Salta al contenuto
Fare il dottore iStock

"Non fate il medico": lo sfogo-appello del professor Nucci

In un'intervista il professor Nucci, docente di Oftalmologia all’Università di Milano, ha lanciato un appello sfogandosi: invita a non fare i medici

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Paolo Nucci è docente di Oftalmologia all’Università di Milano: in occasione di un’intervista, per l’uscita di un suo libro, il professore si è sfogato, lamentandosi contro lo Stato che avrebbe tradito tutti i medici del bel Paese. Il suo appello rivolto a chi vorrebbe laurearsi in Medicina è quello di non fare assolutamente il medico: il docente ha deciso di raccontare senza alcun filtro cosa vuol dire essere un professionista sanitarioin Italia.

Lo sfogo del professor Nucci sulla professione del medico

Il professor Paolo Nucci è stato intervistato dal Corriere della Sera, in occasione della presentazione del suo libro, “Perché (non) fare il medico”: si tratta di un testo provocatorio, un vero e proprio sfogo che però vuole anche essere un manuale di sopravvivenza per tutti gli aspiranti medici che si sono iscritti alla facoltà di Medicina con il sogno di indossare il camice bianco.

Lui ha scritto questo libro proprio “per mettere in guardia i giovani rispetto a quello che è oggi la professione del medico“. Nell’intervista ha tenuto a sottolineare il “non” tra parentesi: “Rappresenta più un campanello d’allarme che un consiglio vero e proprio. Un ‘alert’ perché, chi si appresta a iscriversi a Medicina, sia ben informato rispetto a quello che è la nostra professione, oggi”.

Il dottore si sente tradito: “A tradirmi non è stata la professione; piuttosto direi: lo Stato“, spiegando perché può parlare di tradimento: “Perché ha trasformato la nostra professione in medicina difensiva, privandoci del cuore del servizio pubblico: la cura”. Il medico invita a “pensare agli aspetti legali: la prescrizione per cause legali da parte dei pazienti avviene solo dopo dieci anni e basta una semplice lettera di diffida, a un mese da quella scadenza, perché l’orologio della giustizia riparta da zero”.

Ma non è solo questo: “In una società sempre più disgregata e arrabbiata come quella attuale, e con un sistema sanitario collassato su se stesso, i cittadini vivono i medici come nemici di potere, piuttosto che come un sostegno alla loro vita”.

Cosa ieri e oggi spinge uno studente a voler fare il medico

Il dottor Paolo Nucci ha spiegato che la sua “generazione è ancora quella in cui si era un numero spropositato rispetto ai posti disponibili e specializzarsi non significava automaticamente avere un posto di lavoro garantito”. Allora si diventava dottori per “la passione e il fuoco sacro certamente; oltre al fatto che le mamme hanno sempre subito un gran fascino rispetto all’avere figli che indossano il camice bianco. E poi avevamo in mente le immagini della medicina di servizio, quelle dove il medico andava nei paesini con la sua valigetta che conteneva tutto e salvava le vite. Una visione romantica ed eroica”.

Gli studenti di Medicina oggi sarebbero spinti, invece, “dalla certezza di avere garantito, in un Paese piuttosto avaro rispetto ai salari, ‘un posto al sole’ ben pagato. A riprova di questo tenga conto che, gran parte di chi sceglie Medicina, è indirizzato a specialità come dermatologia, oculistica e chirurgia plastica“. Secondo lui “sono pochi quelli che sognano di partire con Medici senza frontiere per aiutare gli ultimi, o imbarcarsi verso la Striscia di Gaza, per fare due esempi attuali”.

Di fronte a uno scenario non proprio brillante, il professore ha poi specificato: “C’è da dire che, anche se sono un pochino meno maturi, sono più orientati e più studiosi rispetto al passato, e sono anche maggiormente seguiti e stimolati”.

Secondo Nucci c’è ancora speranza per il sistema sanitario nazionale

Il docente, spiegando che è sempre felice quando vede i suoi “studenti imparare e diventare tra i migliori professionisti del settore”, ha un consiglio per tutti gli aspiranti camici bianchi è quello di “trovare la propria motivazione personale e professionale. Non voglio che i giovani rinuncino al sogno di diventare medici. Voglio solo che si affaccino in corsia sapendo che cosa li aspetta“.

Concludendo la sua intervista, al professor Nucci è stato chiesto se ci sia ancora speranza o meno per il sistema sanitario nazionale. Lui crede di sì, “a patto che la politica si faccia da parte e restituisca ai medici il compito di gestire e organizzare la sanità”.

Resta sempre aggiornato: iscriviti al nostro canale WhatsApp!