
Riforma Medicina, perché bisogna cambiare secondo prof Bassetti
Parlando della riforma dell'accesso alle facoltà di Medicina, il prof Matteo Bassetti ha fatto una lunga riflessione sul perché bisogna cambiare
Matteo Bassetti, medico e prof universitario, è da sempre un grande sostenitore della riforma dell’accesso a Medicina. Ora che la legge è diventata realtà, il noto infettivologo ha spiegato perché bisogna cambiare non solo nella vita, ma anche nelle università. La sua riflessione ripercorre gli anni dei test di ingresso alle facoltà mediche per poi arrivare a esprimere la sua opinione sul cambiamento voluto dalla ministra Anna Maria Bernini, che ha previsto un semestre filtro per selezionare gli aspiranti camici bianchi.
- Perché la riforma di Medicina era "necessaria" per Bassetti
- Perché la riforma di Medicina è "giusta e democratica" (per Bassetti)
- Cosa manca alla riforma di Medicina secondo prof Bassetti
Perché la riforma di Medicina era “necessaria” per Bassetti
“Cambiare significa abbandonare il conosciuto per affrontare l’ignoto. Uscire da un rifugio familiare per esplorare un sentiero ancora da tracciare. L’essere umano è da sempre spaventato da ciò che non conosce, soprattutto quando lo proietta nel futuro. Se il timore è un sentimento comprensibile, la rinuncia al cambiamento no. Del resto, la storia dell’università è fatta di trasformazioni. E anche oggi serve coraggio. Perché una riforma del sistema di accesso a Medicina è necessaria“. Inizia così il lungo post pubblicato su Facebook da Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova e professore all’università del capoluogo ligure.
Mentre sono state ufficialmente aperte le iscrizioni alle facoltà di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria e Veterinaria con le nuove modalità previste dalla riforma Bernini, l’infettivologo ha spiegato perché questo cambiamento era “necessario”.
Bassetti ha parlato della “situazione surreale e ingiusta” vissuta solo un anno fa da “migliaia di studenti lasciati nell’incertezza sul metodo di selezione, dopo i ricorsi contro i TOLC”. E ancora: “Cosa dire, se non tutto il male possibile, della compravendita online di domande e risposte dei test? O dei quesiti surreali su gazze in volo o su Corrado II il Salico, totalmente scollegati dalla realtà della formazione e della professione medica? O dei corsi che preparavano ai test che dovevano essere profumatamente pagati in anticipo e che venivano frequentati già dal quarto anno delle scuole superiori, distraendo non poco l’attenzione dello scolaro?”.
Perché la riforma di Medicina è “giusta e democratica” (per Bassetti)
Per Bassetti, “il fulcro della riforma”, che la rende “giusta e democratica”, risiede nella “modifica del sistema di accesso”. Si abbandona l'”ipercriticato e anacronistico test d’ingresso” a favore di un “semestre aperto“. Questo significa che gli studenti avranno la possibilità di entrare direttamente all’università e affrontare, al termine di questo primo periodo, “tre esami veri” in fisica, chimica e biologia.
Questa impostazione, per Bassetti, supera un grave “vulnus” del sistema precedente: non si è più costretti a rimanere “fuori aspettando e ciondolando per un anno o più, attendendo il successivo bando per sostenere il test”. In questo modo, ha affermato l’infettivologo, l’università torna alla “sua missione fondamentale, formare e insegnare”, così come gli insegnanti tornano al loro “ruolo di formatori”. Questo, a suo avviso, “è il cuore di una riforma giusta e democratica“.
Con la riforma di Medicina, “tutti avranno accesso a una formazione universitaria di qualità, con una preparazione omogenea nei programmi, nel rispetto dell’autonomia degli atenei e della libertà didattica dei docenti. E tutti si misureranno con esami veri valutati da professori con trasparenza e serietà”, ha aggiunto Bassetti.
Cosa manca alla riforma di Medicina secondo prof Bassetti
Matteo Bassetti ha lodato “il percorso partecipato e condiviso” voluto dalla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini per la stesura della riforma, sottolineando che “proseguirà per individuare eventuali criticità da correggere e miglioramenti da apportare”.
E ha avanzato le sue proposte. Dopo aver modificato le modalità di accesso, adesso “serve una rivoluzione nei contenuti, per formare medici in grado di gestire il rapporto con il paziente, non solo di diagnosticare, di operare e di prescrivere farmaci – ha affermato -. Occorrerà inserire moduli dedicati alla comunicazione, alla relazione e alla gestione emotiva nel percorso formativo, superando il modello puramente teorico. Non possiamo continuare a formare professionisti che non sanno ascoltare. Solo così si potrà avere una sanità centrata sul paziente, capace di rispondere alle esigenze umane e cliniche”, ha concluso Bassetti.
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