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Giudizi sintetici a scuola Fonte foto: iStock

Perché i giudizi sintetici a scuola non piacciono ai pedagogisti

Perché i giudizi sintetici reintrodotti alla scuola primaria dal ministro Valditara non piacciono ai pedagogisti: i rischi secondo l'esperto

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il 10 gennaio il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha firmato l’ordinanza riguardante, tra le altre cose, i giudizi sintetici alla scuola primaria. Nelle pagelle, dunque, le valutazioni descrittive saranno sostituite da ottimo, distinto, buono, discreto, sufficiente e non sufficiente. Questo metodo, però, non piace ai pedagogisti. Ecco perché.

Giudizi sintetici alla primaria: cosa cambia

Alle elementari tornano i giudizi sintetici. Lo stabilisce l’ordinanza firmata il 10 gennaio dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che, tra le altre cose, definisce le modalità di valutazione periodica e finale degli apprendimenti degli studenti della scuola primaria.

L’ordinanza era attesa dopo l’approvazione del ddl Valditara, la cosiddetta legge sul voto in condotta, che ha ottenuto il via libera definitivo dalla Camera dei deputati lo scorso settembre.

Il provvedimento prevede che, a decorrere dall’anno scolastico in corso (2024/2025), nella scuola primaria la valutazione sarà espressa attraverso giudizi sintetici, da ottimo a non sufficiente. Il cambiamento riguarderà esclusivamente le pagelle, lasciando agli insegnanti la libertà di scegliere durante l’anno scolastico le modalità di voto che ritengono più opportune.

Addio quindi al modello basato sui quattro livelli descrittivi avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione.

Nel documento si sottolinea comunque che in pagella i giudizi sintetici saranno “correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti per ciascuna disciplina, compreso l’insegnamento dell’Educazione civica“.

Infine, si specifica che le scuole avranno tempo fino all’ultimo periodo dell’anno scolastico in corso per adattarsi alle nuove disposizioni e assicurarsi che le famiglie siano pienamente informate.

Secondo il ministro Valditara, i giudizi sintetici sono “molto più comprensibili dei precedenti livelli”, il che permette “di tracciare con maggiore chiarezza il percorso formativo degli alunni, migliorando la comunicazione con le famiglie e al tempo stesso l’efficacia della valutazione”.

Polemica dei pedagogisti: perché i giudizi sintetici non convincono

La reintroduzione dei giudizi sintetici non smette di far discutere il mondo pedagogico. Già lo scorso anno, molti esperti, associazioni e sindacati si erano detti contrari ad una riforma in tal senso.

Il pedagogista e docente all’Università di Roma Tre Cristiano Corsini, intervistato da Open, ha parlato di una scelta “meschina, indifendibile dal punto di vista pedagogico e priva di fondamento scientifico” che può avere “effetti deleteri sull’apprendimento e sullo sviluppo degli studenti”.

Secondo l’esperto, a differenza di quanto affermato dal ministro Valditara, “non si tratta di una comunicazione più chiara, ma più banale. E banalità ed educazione non possono andare di pari passo. Insegnare ed educare sono processi complessi, e banalizzare la valutazione non è mai una decisione intelligente“.

Con i giudizi descrittivi “si potevano individuare i punti di forza e di debolezza del percorso di apprendimento, legandoli a obiettivi specifici per ogni materia”. Mentre “il voto sintetico assume un valore moralistico che classifica il bambino, ignorando le sfumature del suo percorso formativo”.

La decisione di tornare ai giudizi sintetici, ha concluso Corsini, rappresenta “un passo indietro” che rischia di “alimentare una visione competitiva dell’educazione“.

I giudizi sintetici piacciono agli italiani: il sondaggio

Secondo un sondaggio promosso da Libero Quotidiano, intitolato “Valditara cambia i voti a scuola: siete d’accordo?”, la stragrande maggioranza dei partecipanti ha espresso il proprio consenso alla reintroduzione dei giudizi sintetici alle elementari.

L’indagine ha rivelato che l’81% si è dichiarato favorevole alla modifica, mentre il 19% ha espresso parere contrario.