
Nuove linee guida Valditara: scoppia il caso Teorema di Pitagora
Dopo la pubblicazione delle nuove indicazioni nazionali per la scuola, arrivano le critiche al testo: perché scoppia il caso Teorema di Pitagora
Le nuove indicazioni nazionali per la scuola sono state pubblicate da pochi giorni ed è già scoppiato un caso. Ad essere criticato è il punto del documento, firmato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, in cui si parla di matematica nel primo ciclo scolastico (scuola dell’infanzia, scuola primaria e secondaria di primo grado). In particolare, è la menzione al Teorema di Pitagora a far storcere il naso. Vediamo perché.
- Matematica e Teorema di Pitagora nelle nuove linee guida
- La critica sul Teorema di Pitagora
- L'esempio di Galileo Galilei
Matematica e Teorema di Pitagora nelle nuove linee guida
Le nuove indicazioni nazionali per la scuola prevedono alcuni importanti cambiamenti per gli studenti di asilo, elementari e medie, già a partire dall’anno scolastico 2026/2027. Tra questi troviamo un potenziamento dello studio della matematica.
Il documento firmato da Valditara, in particolare, rimanda allo studio di tale disciplina la capacità di distinguere ciò che è vero da ciò che è falso, utilizzando l’esempio del Teorema di Pitagora: "La matematica è un linguaggio formale capace di distinguere il vero dal falso. Il Teorema di Pitagora, ad esempio, era vero 2.500 anni fa, è vero oggi e lo sarà per l’eternità. Abituare lo studente, e quindi il cittadino di domani, a ragionare e a distinguere fra vero e falso, è senza dubbio una delle competenze più rilevanti e attuali di questa disciplina, in una società come quella di oggi, basata sui social network. Dove le notizie giungono senza filtri, se non manipolate".
La critica sul Teorema di Pitagora
Analizzando l’estratto sulla matematica nelle nuove linee guida, però, c’è chi ne critica il senso. "La definisce verità assoluta. Ma la matematica è altro", scrive Chiara Valerio, nota scrittrice e conduttrice radiofonica italiana, su La Repubblica.
"Mi pare sveli la natura profonda di queste nuove indicazioni, alcune delle quali, per altro, mi paiono utili e auspicabili", aggiunge Valerio ponendo una lente d’ingrandimento sul punto in cui viene citato Pitagora.
La prima critica della scrittrice va all’idea che matematica e social network siano mondi distinti: "Il linguaggio formale che regola i social network ‘dove le notizie giungono senza filtri, se non manipolate’, è la matematica". In realtà, inoltre, tale disciplina non distingue il vero dal falso. Piuttosto insegna la "verificabilità": "Questa è una idea consolatoria che nasce e fiorisce in un Paese dove le scienze esatte non sono mai state considerate il corredo di un cittadino, un intellettuale o un politico. La matematica non insegna la verità, ma la verificabilità. Che una cosa sia vera ‘sempre’ non significa, intanto, che sia vera ‘dovunque’. Il teorema di Pitagora, per esempio, non vale per chi progetta rotte oceaniche o stellari (pur restando ferma l’universalità del linguaggio matematico, assiomi, principi, ipotesi)".
L’invito è quindi a non fossilizzarsi sull’idea di una verità assoluta, perché esistono invece i punti di vista e le diverse situazioni in cui una regola può funzionare o meno. Alcuni esempi? "Che le rendite siano tassate meno che i redditi da lavoro è vero in un certo contesto e falso in un altro – spiega Chiara Valerio -. Che le persone omosessuali e transgender abbiano gli stessi diritti e non solo gli stessi doveri delle altre è vero in un certo contesto e non è vero in un altro. Che la gestazione per altri sia un reato universale è vero in un certo contesto e falso in un altro. Che la parità tra uomini e donne sia effettiva è vero in un contesto e falso in un altro".
"Usare il teorema di Pitagora per dire che esiste una verità perenne e immutabile è un pensiero che reprime la volontà di lottare per il futuro", afferma la scrittrice, che lancia un appello: "La possibilità è quella di non pensare che vero e falso abbiano un confine netto. La possibilità è non annullare il contesto quando analizziamo, non sottrarre responsabilità allo sguardo e all’azione politica. La possibilità è accettare che le matematiche, e le scienze tutte che utilizzano le matematiche, rappresentano non la verità assoluta ma la verificabilità assoluta, la ripetizione di un risultato che dà senso di realtà. Il teorema di Pitagora non è vero: è verificabile e lo sarà sempre e per sempre. […] Non esiste la verità, esiste il punto di vista. E la verificabilità", sottolinea Valerio.
L’esempio di Galileo Galilei
Infine, un esempio emblematico sulla critica alle linee guida di Valditara sulla matematica: Galileo Galilei. Il rimando è alla Sfera del Santucci, conservata nel Museo Galileo di Firenze (che compie cento anni): "Un gigantesco modello dell’universo con la Terra al centro. L’universo è retto da sirene sognanti. Dipinta e istoriata di foglie d’oro", spiega Chiara Valerio. "Ci ricorda che ciò che era vero in un certo contesto, tanto da essere rappresentato pomposamente e donato ai Medici, era falso. Le matematiche insegnano a verificare, e così le scienze tutte. Provando e riprovando, diceva Galileo".