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Studenti e docenti dell'istituto Olivetti di Monza e la loro birra artigianale "5 Grandi Luppoli" Fonte foto: Istituto Olivetti di Monza

Monza, birra prodotta da studenti: il progetto su giovani e alcol

Una classe di studenti di Monza ha creato la propria birra artigianale: un progetto che punta a sensibilizzare i giovani sul consumo di alcol

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Gli studenti dell’istituto alberghiero Olivetti di Monza hanno imbottigliato la loro “5 Grandi luppoli“, la birra prodotta con il loro impegno a scuola. Un’attività didattica originale e coinvolgente, accolta con entusiasmo dai ragazzi e che si inserisce nel progetto “Bere Responsabilmente” dell’istituto, nato dalla volontà di “educare i giovani a un consumo consapevole e moderato di alcolici, rispondendo alla crescente attenzione verso la salute e la sicurezza degli adolescenti”, come spiegato a Virgilio Scuola dal professor Giovanni Conidi, docente dell’indirizzo sala e bar dell’Olivetti.

Un tema, quello dell’alcol, che tocca le nuove generazioni di giovani, che rischiano di non avere la piena consapevolezza delle minacce legate agli eccessi, sia nella loro vita privata che professionale.

Birra realizzata dagli studenti: il progetto dell’Olivetti

La classe 5G dell’istituto alberghiero di Monza (indirizzo sala e bar), ha da poco terminato l’imbottigliamento di una ventina di bottiglie di birra: la “5 Grandi luppoli”. Un’attività che è iniziata dalle basi, conoscendo i segreti dietro a questa bevanda alcolica, dai tipi di malto alle fasi di lavorazione, seguendo le spiegazioni del pluripremiato mastro birraio Pietro Fontana, del birrificio Carrobiolo di Monza. È da lì che gli studenti hanno messo mano alla produzione vera e propria, occupandosi anche della sterilizzazione di tutti i materiali e dell’aggiunta di zucchero nelle giuste dosi, fino a giungere all’imbottigliamento finale. Anche il nome dato alla birra e l’etichetta del prodotto finito sono nati dalla collaborazione tra gli studenti, che al termine del periodo di fermentazione potranno degustare il frutto del loro lavoro.

L’occasione ideale per assaggiare la birra artigianale 5G sarà la cena di Natale, organizzata all’interno del ristorante didattico “Olivettando” dell’istituto che il 5 novembre ha riaperto le porte al pubblico, come da 7 anni a questa parte. Una vera e propria attività gestita in tutti gli aspetti dagli alunni della scuola alberghiera, che si occupano della cucina, della pasticceria, del servizio di sala e dell’accoglienza turistica. La palestra perfetta per apprendere un mestiere e avvicinarsi al mondo del lavoro con consapevolezza e sviluppando utili competenze. In questa realtà, come ogni anno, vengono coinvolti gli studenti delle classi terze, quarte e quinte, sia del diurno che del serale. Il ristorante “Olivettando” é aperto a tutti il martedì e il giovedì a pranzo, e il mercoledì a cena.

“Bere Responsabilmente”, il progetto che piace a prof e studenti

La produzione artigianale di birra fa parte del più ampio progetto “Bere Responsabilmente” che coinvolge diverse classi dell’istituto da circa sei anni. “Un percorso educativo specifico per gli studenti, che, superati i 16 anni e con l’autorizzazione dei genitori, vengono introdotti al mondo degli alcolici in modo sicuro e responsabile“, spiega il professor Giovanni Conidi.

Si tratta di un percorso strutturato che prevede diverse attività e momenti di riflessione, proposti agli alunni “con un approccio graduale, partendo dalla birra, passando al vino e poi ai superalcolici (american bar), per concludersi con un incontro pratico con esperti del settore”.

Ma non è tutto, perché è prevista anche la visita a una cantina in Brianza, nella quale gli studenti, spiega ancora a Virgilio Scuola il professor Conidi, “avranno l’opportunità di incontrare un sommelier professionista iscritto all’Aspi (Associazione Sommelier Professionisti Italiani) e approfondire l’aspetto pratico con un incontro con le forze dell’ordine, che mostreranno loro come funziona l’etilometro e l’alcol test“, prosegue Conidi, che aggiunge: “Proprio a questo proposito, attraverso un progetto Erasmus, nelle prossime settimane accompagnerò gli alunni a Nantes, dove avranno l’opportunità di visitare i vigneti francesi, scoprendo i luoghi di produzione e approfondendo la qualità e la bontà dei vini locali”.

Un progetto “consapevole”, quello ideato dall’Olivetti, che piace ai ragazzi. Possono così iniziare ad esplorare i diversi possibili sbocchi lavorativi, dal punto di vista pratico e concreto, non soltanto teorico. “Hanno accolto con grande entusiasmo l’iniziativa, poiché il tema riguarda direttamente il loro futuro professionale”, ci spiega. “Alcuni di loro, infatti, potrebbero entrare nel mondo del lavoro proprio nel settore degli alcolici, ed è fondamentale prepararli a gestire questa realtà con la giusta conoscenza, responsabilità e competenza“, aspetti sempre più essenziali “in un contesto in cui la cultura enogastronomica è sempre più rilevante e le opportunità di carriera nel settore sono in crescita”.

I giovani e l’alcol: “Poca consapevolezza dei rischi”

Il progetto dell’Olivetti si inserisce in un momento della vita dei giovani in cui non si è ancora sviluppata la giusta conoscenza dei rischi associati al consumo e all’abuso di alcol. Come ci spiega Conidi, “molti ragazzi si trovano ad affrontare una realtà in cui l’alcol è frequentemente associato alla socialità e alla festa, senza una piena consapevolezza dei rischi legati a un consumo eccessivo”, e sottolinea: “Per noi docenti quindi è importante contrastare questa visione distorta, sensibilizzando gli studenti su quanto sia fondamentale il consumo responsabile, facendo comprendere loro che il bere non deve essere visto come un atto di sfida o trasgressione, ma come una scelta consapevole“.

Un progetto che guarda al futuro

Il successo di questo programma, apprezzato da studenti e insegnanti, ha convinto una volta in più la scuola a proseguire su questa strada. “Il prossimo passo sarà quello di strutturare ulteriormente il laboratorio, con l’idea di approfondire specifiche aree, come la produzione della birra, per permettere agli studenti di acquisire una conoscenza ancora più pratica e diretta su uno degli alcolici più consumati al mondo”.

Quello realizzato dall’istituto Olivetti di Monza è un insieme di iniziative lodevoli che vogliono supportare i giovani studenti nel passaggio dal mondo scolastico a quello adulto e professionale. “Verrà ripetuto ogni anno con l’obiettivo di perfezionare continuamente l’offerta formativa, rendendola sempre più in linea con le esigenze dei ragazzi. L’iniziativa, infatti, è un esempio di come la scuola possa fungere da ponte tra la formazione teorica e le reali sfide professionali che i giovani affronteranno in futuro“, sottolinea il docente che conclude: “‘Bere Responsabilmente’ non si limita a sensibilizzare gli studenti sui rischi legati all’abuso di alcol, ma offre anche gli strumenti per un approccio sano e consapevole, con l’intento di preparare i ragazzi a diventare adulti responsabili, sia nella vita privata che professionale”.