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persona al pc Fonte foto: 123rf

Mad: cos'è la messa a disposizione e come funziona

Si sente parlare sempre più di MAD, ovvero della così detta messa a disposizione. Scopriamo di cosa si tratta.

Danila Franzone

Danila Franzone

ESPERTA DI EDUCAZIONE

Amante della scrittura a tutto tondo, lavoro da anni come web content editor e writer con un’attenzione particolare alla scuola, alla crescita personale e ai bambini con bisogni speciali. Nel tempo libero amo leggere libri di ogni genere e scrivere per progetti legati alla cucina e al benessere in tutte le sue forme.

Chi ha a che fare con la scuola e, in particolar modo con l’insegnamento, ha sicuramente sentito parlare più e più volte della MAD. Si tratta, in parole semplici, della messa a disposizione: un termine che indica la disponibilità da parte dei docenti di eseguire delle supplenze nei vari istituti scolastici. Allo stesso tempo, il termine MAD può essere usato per indicare, sempre la messa a disposizione, ma per altri ruoli. Si tratta, quindi, di una domanda che fa parte del percorso professionale di interesse per gli insegnanti della scuola italiana e non solo.

Per questi motivi è importante conoscerla in ogni dettaglio al fine di sapere come funziona nello specifico, quali sono i requisiti per potervi accedere e come inviare la propria candidatura in modo corretto. Scopriamo, quindi, tutto ciò che riguarda la MAD e come agire nel modo più preciso per far sì che la domanda abbia un effettivo riscontro da parte del Dirigente Scolastico delle scuole scelte.

MAD: cos’è, l’altrimenti nota, messa a disposizione

Come già accennato il termine MAD viene usato come acronimo per la messa a disposizione. Si tratta, quindi, della disponibilità che i docenti danno per svolgere le supplenze nelle varie scuole distribuite sul territorio italiano. Lo stesso termine viene, però, usato per indicare anche la messa a disposizione del personale ATA, quella per insegnanti di sostegno o per il recupero estivo. Motivo per cui è necessario specificare sempre con attenzione il tipo di disponibilità che si va a dare. In quanto supplenza, la MAD è sempre a tempo determinato e può andare da periodi molto brevi come una settimana (ad esempio per coprire le assenze per malattia di un docente di ruolo) o, in alcuni casi, per diversi mesi (come, ad esempio, per coprire il periodo di maternità).

Detto ciò, la MAD è sicuramente un buon modo per provare sul campo il lavoro di docente per un periodo di tempo limitato o per offrire ai giovani una possibilità di lavoro in più da effettuare nel periodo estivo o mentre stanno studiando per diventare insegnanti di ruolo.

Cosa serve per accedere alla MAD e come inviare la domanda

Come ovvio che sia, l’invio della MAD non è possibile per tutti. Per poter aspirare a realizzare delle supplenze in ambito scolastico, infatti, è indispensabile avere determinati requisiti. Il primo è il diploma di scuola superiore al quale, ovviamente, si possono aggiungere lauree o specialistiche che sono sempre in grado di aumentare le possibilità di essere chiamati. La domanda può essere inviata, anche tramite apposito modulo online, presso le segreterie di tutti gli istituti italiani e senza alcun limite se non quello di definire in anticipo le materie che si è abilitati a insegnare. Nella stessa è molto importante indicare i dati anagrafici, i titoli posseduti (ricordiamo che il diploma è quello indispensabile) e tutto ciò che può aiutare ad aumentare il punteggio e a ricevere, così, la chiamata. Master, specializzazioni, lauree, crediti formativi, corsi esterni per insegnanti sostegno e tutto ciò che può rendere più preparati è infatti un canale prioritario.

È inoltre necessario specificare di non avere avuto alcuna condanna penale, di avere il possesso dei diritti civili e, qualora si fossero già effettuate delle supplenze, inserire tipologia, durata e nome degli istituti. Ciò, aiuterà chi riceve le candidature a farsi un’idea più chiara e a vagliare con precisione in base alle esigenze scolastiche del momento. Per quanto riguarda il periodo in cui fare domanda, si può per tutto l’anno. Sono comunque da considerare come più idonei il mese di settembre, le festività natalizie e l’estate, per la possibilità di accedere ai corsi di recupero che si tengono ogni anno tra giugno e luglio. Come zone, quella del nord Italia è da sempre la più indicata per numero di istituti.

Ricapitolando, quindi, esistono diversi tipi di MAD che sono:

– La MAD classica, per la supplenza di materie inerenti al proprio titolo di studi;

– La MAD per i recuperi estivi;

– La MAD per insegnanti di sostegno;

– La MAD per il personale ATA ovvero per lo svolgimento di incarichi amministrativi, tecnici e ausiliari.

Quanto alle modalità per effettuare la domanda, questa può essere consegnata a mano presso la segreteria della scuola di riferimento, inviata tramite raccomandata o attraverso la posta elettronica certificata (PEC). In caso di invio tramite email si rende necessario apporre la firma digitale a ogni documento, dal Curriculum Vitae (sempre gradito) a qualsiasi altro attestato. Per una domanda corretta è bene intestare la stessa all’attenzione del Dirigente Scolastico. Ovviamente, sul web, è possibile trovare diverse domande pre compilate. Anche se la personalizzazione resta sempre un buon primo modo per distinguersi e farsi notare da chi leggerà il tutto. In ogni caso, una volta fatta la domanda, si dovrà semplicemente attendere. Il dirigente scolastico, infatti, potrà decidere in base a preferenze personali e nate dalla lettura del modulo ricevuto.

Cosa si può ottenere con la messa a disposizione

Ora che sappiamo quali sono i requisiti e le modalità per inviare la MAD può essere utile conoscerne anche i vantaggi. Va infatti detto che le MAD sono in grado di aumentare il punteggio per candidarsi ai concorsi per insegnanti. Ovviamente non si potrà accedere all’insegnamento in modo diretto (visto che le MAD sono solo per supplenze) ma si avrà comunque un punto di partenza privilegiato rispetto ad altre candidature. Le MAD sono inoltre in grado di apportare punti che in un anno possono arrivare a un massimo di dodici e che sono variabili in base ai giorni di supplenza effettuati.

Inoltre va considerato che le supplenze sono, come già detto, un banco di prova per tutti quegli studenti diplomati che si sentono incerti riguardo al futuro lavorativo o per i laureandi che sentono il bisogno di sondare proprio sul campo l’effettiva passione o propensione per l’insegnamento. La scelta di inviare la candidatura rappresenta, quindi, un buon modo per fare esperienza, aggiornare il Curriculum Vitae ed entrare nel mondo del lavoro attraverso un canale diverso, semplice e limitato nel tempo. Una risorsa che, quindi, vale davvero la pena di prendere in considerazione.