno studiare Chimica, Fisica e Biologia e dovranno superare gli esami per ottenere 18 crediti. La ministra Anna Maria Bernini ha spiegato inoltre che, in questo periodo, “la didattica non sarà solo a distanza, il presupposto è in presenza, salvo possibilità di collegamenti a distanza in base al momento formativo e alle disponibilità. Decideranno gli atenei in autonomia”.
In pratica ogni università, in base alle strutture e alle risorse umane di cui dispone per un’adeguata accoglienza dell’ondata di aspiranti medici che si iscriverà nei diversi atenei per il semestre aperto, potrà decidere se tenere lezioni in presenza o a distanza.
Come funziona il semestre aperto di Medicina
Per quanto riguarda il funzionamento del semestre aperto, è stata sempre Bernini a confermare che il corso di laurea in Medicina resta a numero chiuso, solo che la selezione è rinviata di sei mesi.
La ministra ha paragonato il vecchio sistema dei quiz a “un lancio di monetina” da cui dipendevano le aspettative e il futuro di tante studentesse e studenti.
“Basta con i quiz a crocette, basta con l’orribile mercato della formazione a pagamento“, ha detto la ministra, elemento della Riforma di Medicina ritenuto positivo anche da Matteo Bassetti.
“Ci sarà un semestre caratterizzante – ha sottolineato – dove si studieranno chimica, fisica e biologia e la preparazione sarà gratuita. Alla fine del semestre si sosterranno tre esami di profitto e sulla base dei voti ci sarà una graduatoria nazionale. Naturalmente i parametri saranno adeguati, sarà tutto organizzato a livello nazionale”.
Per garantire uniformità nel giudizio, l’orientamento del governo sarebbe quello di ricorrere a “esami standardizzati a livello nazionale”, cioè uno o più quiz sul modello del vecchio concorsone ma senza domande di logica e cultura generale, solo su chimica, fisica e biologia.
All’atto di iscrizione a Medicina lo studente dovrà comunque obbligatoriamente iscriversi anche a un secondo corso di laurea sempre dell’area di Scienze della Salute, in modo che chi non entra in graduatoria possa passare automaticamente ad un’altra facoltà dell’area “biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria”, mantenendo i crediti ottenuti.
Per il prossimo anno accademico il nuovo sistema si applica soltanto alle università pubbliche per le lauree in medicina in lingua italiana: gli atenei privati si adegueranno più avanti e continuano per ora con il test d’ingresso.
Il finanziamento per la Riforma Medicina
Per attuare la riforma sono già stati stanziati 23 milioni nel 2024 ma Bernini ha annunciato anche un nuovo fondo di finanziamento che “distribuiremo eccezionalmente a maggio” e che “prevederà dei fondi destinati a medicina, perché non esistono riforme a costo zero”.
Uno dei principali problemi sollevati dagli atenei riguardava proprio il reperimento di risorse economiche per offrire una didattica di qualità a un numero di studenti triplicato rispetto a quello definitivo, adeguando anche gli spazi.
Per quanto riguarda i tempi da rispettare affinché la Riforma di Medicina non subisca intoppi, la ministra ha assicurato: “Siamo pronti: entro il mese di maggio non ci sarà solo questo decreto legislativo ma anche i decreti ministeriali”.