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Perché Bassetti non ha fatto studiare Medicina al figlio
Il virologo Matteo Bassetti ha raccontato di aver "fatto di tutto" per dissuadere suo figlio dallo studiare Medicina all'università: ecco perché
Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova, ha rivelato di aver dissuaso suo figlio dallo studiare Medicina all’università. Ecco perché.
- "Fatto di tutto per dissuaderlo"
- Bassetti su suo padre: "Diceva con orgoglio 'sono un prof universitario'"
- Matteo Bassetti e la riforma del test di Medicina
“Fatto di tutto per dissuaderlo”
Matteo Bassetti è stato intervistato dal Corriere della Sera in occasione dell’uscita del suo quarto libro dal titolo ‘Essere medico‘. Durante il suo intervento, il virologo ha dichiarato di aver cercato in tutti i modi di convincere suo figlio a non iscriversi alla facoltà di Medicina.
“Ho fatto di tutto per dissuaderlo – ha spiegato Bassetti -. Lui voleva iscriversi a Medicina, ma gli ho detto: tuo nonno (Dante Bassetti) è stato un grandissimo di questo mestiere, tuo padre anche. Tu vivresti di confronti”. Così lo ha convinto e “si è iscritto ad Architettura“.
Suo padre Dante, morto nel 2005 all’età di 65 anni a causa di una grave malattia, è stato un infettivologo di fama mondiale per anni primario del reparto di Malattie infettive al San Martino di Genova, ospedale dove ora lavora lui. Una condizione che, ha spiegato, “mi ha sempre pesata”. Nonostante questo, è riuscito a fare carriera e “oggi, nel mio campo, ho il curriculum più forte in Italia”, ha aggiunto.
Bassetti su suo padre: “Diceva con orgoglio ‘sono un prof universitario'”
Parlando della malattia del padre, Matteo Bassetti ha raccontato: “La diagnosi fu una sentenza. Perse tutto. Era uno di quelli che quando qualcuno lo fermava diceva con orgoglio: ‘Sono un professore universitario, un medico‘. Oggi a dire una cosa simile quasi ci si vergogna”, ha sottolineato.
Perché? “Una volta in Italia l’upper society era fatta da medici, avvocati, professionisti. Ora sei considerato se fai lo YouTuber – ha spiegato il virologo -. Non c’è più riconoscimento sociale”. Per questo, a suo avviso, “bisogna intervenire facendo diventare più attrattive certe specialità e cambiando le condizioni di lavoro“.
Matteo Bassetti e la riforma del test di Medicina
A suo avviso, un passo avanti in questo senso è stato fatto con la riforma dell’accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Medicina veterinaria. Dal prossimo anno accademico, questa almeno è la speranza della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, per le nuove matricole non ci sarà un test di ingresso a livello nazionale.
Chi vuole fare il medico dovrà seguire un intero semestre di corsi propedeutici e sostenere i relativi esami. Superarli tutti è prerequisito per iscriversi alla graduatoria nazionale, che deciderà, in base ai posti disponibili nelle università, chi potrà proseguire gli studi.
Gli studenti che non riusciranno ad entrare in graduatoria, però, non perderanno i crediti ottenuti negli esami. Potranno utilizzarli per iscriversi ad un altro corso di studio affine.
In un post pubblicato il primo gennaio scorso, Bassetti ha parlato di “un passo avanti importante che mette fine ai test a Medicina che hanno fatto perdere, a troppi aspiranti medici di cui avremmo oggi un gran bisogno, la voglia di fare questo mestiere”.
La sua speranza è che il nuovo sistema di selezione sproni gli studenti a iscriversi alle facoltà mediche, anche perché, come ha evidenziato, ci sono sempre meno medici impegnati in alcuni reparti, tra cui il pronto soccorso, la medicina d’urgenza e le rianimazioni. Carenza che però, a suo avviso, in primo luogo va risolta migliorando le condizioni di lavoro ed economiche del personale sanitario.